Croazia. Carburante migliore solo fino a esaurimento scorte

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Croazia. Carburante migliore solo fino a esaurimento scorte

Non si registrano in Croazia le temute file ai distributori dopo l’entrata in vigore del decreto governativo che prevede la limitazione in via provvisoria per un periodo di 30 giorni del prezzo del carburante. Tutte le stazioni di servizio ovviamente s’attengono scrupolosamente all’ordinanza dell’Esecutivo in base alla quale i vari tipi di benzina si possono vendere a un prezzo massimo di 11,10 lune al litro, mentre per quanto concerne il gasolio per autotrazione il tetto è stato fissato a 11 lune al litro. La compagnia petrolifera nazionale INA ha già fatto sapere che venderà la benzina di migliore qualità, quella Premium, soltanto fino a esaurimento scorte. All’INA si è accodata subito la Tifon, la quale ha pure puntualizzato che i carburanti Premium verranno pure venduti solamente fino a esaurimento delle attuali scorte. Il motivo addotto dalla compagnia petrolifera è scontato: bisogna di fatto compensare gli effetti finanziari negativi della delibera governativa sulla gestione della società. Per gli altri carburanti, quelli “normali” le forniture, assicurano tutte le compagnie, dovrebbero essere assicurate.
Difeso il tenore di vita dei cittadini
Il premier Andrej Plenković ha dichiarato che il governo ha deciso di porre un tetto al prezzo della benzina e del gasolio per autotrazione per difendere il tenore di vita dei cittadini, messo a dura prova dalla recente raffica di rincari dei derivati del petrolio. Nel casi in cui entrò un mese i prezzi sui mercati non dovessero stabilizzarsi il governo, ha aggiunto il premier, ricorrerà anche ad altri strumenti a sua disposizione per difendere i cittadini da esorbitanti aumenti. A prescindere dal blocco dei prezzi del carburante, gli analisti temono che l’inflazione possa prendere piede in Croazia, forse anche al punto da porre a repentaglio l’introduzione dell’euro prevista all’inizio del 2023.
Si fa il pieno oltreconfine
I cittadini intanto s’arrangiano come possono per difendersi dal caroprezzi. Quelli che abitano lungo il confine con la Bosnia ed Erzegovina hanno la soluzione pronta: recarsi a fare il pieno oltrefrontiera, dove il costo del carburante è molto più contenuto. E magari fare la spesa nei centri commerciali bosniaci, dove i prezzi sono pure più bassi che in Croazia. Tutti contenti, dunque: i cittadini croati che risparmiano qualche soldo e i commercianti delle aree della Bosnia ed Erzegovina che gravitano verso la Croazia i quali stanno facendo affari d’oro. Meno bene va per l’erario della Croazia, visto che un fiume di soldi va oltreconfine e non viene speso nel Paese. Secondo alcune stime, ad esempio, il traffico al valico di confine di Gradiška, è aumentato di ben il 30 per cento rispetto al solito.

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