Convenzione di Istanbul: «Preconcetti e patriarcato nella giustizia croata»

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Convenzione di Istanbul: «Preconcetti e patriarcato nella giustizia croata»

Un rapporto di valutazione sull’attuazione della Convenzione di Istanbul in Croazia ha rivelato che, nonostante alcuni progressi nella lotta alla violenza domestica contro le donne, il Paese non sta affrontando in modo adeguato altre forme di violenza di genere.

Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa per l’azione contro la violenza sulle donne e la violenza domestica (GREVIO) ha pubblicato oggi, mercoledì 6 settembre, il suo primo rapporto di valutazione, che esamina gli sforzi della Croazia nell’attuazione della Convenzione di Istanbul (la Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica).

Rappresentanti del GREVIO hanno visitato la Croazia per cinque giorni nell’ottobre dell’anno scorso, raccogliendo informazioni dalle autorità e da numerose organizzazioni. La Croazia ha firmato la Convenzione di Istanbul il 22 gennaio 2013, ed è stata ratificata dal Parlamento croato il 13 aprile 2018.

Il rapporto ha elogiato le iniziative passate e presenti della Croazia, tra cui la Strategia nazionale per la protezione dalle violenze domestiche, il Piano nazionale per la promozione dell’uguaglianza di genere e il Piano nazionale per la lotta contro la violenza sessuale e le molestie sessuali. Il GREVIO ha sottolineato che ciò dimostra l’impegno a incorporare l’uguaglianza di genere e la lotta contro la violenza sulle donne nella politica nazionale.

Tuttavia, il GREVIO ha sottolineato le aree in cui la Croazia deve adeguarsi meglio alla Convenzione di Istanbul. Si è evidenziata la necessità di comprendere la “natura di genere” di tutte le forme di violenza contro le donne, mettendo in luce “preconcetti e atteggiamenti patriarcali” che sembrano ancora prevalere nel sistema giudiziario, spesso portando alla classificazione di gravi incidenti di violenza come semplici infrazioni, anziché reati, con conseguenti sanzioni più leggere.

Il gruppo di esperti è “preoccupato” dalla mancanza di “politiche comprensive” per affrontare altre forme di violenza contro le donne, come lo stalking, le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati, la sterilizzazione forzata o l’aborto forzato.

Con soli 25 rifugi e un totale di 346 posti letto in Croazia, il Paese non raggiunge l’obiettivo di un rifugio ogni 10.000 abitanti, e la carenza di personale rende difficile fornire supporto psicologico e psicosociale alle vittime, come riportato nel rapporto.

Un’altra “grave preoccupazione” riguarda il fatto che la maggior parte dei rifugi esistenti non dispone di strutture adatte per ospitare donne con disabilità, donne con problemi di dipendenza e donne che necessitano di cure mediche speciali. Il GREVIO ha anche notato la mancanza di una formazione sistematica e obbligatoria per gli operatori sanitari e sociali.

Il GREVIO ha esortato le autorità croate a prestare maggiore attenzione ai bambini che sono stati testimoni o vittime di violenza domestica, poiché i giudici non sempre considerano la violenza di un genitore sull’altro come motivo per limitare i diritti di accesso del violentatore al proprio figlio.

Il GREVIO ha inoltre chiesto che venga garantito un finanziamento stabile e sostenibile alle organizzazioni non governative che lavorano per prevenire la violenza e sostenere le vittime, nonché la creazione di centri di crisi per le vittime di stupro e/o violenza sessuale. È stato inoltre suggerito di regolare legalmente la rimozione immediata della “persona violenta” da una residenza condivisa in situazioni di pericolo imminente per la sicurezza della vittima e dei suoi figli.

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