Conti in rosso. All’UPT perdite per 780mila euro

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Conti in rosso. All’UPT perdite per 780mila euro

TRIESTE | Manca circa un mese alla scadenza del mandato del Commissario nominato per l’Università Popolare di Trieste nel dicembre del 2018. Una misura decisa per la prima volta nella lunga storia dell’ente morale fondato nel 1899. Servono “idonee azioni di risanamento della condizione economica e finanziaria”, si leggeva in un atto ministeriale che rispecchiava la posizione della Regione FVG e della Prefettura, da dove si rilevava: “Si sta studiando il caso”. Ora, stando a fonti di stampa, sarebbe stato chiuso il bilancio consultivo 2017 dell’UPT. “Il patrimonio netto evidenzia una perdita di 79.963 euro, che va ad aggiungersi alle perdite mai coperte e portate a nuovo dagli anni precedenti di 301.600 euro, per un totale, dunque, al 31 dicembre del 2017 di 381.563 euro. Un trend di depauperamento del patrimonio che aggrava di anno in anno la situazione dell’UPT e che, a bilancio, evidenzia anche debiti per 401.946 euro oltre a debiti verso i creditori di ulteriori 51.316 euro. La differenza tra attività e passività regge esclusivamente grazie al patrimonio immobiliare dell’UPT: l’ampio appartamento che si affaccia su piazza Ponterosso, sede dell’ente morale e che negli anni ha subito un’importante rivalutazione”, scrive il Piccolo.

Stipendi e contributi

Sempre stando all’articolo pubblicato dal quotidiano di Trieste “il bilancio indica, a fine 2017, una disponibilità nei conti correnti di poco più di 210mila euro, necessari a pagare anche stipendi e contributi”. L’organo commissariale – composto dall’ex prefetto Francesca Adelaide Garufi, dal commercialista Alessandro Paolini e dalla viceprefetto Marzia Baso –, nella nota integrativa al bilancio di esercizio, spiega che quel documento finanziario, presentato con ampio ritardo, è stato predisposto dall’organo amministrativo in carica alla data del commissariamento. “L’organo commissariale – riporta il Piccolo – vista la relazione sul bilancio rilasciata dal collegio dei revisori, si è limitato a dirimere le questioni ostative poste dagli stessi effettuando, ad esempio, gli accantonamenti ritenuti congrui alla copertura dei rischi rilevati”.

I rilievi dei revisori

I revisori avevano espresso parere non favorevole all’approvazione del bilancio proposto lo scorso novembre, perché, si ricorda nell’articolo, “dall’esame effettuato a campione di talune voci dello stato patrimoniale – avevano evidenziato a verbale – sono emersi dati incompatibili con un utile d’esercizio”.
Diversi sono i quesiti rispetto ai quali ci si attende faccia luce il commissario Garufi.” Da cosa sono state provocate quelle perdite e da cosa derivano quei debiti? Chi è responsabile di certe scelte? Come sono stati utilizzati, ad esempio, nel dettaglio, i 250mila euro inseriti tra i debiti riferiti ad “anticipazioni, effettuate nel corso del 2017 – scrive l’organo commissariale – prelevando le somme dai conti relativi alla gestione del Fondo di Riserva ex legge 19 (150mila euro) e alla gestione propria dei contributi ministeriali ricenuti ex legge 19 (100mila euro)?”, si legge ancora nell’articolo.

Conti in sospeso

Quanto ai debiti verso i fornitori, si citano “i 28mila euro verso il Comune, e poi conti in sospeso con agenzie di pubblicità, corrieri, assicurazioni. Il collegio dei revisori, invitando a fine 2018 il CdA a intraprendere adeguate iniziative volte al salvataggio dell’UPT, aveva evidenziato ‘operazioni irregolari, senza delibere del Consiglio direttivo – e anche senza la prevista autorizzazione del Ministero degli Esteri, per l’impiego dei fondi di riserva ai sensi delle annuali convenzioni con tale dicastero – avvenute in particolare all’inizio del 2017, con un uso improprio dei fondi pubblici”. Segnalazioni rilevanti, la cui fondatezza si attende venga o meno confermata dal commissario. “Dal bilancio, inoltre – si aggiunge –, risulterebbero per gli interventi previsti dalle convenzioni stipulate con la Farnesina dal 1999 al 2017, avanzi o economie per un importo complessivo di 735.474 euro, e un maggior costo per 503.153 euro, con un’ipotesi di saldo positivo. Dunque, stando a quel bilancio, e in attesa di quello dello scorso anno, servirebbero oltre 381mila euro per appianare le perdite, e almeno ulteriori 250mila per saldare il debito con il Ministero”.

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