Scoppia il caso Sljeme: sciatori assembrati e misure antiCovid bye bye

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Scoppia il caso Sljeme: sciatori assembrati e misure antiCovid bye bye

In Italia il 15 febbraio dovrebbero aprire i centri sciistici, ma con misure restrittive molto severe per evitare assembramenti ed evitare che si creino focolai di Covid. In Croazia, invece, si sta scendendo dalle colline già da diverso tempo e i centri sciistici del Paese sono presi d’assalto dagli amanti della neve, che quest’anno non possono raggiungere le località italiane, slovene, austriache e tedesche. Però, già da diverso tempo si segnala la palese violazione delle misure antiCovid. L’ultimo caso è scoppiato in questi giorni allo Sljeme, la montagna sopra Zagabria, famosa anche per il fatto che ospita una tappa della Coppa di Mondo di sci. Ebbene, le foto scattate martedì 2 febbraio durante le discese notturne hanno destato scalpore. Gli sciatori non rispettano le misure restrittive, ma nemmeno gli organizzatori si sono dati da fare per farle rispettare. Sui media croati sono state pubblicate alcune foto dei lettori-sciatori che dimostrano chiaramente gli assembramenti sia davanti alle biglietterie per l’acquisto dello ski-pass (lavorano soltanto due adetti) che davanti all’impianto di risalita. Anzi, le due code, a un certo punto, s’intrecciano, tanto che rispettare la distanza di sicurezza è impossibile.  “Il numero degli sciatori ammessi agli impianti di risalita è limitato a 1000, e quando vendiamo questo numero di ski pass, chiudiamo la biglietteria – ha detto il direttore del centro Sljeme Bernard Grebenar allo Jutarnji list -. Poi ci sono quelli che arrivano per scendere in slitta o che praticano lo sci di fondo e su di loro non abbiamo alcun controllo”.

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