Il codice dei giovani raffigurato da Naia Aurora

Mostra dell’alunna della SE Belvedere in Cittavecchia

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Il codice dei giovani raffigurato da Naia Aurora

L’amore per l’arte nasce quasi sempre nella più tenera età e anche nel caso di Naia Aurora Ribarić Russel, alunna della SE Belvedere di Fiume, le arti visive rappresentano un modo di esprimere i pensieri più nascosti e le emozioni difficili da tradurre in parole. La sua mostra, “Memes”, è stata inaugurata al Samovar bar in Cittavecchia. La ragazzina si definisce scherzosamente come una giovane artista nata con i pastelli in mano, che dipinge su tutte le superfici, compresi i muri. La passione per il disegno è nata prestissimo, ma da circa uno o due anni si occupa della trasposizione su tela con la tecnica della tempera di immagini popolari su Internet, che trova navigando su Google. “I motivi che preferisce sono quelli con protagonisti gli animali – ci ha rivelato all’inaugurazione della mostra –. È grazie all’aiuto della mamma, del fratello maggiore Niko e del direttore della SE Belvedere, Denis Stefan, che sono riuscita a organizzare questa piccola mostra”. Ha spiegato pure che cosa la lega all’America, rivelandoci che il papà è californiano e che ha visitato la California numerose volte. Da grande vorrebbe fare l’oculista e aprire una clinica privata col fratello maggiore, Niko.

All’apertura della mostra erano presenti, oltre ai famigliari di Nia Aurora, pure il direttore della Belvedere, Denis Stefan; una capatina l’ha fatta anche il Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, accompagnato dalla consorte Ilaria.

La «generazione Zeta»
Pensando alla comunicazione tra i ragazzi della cosiddetta “generazione Zeta”, ovvero i nati poco prima o dopo il Duemila, ci rendiamo conto che i vecchi schemi non sono più applicabili. Pure gli errori grammaticali possono diventare un mezzo espressivo che legittima alcuni valori sociali o che contribuisce a creare una subcultura contrapposta a quella dominante. Ed è proprio questo il tema portante dell’esibizione, ovvero un mezzo espressivo tipico del XXI secolo e della generazione di “Youtube”: i memes. Il termine è stato coniato da Richard Dawkins nel 1976 e indica un elemento di una cultura o civiltà trasmesso da mezzi non genetici, soprattutto per imitazione, ma le nuove generazioni li considerano in senso stretto messaggi che si autopropagano su Internet. Il bar in Cittavecchia ha messo a disposizione degli artisti fiumani una parete con 12 “cornici” da riempire con i propri lavori. Il progetto “Samovar Art Wall” propone così una “tela” sulla quale ci si può esprimere organizzando una mostra al mese. Gli interessati possono rivolgersi per informazioni all’indirizzo [email protected].

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