
L’Assemblea dei creditori dell’Uljanik ha deciso di avviare il processo di liquidazione del cantiere navale polese. Con oltre il 90 per cento dei creditori favorevoli, è stata approvata la proposta della curatrice fallimentare Marija Ružić. Durante la riunione svoltasi stamane al Tribunale commerciale di Pisino, la Ružić ha avanzato la proposta in questione perché non esistono delle basi su quali fondare il piano di ristrutturazione. La decisione prevede anche di interrompere tutte le attività della società e di vendere il patrimonio dell’Uljanik, ad eccezione di quello che potrebbe essere usato per l’eventuale riavvio della produzione.
Una decisione che era nell’aria per diversi motivi. Ma il principale è stato sottolineato dalla curatrice fallimentare. “La società non realizza ricavi e nemmeno si spera che possa farlo in futuro – ha spiegato Marija Ružič . Inoltre, il debito di 4,85 miliardi di kune (circa 650 milioni di euro) supera di molto il valore del patrimonio, che è fermo a 1,75 miliardi di kune (circa 235 milioni di euro). Ed è questo il motivo per il quale il piano di ristrutturazione non può essere realizzato”.
E adesso?
La curatrice fallimentare ha poi ventilato la possibilità di riavviare la cantieristica polese attraverso la Uljank brodogradnja 1856, in cui dovrebbe confluire la concessione sul demanio marittimo dell’Uljanik SpA, nonché l’attrezzatura necessaria per lo svolgimento dell’attività. Ma questa possibilità non è stata discussa all’Assemblea dei creditori di oggi 22 gennaio, poiché la decisione sul futuro della cantieristica a Pola spetta al governo.
Stando ai dati dell’Ufficio nazionale collocamento sono più di 700 gli ex lavoratori delle varie società dell’Uljanik ad essere pronti a tornare a lavorare e ad includersi nel progetto di riavvio della produzione.
Boris Miletić: «Le sorti dell’Uljanik e dei suoi lavoratori sono nelle mani del governo croato»
“L’Assemblea dei creditori dell’Uljanik ha deciso oggi di avviare il processo di liquidazione del cantiere navale polese in quanto non esistono le basi sulle quali fondare il piano di ristrutturazione, ma sappiamo benissimo che esiste eccome la possibilità di far rivivere l’Uljanik. Ma questa è una decisione che spetta esclusivamente al governo croato che è pure il maggiore creditore della società”, ha dichiarato il sindaco di Pola Boris Miletić. “Saluto la decisione del governo di salvare la Đuro Đaković e il 3. Maj anche se si tratta di un approccio selettivo dello stato nei confronti di imprese strategiche. L’Uljanik, purtroppo, non può godere dello stesso trattamento”, ha aggiunto Miletić dicendo altresì come ci sia ancora speranza per il cantiere navale di Pola. “La municipalità ha sempre dato una mano all’Uljanik e ai suoi lavoratori, e continuerà a farlo anche in futuro”, ha concluso Miletić.
Le parole del ministro Horvat
“Come ha detto la stessa curatrice fallimentare, le decisioni prese all’Assemblea dei creditori non devono significare la fine della cantieristica a Pola”. Lo ha asserito il ministro dell’Economia Darko Horvat, in un comunicato stampa diramato dal Dicastero di cui è a capo. “Come negli altri casi a cui abbiamo testimoniato anche in questo ci atterremo alla regola che ogni attività sottintenda anche la responsabilità verso i lavoratori, verso l’azienda, ma anche verso lo Stato. Non dobbiamo metterci in condizione di pagare a caro prezzo le decisioni aziendali”, ha aggiunto Horvat secondo il quale la condizione per qualsiasi garanzia statale deve essere la possibilità di adempiere agli obblighi assunti.
Nel comunicato del Ministero dell’Economia si afferma che una via percorribile potrebbe essere il Piano proposto dalla curatrice fallimentare secondo la quale i beni mobili e immobili necessari all’attività potrebbero essere trasportati dalla Società fallita a quella nuova, la Uljanik Brodogradilište 1856.
“Il governo croato, quale maggiore creditore dell’Uljanik, deve ancora prendere una decisione in merito. Decisione che deve prendere in esame i rischi finanziari e legali per il bilancio dello Stato ed essere in conformità con gli atti dell’Unione Europea inerenti le sovvenzioni statali”, recita infine il comunicato stampa del Ministero dell’Economia della Croazia.
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