Pavičić «Siamo noi la squadra da battere»

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Pavičić «Siamo noi la squadra da battere»

FIUME | A sette giorni dalla vittoria in casa della Dinamo il Rijeka oggi torna nella capitale, non al Maksimir, ma allo stadio di via Kranjčević. La squadra fiumana questa volta affronta la Lokomotiva nell’anticipo della 33ª giornata di campionato (ore 18), una squadra in salute che ha dimostrato di essere capace di tutto. In questo stesso impianto, poche settimane fa, il Rijeka venne umiliato dal pericolante Rudeš. Oggi la struttura, dove un tempo lo Zagreb ospitava anche le partite della Prima Lega jugoslava, con il suo seguito di tifosi, è ai limiti della regolarità. Oltre alle strutture, c’è anche un terreno di gioco che non agevola chi deve attaccare.
Il tecnico Matjaž Kek ha annunciato ieri la partita assieme al centrocampista Domagoj Pavičić, che è un ex. Per la gara di oggi, la quartultima di un campionato che vede sempre da sola in vetta la Dinamo con 6 punti di vantaggio, Kek non disporrà del capocannoniere della Prima Lega, cioè del brasiliano Heber, del portiere Prskalo e del giovane attaccante Dangubić, comunque poco utilizzato finora. Pavičić, giunto la scorsa estate in prestito dalla Dinamo fino a gennaio, per poi essere riscattato, è oggi uno degli uomini chiave nel sistema di gioco praticato dal tecnico sloveno. Il centrocampista è fiducioso quanto l’allenatore: “La Lokomotiva nelle ultime giornate sta crescendo, ma noi dobbiamo guardare soltanto a noi stessi. Dovremo essere determinati e concentrati, scendendo in campo come squadra da battere. Sono convinto che abbiamo i mezzi per tornare a casa con l’intera posta in palio. Gli avversari hanno molti giocatori insidiosi e dovremo cercare di arginarli”.
Per Kek, come egli stesso ammette, le trasferte in via Kranjčević non sono sempre state piacevoli: “Credo che ci sarà tanto da vedere. Potrebbe essere una gara interessante per il pubblico o, forse, solo per noi allenatori. C’è comunque qualità sufficiente, da entrambe le parti, per dare vita a un bello spettacolo. Anche il terreno di gioco oggi dovrebbe essere a posto per cui dovrebbero esserci le condizioni per giocare bene”.
Il Rijeka è reduce da tre vittorie consecutive, tutte per 1-0, di cui l’ultima al Maksimir contro la capolista. Dopo questa partita Kek aveva detto di essere soddisfatto soltanto dei punti. “In certe fasi della gara non ero soddisfatto del rendimento – ha precisato –. Non sono uno di quegli allenatori che si esaltano quando si vince e che danno la colpa agli arbitri quando si perde. Al Maksimir è mancata un po’ di energia a centrocampo, a livello individuale. Tra l’altro, anche Domagoj è tra quelli che non si sono espressi al massimo. Dicendo ciò non intendo dire che è mancato l’impegno. Anche in Champions League ci sono giocatori che nel corso di una stagione subiscono dei cali di rendimento. È normale. Il compito mio è di preparare i giocatori per gli appuntamenti più importanti. Non è possibile mantenere per quattro mesi lo stesso livello. Io continuo a non farmi travolgere dall’euforia quando le cose vanno bene così come non mi dispero quando vanno male. Vincere al Maksimir è anche una questione di prestigio e poi, il solo fatto di aver interrotto una tradizione negativa al Maksimir in campionato ci dà fiducia e serenità”.
Cos’ha la Lokomotiva che le consente di mettere in difficoltà chiunque? “A livello individuale hanno tanti giocatori in grado di fare la differenza, ma ciò che caratterizza di più il loro gioco è la capacità di cambiare modulo e ritmi nel corso della gara. Sanno alzare il ritmo e sanno anche chiudersi in difesa da dove ripartire velocemente verso la porta avversaria. Stiamo parlando di una squadra guidata molto bene e costruita attraverso un’ottima selezione”.

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