Lussino anni ‘20-‘30 decolla il turismo vip

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Lussino anni ‘20-‘30 decolla il turismo vip

Fotografie, manifesti, documenti, anche inediti, che testimoniano lo sviluppo economico e sociale di Lussinpiccolo tra le due guerre mondiali. S’inaugura questa sera (ore 17.30) presso il Civico Museo della civiltà istriana fiumana dalmata di Trieste, la mostra “S.I.S.A. Trieste e Lussino ‘al volo’ fra gli anni ‘20 e gli anni ‘30”, allestita dall’Istituto regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata (IRCI), in collaborazione con la Comunità di Lussinpiccolo e con l’Associazione MareCielo “Gianni Widmer”. L’iniziativa si ricollega alla rievocazione, promossa tre anni fa, del primo volo di linea con gli idrovolanti che congiunse Trieste a Torino nel lontano 1926, grazie alla capacità imprenditoriale dei lussignani Cosulich, dell’omonima compagnia di Navigazione, fondatori della S.I.S.A., Società Italiana di Servizi Aerei. La collaborazione con l’IRCI ha portato nel 2017 al secondo appuntamento, incentrato sull’apertura della linea fra Trieste e Zara. Quest’anno il percorso prosegue con la rivisitazione della tratta che da Trieste portava a Lussino; linea che sarà rievocata sabato 19 maggio.

L’IRCI, ancora con la “Gianni Widmer” e stavolta con l’attiva partecipazione della Comunità di Lussinpiccolo, ha predisposto un interessante percorso storico/documentale, che offre da una parte la dimensione del volo – partendo dagli esordi locali e fino alle esperienze con gli idrovolanti della S.I.S.A. nell’evoluzione del volo che diventa atto quotidiano fra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso – e dall’altra parte getta uno sguardo proprio sulla vita a Lussino in un periodo che, dopo l’incubo della Prima guerra, fu segnato da una formidabile rinascita.

Degrassi: «Guardo a un mare che unisce»

Nel 2001 l’IRCI si unì alle celebrazioni per il 75º anniversario del primo volo di linea Trieste – Torino, effettuato il 1º aprile 1926 con gli idrovolanti della S.I.S.A. “In collaborazione con la Provincia di Trieste, allestimmo una mostra per rievocare le vicende della S.I.S.A. e, con lo slogan, ‘Sulle ali degli idroplani’ ricostruimmo anche i percorsi dell’altra linea, quella che da Trieste portava verso l’Istria, con la base storica a Portorose, per arrivare a Brioni, Fiume, Lussino, Zara e, da là, ad Ancona – rileva Franco Degrassi, presidente dell’IRCI –. Dopo l’iniziativa dello scorso anno con cui abbiamo voluto ricordare il 90º del primo volo commerciale verso Zara, quest’anno in una nuova rievocazione andremo agli anni Venti e Trenta del Novecento a ripensare allo scalo lussignano”. Quella che si propone al pubblico è un’ulteriore esposizione fotografica e documentaria, che testimonia ancora una volta l’attività, il genio, la cultura delle genti di queste terre, giocata stavolta fra Trieste e Lussino. 
“Le celebrazioni saranno completate anche dalla rievocazione storica di quel primo volo di novant’anni fa con un idrovolante dell’Aeroclub di Como, che arriverà sul mare di Trieste e da qua, con volo dimostrativo, raggiungerà il mare di Lussino per poi tornare nel capoluogo giuliano. Mi piace pensare che, anche attraverso il volo – conclude Degrassi –, si possa affermare che questo nostro mare unisce e non separa”. Annessa al regno d’Italia il 5 gennaio 1921, in seguito al Trattato di Rapallo, l’isola nel maggio dell’anno successivo accolse sollennemente il re Vittorio Emanuele III, accompagnato dalla regina Elena e dalla principessa Iolanda. Era il preludio di un cambiamento epocale, all’insegna dell’innovazione e della modernità: nel 1919 venne riaperto il cantiere per la costruzione di una strada per collegare direttamente la piazza di Lussinpiccolo alla carrozzabile per Lussingrande. Nel 1926 venne inaugurata via Vittorio Emanuele III, conosciuta dai lussignani come Strada Nova e più o meno nello stesso periodo fu dato inizio alla costruzione di un nuovo raccordo carrozzabile, dalla fine della via Vittorio Emanuele fino a Lussingrande.
Un’altra opera pubblica di grande interesse, fu lo scavo dell’istmo di Privlaca, in prossimità dei cantieri Martinolich e Piccini. Grazie all’apertura di questo collegamento tra Quarnerolo e Valle d’Augusto, e quindi Quarnero, le barche da pesca e le imbarcazioni da diporto potevano risparmiare alcune decine di miglia nel collegamento tra Lussino e i porti della costa dalmata, per esempio Zara. I lavori iniziarono nel luglio 1935, con i fondi dei privati lussignani e con la tenace operosità delle maestranze locali. Nel 1936 il ponte provvisorio sul nuovo canale dedicato al ministro Costanzo Ciano, fu sostituito da uno girevole messo a disposizione dalla Marina Militare Italiana.

lussino volo
Impulso all’imprenditoria

L’imprenditoria, e così pure i cantieri, risorsero a nuovi fasti, facendo conoscere Lussino nei moderni ambienti d’élite di tutto il mondo. In quelli dei Martinolich e quelli di Ottavio Piccini, di Federico Scopinich “Vizerina” e di Piero Tarabocchia “Violincich”, si costruivano prevalentemente imbarcazioni da regata e da diporto per soddisfare una clientela esclusiva, nazionale e d’oltre oceano. Ma investirono sull’isola anche imprenditori non lussignani come il dott. Fulvio Merosi, lombardo, che mise in piedi sulla piana di Licchè un allevamento di agnelli da pelliccia karakul; oppure il milanese comm. Gaetano Ceschina, che acquistò per speculazione immobiliare quasi tutte le ville e gli alberghi di Cigale e alcune ville di Lussingrande, oltre all’ex hotel De la Ville di Lussinpiccolo.
Le estati si animarono con l’arrivo delle famiglie, che a loro tempo si erano trasferite a Trieste, Milano, Roma, ma che puntualmente rientravano in patria per godere del sole, del mare e degli scogli nativi. Balli, gite, competizioni sportive portarono sull’isola ventate di allegria e attualità. E anche nuovi ospiti. Personaggi altolocati della nobiltà italiana e ricchi magnati esteri non mancarono di frequentare Lussino, gravitando nell’ambiente degli yacht e della navigazione da diporto. Gli angoli di questo piccolo pezzo di paradiso furono immortalati da artisti come di Guido Grimani, Guglielmo Grubissa, Michael Ruppe, Leontine von Littrow, per citarne alcuni.

I Cosulich, simbolo del senso d’impresa

Comunque, l’evento che più di ogni altro fece innalzare Lussino ai vertici dell’adeguatezza, ai tempi fu l’inaugurazione di una linea aerea regolare, che in un’ora o anche meno collegava l’isola a Trieste e a Zara. E da qui al resto d’Italia e del mondo.
“L’imprenditoria della Venezia Giulia trova nel nome dei Cosulich, lussignani, uno dei simboli più efficaci del senso d’impresa – osserva Piero Delbello, direttore dell’IRCI, autore della mostra e dell’opuscolo che l’accompagna –. La famiglia era già ampiamente nota nella dimensione marina con quella Società di Navigazione Austro-Americana i cui piroscafi solcavano gli oceani e dal mare di Trieste, primo porto dell’Impero austro-ungarico, raggiungevano le Americhe”. Sarebbe diventata, nel primo dopoguerra, la Cosulich Line e ancora, prima da sola, e in seguito con le consorelle italiche nelle Flotte Riunite, avrebbe dettato legge sul mare. “Ma la vena dei Cosulich era inesauribile. Esisteva una nuova via, rapida, quasi senza ostacoli, che andava percorsa: il cielo. E, appena finita la buriana del primo conflitto mondiale, sarebbe nata l’idea della navigazione aerea e il germe di quella che sarebbe diventata la S.I.S.A., Società Italiana Servizi Aerei, la nuova impresa dei Cosulich”.
Il volo era all’epoca ancora ai primordi. “La Prima Settimana Aviatoria nelle nostre terre, immortalata dal mordace manifesto di Glauco Cambon, si era svolta nell’area di Zaule soltanto nel 1911 e fra i partecipanti aveva brillato l’astro locale di quel Gianni Widmer, che sarebbe stato protagonista tecnico anche dell’avventura della S.I.S.A. dei Cosulich. 
L’esperienza dell’aviazione militare durante la Prima Guerra sarebbe servita da bagaglio per intraprendere in via civile e commerciale l’avventura del volo. Subito agli inizi degli anni ‘20, i Cosulich, proprietari anche di un grande albergo nella vicina Portorose, intrapresero i primi voli con gli idroplani di derivazione militare per portare i turisti da Trieste all’amena località balneare. Da questo alla creazione della prima linea civile, volta da una parte verso Torino e dall’altra verso la Regione Giulia e la Dalmazia, il tempo sarebbe stato brevissimo e, sul finire del 1926, un CANT si sarebbe levato in volo dalle acque di Trieste per ammarare nello specchio di mare davanti a Zara”. Nel dicembre 1928, la tappa a Lussino fu inserita nella linea a lunga tratta Trieste, Lussino, Zara, Ancona.

LUSSINO in spiaggia a Cigale
Il tragico incidente del 1930

Non mancarono gli incidenti. Come quello che avvenne il 20 agosto 1930. A bordo del CANT 22 I-AACL “San Giusto” c’erano la signora Ersilia Vidulich, suocera di Guido Cosulich – l’ultimo presidente della SISA –, con le due nipotine Emma di dieci anni e Noretta di sette. La piccola comitiva si stava recando da Lussinpiccolo a Zara per fare conoscere le due bimbe al professor Giaxa, che era stato padrino di battesimo della signora Carmen Vidulich Cosulich, madre delle bimbe. Lungo il percorso una pala di una delle tre eliche si staccò e venne proiettata all’interno della cabina passeggeri uccidendo sul colpo Emma e ferendo gravemente la nonna Ersilia. L’aereo, pilotato dal comandante Armando Ulivi, riuscì poi a tornare indietro ammarando
nella baia di Cigale. La sorella Noretta negli altri suoi 87 anni di vita mai riuscì a togliersi dalla mente il ricordo di tutto quel sangue nella cabina dell’idrovolante.
La mostra ricostruisce questo e altri episodi, ai più sconosciuti. Rievoca un’“epoca bella”, la vicenda complessiva della S.I.S.A. e dei suoi capitani (e piloti) coraggiosi, con particolari e nuovi dettagli raccolti grazie anche all’iniziativa dello scorso anno. Realizzata e gestita con l’aiuto del Gruppo Volontari IRCI, l’esposizione rimarrà aperta (a entrata libera) fino al 3 giugno (con i consueti orari: da lunedì a sabato dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 18.30; domenica dalle 10 alle 18.30). Un’imponente messe fotografica dona l’esemplare quotidianità della vita dell’isola, con la proposta in mostra di interessanti scorci e viste inconsuete. 
Corona il tutto, una pubblicazione curata da Piero Delbello e dalla scrittrice lussignana, Rita Cramer Giovannini.

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