Istra 1961-Rijeka Vinca il migliore

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Istra 1961-Rijeka Vinca il migliore

FIUME | I derby del buon vicinato sono sempre partite particolari, anche se la globalizzazione che ha investito ogni segmento della vita quotidiana, e così anche il calcio, ha finito inevitabilmente per togliere qualcosa in tema di “senso d’appartenenza”. Per carità, con ciò non vogliamo assolutamente mettere in discussione o sminuire l’impegno e l’attaccamento alla maglia da parte dei singoli, ma sono ormai davvero pochissimi i calciatori di Rijeka e Istra 1961 che vivono lo scontro diretto come qualcosa di speciale, una gara nella quale dare il cento per centro e magari anche qualcosa di più. Tuttavia, il 3-3 dell’andata conferma che il derby può essere emozionante anche così: difficile infatti ricordare un Rijeka-Istra 1961, a prescindere se si giocasse a Fiume o Pola, più equilibrato e appassionante di quello dello scorso agosto a Rujevica. La speranza è che gli spettatori si divertano altrettanto anche domani pomeriggio al Drosina (ore 15) e che vinca il migliore.

La classifica può ingannare
Al Rijeka sperano ovviamente di essere loro a fare bottino pieno, dando così un calcio definitivo al periodo di crisi. Tre vittorie in quattro incontri disputati dopo il cambio in panchina fanno indubbiamente ben sperare, ma dire che a Pola sarà una passeggiata è assolutamente fuori luogo. “Ci aspetta un impegno molto difficile, alla vigilia del quale non dobbiamo assolutamente trarre delle conclusioni guardando la posizione di classifica delle due contendenti – mette in guardia i suoi Igor Bišćan –. In base a ciò che ho visto, e ho visto davvero parecchie partite dell’Istra 1961, posso dire che la squadra polese ha molta più qualità dei punti racimolati in graduatoria. Ci sono tante buone individualità, soprattutto in attacco. Alcuni saranno assenti, altri ci saranno e possono farci male. Un po’ come noi, anche loro sono tuttora un cantiere aperto. Dobbiamo essere pronti a tutto, giochiamo in trasferta, e per noi potrebbe essere un bivio in vista di ciò che ci aspetta nell’arco di un mese. Non sarà facile ottenere i tre punti in palio, però vogliamo assolutamente estendere la nostra serie positiva. Siamo favoriti, e come tali dobbiamo comportarci anche in campo”, sentenzia il tecnico.

Zuta malconcio, ma ci sarà
La gare con il Rudeš ha confermato quali siano le gerarchie di Bišćan per quanto concerne l’undici titolare. “Non credo che possa esserci un undici ideale, ogni partita è specifica e ogni avversario richiede un adeguamento tattico e negli interpreti. Sono qui da poco tempo e ancora sempre in una fase di adattamento alla squadra e viceversa. Credo, poi, che la lotta per un posto da titolare debba esserci sempre, perché nessuno sente di avere il posto garantito e allo stesso tempo nessuno ha la consapevolezza di essere escluso in partenza. L’ossatura della squadra esiste, ma siccome non siamo tuttora al top, c’è spazio di manovra per cercare di migliorarsi. Ogni singola contesa è un’occasione per mettersi in luce, soprattutto in ottica di un mese difficilissimo. Decido la formazione da mandare in campo in base al periodo di forma del singolo, di ciò che vedo negli allenamenti e in base alle sensazioni che ho. L’asse Lončar-Pavičić? Penso che possano coabitare, a patto di dimenticare ciò che è stato in passato. Adesso ricoprono una nuova posizione in campo, con compiti ben diversi. Se non ritenessi che possano ricoprire quel ruolo, non li rischierei. Contro il Rudeš ha funzionato, il che non significa automaticamente che sarà così di partita in partita”.
Svelati, dunque, due undicesimi dell’undici anti-Istra 1961. Bišćan ne elenca, indirettamente, anche altri. “Heber mi sembra ultimamente molto più vivace, quasi ritrovato, mentre Čolak ha trovato una costanza nella realizzazione. Un fatto da tenere sicuramente in considerazione anche se entrambi hanno un 20 o 30 per cento di margine di miglioramento. Kvržić può ritenersi un titolare? Sì. È stato fuori per diverso tempo, poi non ha ricevuto una vera occasione, ma sia contro il Varaždin che contro il Rudeš ha fatto vedere ottime cose. Ha qualità tecnica e senso di responsabilità: penso che possa dare tanto a questo Rijeka”.
Indisponibile il macedone Velkoski, che sta diventato sempre di più un “caso”, in settimana c’è stato anche qualche problema per il suo connazionale Zuta, che non si è allenato per due giorni a causa di problemi gastrointestinali. Il laterale è sulla via del recupero e a Pola ci sarà quasi sicuramente. Per Čolak invece qualche fastidio all’inguine, ma nulla di preoccupante.

Il fattore… sorpresa
Tornando al 3-3 di Rujevica, in quell’occasione Manolo Marquez e l’Istra 1961 sorpresero parecchio dal punto di vista tattico il Rijeka di Matjaž Kek. Potrebbe succedere nuovamente, per di più che sulla panchina polese c’è ora Krunoslav Rendulić, arrivato da poco? “Non possiamo escludere a priori che s’inventino… qualcosa di nuovo – riconosce Bišćan –. Il mio collega Rendulić sta ancora cercando la quadratura del cerchio e siccome non ci saranno diversi titolari, che abbiamo iniziato a conoscere meglio, è possibile che tiri qualcosa fuori dal cilindro e ci faccia una sorpresa in campo. Come ho detto prima, dobbiamo essere pronti a tutto e concentrati al massimo”.

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