Giovanni Cernogoraz «Sto già pensando a Tokyo»

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Giovanni Cernogoraz «Sto già pensando a Tokyo»

Quando troviamo l’occasione o il pretesto per incontrare Giovanni Cernogoraz, il primo pensiero è sempre lo stesso. È impossibile dimenticare quel caldo pomeriggio di agosto alla tivù, a seguire la finale di tiro a volo alle Olimpiadi di Londra 2012. Tra pochi mesi, quindi, saranno passati sei anni da quel magico momento, da un oro olimpico che nessuno si aspettava. Il pretesto per parlare con l’atleta connazionale di Cittanova è la Coppa Beretta che si è svolta lo scorso fine settimana nel poligono dell’Accademia di tiro a volo di Businia, gestita da Cernogoraz, una struttura nata nel 2014 con il sostegno dell’Unione Italiana in collaborazione con l’Università Popolare di Trieste.
La Coppa Beretta è arrivata alla quinta edizione. “Quest’anno è stato stabilito il record con 120 tiratori e quindi abbiamo fermato le iscrizioni. Ci sono molti dei migliori tiratori del circuito mondiale e quindi non possiamo che essere soddisfatti. La Beretta ci sostiene con i premi e con l’organizzazione. Sono arrivati atleti da Italia, San Marino, Montenegro, Slovenia, India, Russia e Ucraina. In ogni caso un successo”, dice soddisfatto Cernogoraz nel suo poligono che continua a crescere, indubbiamente grazie al prestigio del titolare, ma anche in virtù delle condizioni per allenarsi e gareggiare.
L’Accademia ha anche lo scopo di creare quelli che saranno i campioni in futuro. “L’Accademia sta andando bene, con tre ragazzi che hanno raggiunto risultati importanti a livello nazionale. Quest’anno, per la seconda volta, sono stati convocati in nazionale per la Coppa del Mondo juniores. C’è anche qualche problema che ci impedisce di allenarci nel migliore dei modi. A causa delle difficoltà finanziarie, l’Unione Italiana ritarda un po’ con i pagamenti per le cartucce”.

Dopo la sosta invernale, il calendario internazionale 2018 si è aperto con la prova di Coppa del Mondo in Messico, una tappa che Cernogoraz ha saltato. In quest’anno solare ci saranno comunque altri appuntamenti importanti. “Nel calendario c’è la seconda prova di Coppa del Mondo in Corea del Sud, nello stesso posto in cui si svolgeranno i Mondiali. Parteciperò anche alla terza prova a Malta e quindi agli Europei in Austria e ai Giochi del Mediterraneo. La passata stagione, tutto sommato, è stata buona, con quattro medaglie importanti, ma l’obiettivo principale era il Mondiale. Purtroppo, non sono riuscito a raggiungere la finale per un solo piattello. A lungo termine, oltre a cercare di fare bene a questi appuntamenti, il mio obiettivo più importante è quello di raggiungere la norma olimpica per Tokyo. Dopo questo traguardo, penseremo al resto, agli altri progetti per il futuro”.
La stagione è lunga, anche quando non si gareggia. La concorrenza non perdona e tra i migliori si affacciano con una certa frequenza anche tiratori giovani. Il trap, tradizionalmente, è uno sport in cui i risultati migliori non arrivano presto, anzi, si fanno aspettare. Molti dei grandi campioni, di oggi e di ieri, hanno dato il meglio di sé intorno ai quarant’anni. In questo senso Cernogoraz è stato un precursore, capace di conquistare l’oro olimpico a Londra a 29 anni. Il suo successo più importante è stato sorprendente anche per una questione anagrafica. “Oggi ci sono sempre più giovani, cioè sempre più giovani bravi. La scena mondiale sta cambiando anche sotto questo punto di vista”, conferma Cernogoraz, che ora non può essere considerato acerbo per questa particolare disciplina. Che tipo di preparazione richiede una carriera agonistica di questo livello per un tiratore? Ci sono delle soste? “Per quanto riguarda il tiro c’è un mese e mezzo di pausa tra novembre e dicembre, ma è lì che inizia la preparazione atletica, anche molto intensa, per la nuova stagione. Per il resto, è un allenamento che dura tutto il giorno. Sto in pedana dalle 9 del mattino a mezzogiorno e poi nel pomeriggio dall’una e mezza alle quattro. Per concludere, ci sono due, due ore e mezza in palestra”.
Il trap, tiro a volo o fossa olimpica, nomi con cui chiamiamo questa disciplina, è uno sport che si svolge lontano dagli occhi del grande pubblico e che viene scoperto negli anni bisestili, quelli in cui vengono assegnate le medaglie olimpiche, soltanto qui con l’attenzione mediatica riservata abitualmente ad altri contenuti e discipline sportive. In questo caso, cerchiamo di cogliere un momento “normale” dell’attività di un campione, per ricordare che, tra un’Olimpiade e l’altra, sta stendendo le bozze per nuove avventure come quella che ci ha fatto emozionare e commuovere sei anni fa. Per Cernogoraz questo colloquio, non legato a un recente successo sportivo, è anche l’occasione per esprimere gratitudine verso chi lo sostiene, non soltanto moralmente: “Vorrei ringraziare quelli che mi aiutano, dalla Città all’Ente per il Turismo di Cittanova, all’azienda Aminess, che mi sostiene anche nell’ambito della società di tiro”.

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