«Acqua». Un piccolo gioiello teatrale

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«Acqua». Un piccolo gioiello teatrale

FIUME | La siccità, la sete e le avverse condizioni meteorologiche, in cui s’intrecciano dinamiche sociali tra individuo e collettività. Il tutto inserito in una piccola comunità insulare con personaggi variopinti. È questo il filo rosso alla base della rappresentazione “Acqua”, tratto dal breve racconto di Vladimir Nazor del 1927, allestimento realizzato congiuntamente dal Dramma Croato e dal Balletto del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume, al debutto sabato sera.

È un piccolo gioiello, ben fatto, realizzato, interpretato e trascinato da una forte sinergia di lavoro tra il DC e il Balletto. Lo spettacolo, coinvolgente e ritmato, ha l’obiettivo di far riflettere sull’importanza dell’acqua nella nostra vita e confrontarla con quella di coloro che, invece, ogni giorno nel mondo, non ne dispongono in quantità e qualità sufficienti. La carenza di acqua potabile è un’emergenza mondiale e in alcune aree del pianeta è una vera e propria catastrofe. È per questo che l’Assemblea delle Nazioni Unite dal 1993 ha scelto di proclamare il 22 marzo, la Giornata Mondiale dell’Acqua – World Water Day. La nuova rappresentazione dello Zajc rientra proprio nel programma relativo alle celebrazioni della Giornata mondiale dell’acqua a Fiume. Non a caso gli sponsor della pièce sono la municipalizzata Acquedotto e canalizzazione e l’Associazione croata per la tutela dell’acqua.

Una piccola comunità insulare

“Acqua”, nella messa in scena diretta e coreografata da Matija Ferlin, introduce il pubblico nella realtà di una piccola comunità insulare della Dalmazia meridionale, che da tre mesi soffre a causa della grave siccità che l’ha colpita. In un’ora di spettacolo sono raccontati il dramma delle sete, la follia e la disperazione delle persone e degli animali causate da ciò che comporta la mancata introduzione di fluidi nel proprio organismo. Il tutto viene narrato attraverso l’utilizzo di linguaggio fiabesco, in cui regna una piacevole calma, travolta da momenti di disperazione degli abitanti del villaggio.

Fondamentale, sotto quest’aspetto, la regia e la coreografia di Matija Ferlin, che assieme all’adattamento drammaturgico di Goran Ferčec, riesce a cogliere al meglio i meccanismi della breve novella di sole 24 pagine di Nazor. La storia dell’autore di Postire, sull’isola di Brazza, indirizza l’attenzione sulla comunità e sulle sofferenze collettive necessarie per superare i momenti di difficoltà. Un microcosmo caratterizzato da una vita faticosa, senza tregua, dove vige sempre l’angoscia per una nuova calamità. Esemplare la scena di quando la tanto agognata acqua finalmente sopraggiunge, nella forma di pioggia: questa, da salvezza muta velocemente in disperazione, perché la pioggia si trasforma in grandine che distrugge quel poco del raccolto che è stato risparmiato dalla siccità.
Molto bello il finale creato dal drammaturgo Goran Ferčec, in cui il giovane Vlado, restio a lasciare i genitori avviliti dopo che il raccolto è andato perso, viene comunque esortato da questi a trasferirsi in città, a Spalato, per frequentare il Reggio istituto scolastico per avere un’istruzione superiore e quindi la prospettiva di una vita migliore. Al pubblico viene suggerito che questo giovane impacciato, docile e timido, diventerà quel poeta e scrittore, primo Presidente della Repubblica Popolare di Croazia, ai tempi dell’ex Jugoslavia, Vladimor Nazor.
Molto bravi il gruppo di attori impegnati in scena, a iniziare dall’attrice Jelena Lopatić, che si confronta con la parte maschile del ragazzo Vlado. La Lopatić riesce a donargli tutto quel comportamento e la sorpresa fanciullesca che la tenera età del personaggio porta con sé. Non da meno sono Dean Krivačić e Marija Tadić nel ruolo dei genitori di Vlado. Jasmin Mekić vesti i panni di Košće, Aleksandra Stojaković Olenjuk quelli di Livija, Denis Brižić come Vito, Anastazija Balaž nei panni di Irma, Nikola Nedić nel ruolo di Juraj, Edi Čelić in quello del Prete e Aleksandar Cvjetković, da poco entrato a far parte del Dramma Croato dello “Zajc”, è la voce narrante della rappresentazione che collega i vari quadri della storia. Allo spettacolo partecipano anche i ballerini della sezione del Balletto, Maria del Mar Hernandez, Ksenija Duran Krutova, Helias Tut-Dorvault, Ricardo Campos Freire, Nika Lilek, Michele Pastorini e Ali Tabbouch. La scenografia semplice e astratta ma completamente funzionale è di Mauricio Ferlin, i costumi di Desanka Janković e Matija Ferlin, mentre autore delle musiche è il gruppo fiumano “Marinada”.

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