Sembrano piume ma sono animali (foto)

La natura non smette mai di stupire. I nudibranchi, molluschi gasteropodi dalle più varie dimensioni, hanno tutti la medesima caratteristica: sono privi di conchiglia. Ne esistono in tutti i mari del mondo, ma quelli che vivono nel Mediterraneo possiedono un fascino del tutto particolare

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Sembrano piume ma sono animali (foto)

Che fucina di meraviglie che è la natura. Lo studio dell’ambiente ci ha fatto conoscere aspetti usi e abitudini della quasi totalità delle forme di vita del nostro pianeta. I media ci hanno abituato a non meravigliarci, più di tanto, di fronte a situazioni che possono sembrarci improponibili e ad animali assolutamente fantastici. Comportamenti che in natura hanno una loro logicità e che a noi sembrano giustificabili solamente a fronte di un ragionamento puramente scientifico. La natura non fa nulla per nulla. Dunque la motivazione più affascinante che appassiona gli scienziati indirizzati nella ricerca è lo studio di ciò che si chiama la “logicità come motivo dell’essere”.

Affascinante microcosmo
Nel mare vive, tra gli altri, un microcosmo che rientra perfettamente in questo contesto. È un microcosmo talmente affascinante che presenta i suoi componenti nell’anacronistica veste di coloratissime piume flottanti, che quasi li escludono dalla logica animale. Sono i nudibranchi: dei molluschi gasteropodi dalle più varie dimensioni, ma che hanno tutti la medesima caratteristica: sono privi di conchiglia. Ne esistono in tutti i mari del mondo, ma quelli che vivono nel Mediterraneo possiedono un fascino del tutto particolare evidenziato da un’arruffata mescolanza di papille dorsali che li fanno sembrare a dei piumini multicolori in perenne movimento. Trascorrono la loro vita fluttuando o comunque spostandosi in bell’evidenza tra le praterie delle posidonie, sul substrato delle pareti rocciose o tra le alghe. Sono molto colorati e della vivacità dei colori ne fanno un segnale di avvertimento per i predatori a non attaccarli.

I nudibranchi infatti si nutrono, tra l’altro delle meduse, delle attinie e di altri invertebrati caratterizzati dal possesso di minutissime cellule urticanti che loro ingoiano predando, evitando accuratamente di frantumarle. Queste cellule vengono così trasferite dall’animale verso i propri organi periferici, sino all’estremità delle papille dorsali, trasformando la loro carne in bocconi tossici e urticanti a loro volta. La specie più rappresentativa e senza dubbio la più coreografica che vive nel nostro mare è la flabellina. Ve ne sono di diverse varietà, colori e forme. La loro dimensione di pochi millimetri la escludono spesso dalla visione superficiale del visitatore dell’ambiente sommerso. Conoscendone le loro abitudini alimentari che peraltro sono facilmente riscontrabili, possono però essere individuate senza troppa difficoltà. Basta, infatti, concentrarsi su una piccola porzione di substrato di parete o di fondale sui quali crescono delle spugne, ad esempio, oppure delle alghe o degli idroidi in genere, per vedere gli eterei piumaggi variegati e colorati vivacemente delle flabelline tremolare sul filo della corrente.

Natura che stupisce
Fotograficamente parlando, sono soggetti “macro” o comunque da riprendere a distanza molto ravvicinata. Le flabelline sono forse i nudibranchi per antonomasia, con quei piumaggi che si trasformano in una “volè” incredibile di strascico mentre gli animaletti incedono lenti sulle sottili e ingarbugliate ramificazioni. I loro “piumaggi” non sono altro che delle branchie che hanno il compito di aumentare e, di conseguenza agevolare la respirazione dell’animale. Fungono così da aiuto respiratorio alle più grandi branchie che, modellate a ciuffo, caratterizzano moltissime specie di nudibranchi. Durante la riproduzione assumono coreografiche composizioni finalizzate alla deposizione di migliaia di uova che alcune specie depositano, conglobandole in caratteristici nastri strutturati come una corolla di un fiore e fissati qua e là, come ricami floreali su di un prato. Alcune flabelline preferiscono invece mimetizzarsi, assumendo di volta in volta le tonalità di colore del substrato ove pascolano. Cibandosi di questo, grazie al loro corpo trasparente e a un apparato digerente di tipo molto particolare, assumono il medesimo colore del cibo.

Insomma, ancora una volta la natura non si stanca di stupirci. Non crea situazioni che non abbiano un logico motivo di essere, anzi ne accentua la logicità. Ci spinge a ragionare e a usare la nostra sensibilità per sorprenderci a valutare il mistero del buono contrapposto al cattivo, come il colorato dall’incolore o il bello dal repulsivo.

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