Rock caffè, trent’anni sulla cresta dell’onda

Il noto locale in centro città ha aperto i battenti il 20 dicembre del 1994 e ha ospitato una miriade di musicisti e complessi dando vita a circa 2mila concerti. La prima celebrazione di quest'importante anniversario si è avuta con l'apertura di una mostra retrospettiva, mentre in dicembre sono previsti altri eventi

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Rock caffè, trent’anni sulla cresta dell’onda
I riconoscimenti ricevuti dal “Rock Caffè” in questi trent’anni. Foto: FREDY POROPAT

È senza dubbio un luogo di culto della scena musicale polese e d’intrattenimento nell’insieme: il “Rock Caffè”, ubicato al civico 8 di via Scalier, nelle immediate vicinanze dell’Arena, nel prossimo dicembre, per la precisione il giorno 20, festeggerà anche ufficialmente i suoi trent’anni di attività, ovvero della sua apertura. Tre decenni caratterizzati ovviamente da alti e bassi in questo particolare club, con un continuo ricambio generazionale, ristrutturazioni e allargamenti, chiusure temporanee… forzate, tra cui quella dovuta all’epidemia di Covid-19, che in pratica ha messo in ginocchio il gestore Mirko Mocko, la cui perseveranza infine ha fatto sì che il Rock Caffè al giorno d’oggi funzioni normalmente. È da tener conto ad ogni modo che le attività del club nel corso dell’anno vengono suddivise nello spazio chiuso da ottobre a maggio con concerti e altri programmi, nonché in quelli all’aperto, quali le manifestazioni “Rock’n’Grill” all’idroscalo di Puntisella, e al Castello polese, con concerti di più ampio formato e con artisti più conosciuti, che possono attirare un pubblico molto più numeroso rispetto allo spazio del club, che può ospitare sino a 200 persone. Di questo e altro abbiamo parlato con lo stesso Mocko, che per ricordare il giubileo alla conclusione della stagione concertistica di recente ha organizzato prima il concerto della nota band zagabrese “Sick Swing Orkestra” e poi aperto una mostra allestita in ogni angolino del club proponendo oltre 2mila fotografie e un filmato della durata di diverse ore, in omaggio in primo luogo ai numerosissimi musicisti e agli ospiti che si sono esibiti in questo spazio˝.

Mirko Mocko nel proprio “angolo” del club.
Foto: FREDY POROPAT

Il sogno nel cassetto
“L’idea di aprire il ‘Rock Caffè’ è stata forse dettata dal fatto che all’epoca – così Mocko – lavoravo nell’allora ‘AT bar’, gestito dall’azienda alberghiera ‘Arenaturist’ in qualità di cameriere, e visto che erano tempi di guerra la stessa azienda si era decisa di dare in affitto il vano, che allora era molto più piccolo di oggi. Era un mio sogno nel cassetto avere un locale dove si potesse suonare musica dal vivo. Ancora dall’età di 15-16 anni quando il mio fratello gemello Franko era a capo del collettivo ‘Aktiv omladina’ appartenente all’allora Comitato locale Arena. Per le necessità della stessa svolgevamo azioni volontarie legate alla pulizia, alla distribuzione di volantini, e infine anche all’organizzazione di concerti nel bocciodromo del Comitato, nei quali si sono esibiti i ‘Kud Idijoti’ e ‘Psihomodo pop’, i giovani gruppi punk polesi ‘Čudna spika’, ‘Gola jaja’ e via dicendo. Di conseguenza lavorando nell’’AT bar avevo la precedenza per prenderlo in affitto, e così all’età di 25 anni assieme a un partner ho aperto il Rock caffè, senza avere nessuna pretesa speciale se non quella di avere musica rock e blues dal vivo per cui abbiamo iniziato subito con i concerti”.

Le generazioni più giovani alla mostra.
Foto: FREDY POROPAT

La musica dal vivo
“A parte il disco-club ‘Uljanik’ – continua il nostro primo interlocutore – siamo stati il primo locale a Pola a offrire appunto questo tipo di musica dal vivo. È stato un vero e proprio boom in città considerato l’elevato numero di avventori, tanto che abbiamo festeggiato il primo Capodanno nel club. Con il tempo si è visto che nei mesi invernali si lavorava bene a differenza di quelli estivi, per cui ci siamo decisi di… ampliare l’offerta organizzando altre manifestazioni all’aperto. Quali ad esempio il ‘Rocktarata’ alla fine dell’anno, che è durato per 14 anni consecutivi e che si è spento nel 2022 con il cambio dei vertici cittadini, però abbiamo continuato con i concerti al Castello, iniziati 16-17 anni fa, nonché organizzato il ‘Rock’n’Grill’, quest’anno giunto alla quarta edizione tenendo conto della pausa del 2020 per i noti motivi”.

Concerti a go-go
Il numero dei concerti come pure i nomi dei musicisti e delle band che si sono esibite ormai non si contano più… “Per fornire i nomi non saprei da dove iniziare, però fatto sta che il ‘Rock caffè’ in tutto questo periodo ha organizzato circa 2mila concerti. All’inizio ci siamo messi in contatto con il club ‘Route 66’ di Zagabria, simile al nostro, e grazie alla collaborazione che ne è seguita ci sono stati ‘degli scambi’ tra le band polesi e quelle zagabresi. I concerti maggiori, e nella maggior parte esauriti hanno visto proatgonisti i Hladno pivo, i Let 3, i TBF, Massimo, Neno Belan & Fiumes, Zakiya Hooker, figlia del leggendario cantante, chitarrista e compositore blues John Lee Hooker, il chitarrista virtuoso Eric Sardinas per due volte, poi le tribute band dei Pink Floyd, degli Iron Maiden, dei Queen, il chittarista Guitar Shorty, Goran Bare & Majke, Zdenka Kovačiček, Jurica Pađen, Urban&4, Zabranjeno pušenje, Jinx, Pavel, Detour e chi più ne ha più ne metta”.

In mostra anche gli articoli dei giornali.
Foto: FREDY POROPAT

L’esperimento chiamato pizzeria
Ritornando alla ‘sede fissa’, ossia allo spazio in via Scalier, in questi in tre decenni ha subito degli enormi cambiamenti, ridimensionamenti, e oltre ai concerti si sono svolti diversi altri programmi aggiuntivi e in un periodo ha funzionato addirittura come pizzeria… “L’ultima ristrutturazione, per così chiamarla, delle 5 o 6 complessive, è stata portata a termine nel 2018. Adesso veramente credo che non ci saranno altri cambiamenti, ci dedicheremo solamente alla manutenzione. Dunque, nel corso degli anni siamo riusciti a sfruttare al massimo lo spazio che avevamo a disposizione, cambiando le posizioni dei séparé, dello stage, allargando i servizi igienici e ritoccando il bancone del bar… A parte tutti i concerti e i complessi, il nostro ‘punto di forza’ era rappresentato dalla ‘band di casa’ ‘Muha&Veco&Company’, che si esibiva ogni settimana per ben 12 anni, e lo stesso vale per il comico stand-up Todor, che immancabilmente riempivano il club. Credo che siamo stati i primi ad organizzare i cosiddetti ‘quizzettoni’, in collaborazione con gli studenti, che erano frequentatissimi, e trattavano diversi temi: storia, geografia, musica… Poi con l’allargarsi di questa ‘moda’ abbiamo smesso circa 5-6 anni fa. In quanto agli altri contenuti, al mercoledì si svolgevano le ‘serate blues’, allo stesso tempo ben seguite, ogni anno prima della conclusione della stagione concertistica organizziamo un concerto a sorpresa, avevamo delle mostre di strumenti musicali che potevano essere provati dai musicisti, e infine quest’ultimo allestimento per il 30° anniversario. L’idea mi è venuta quando facevo le pulizie e ho trovato negli scatoloni una miriade di foto e poster: per allestire l’esposizione è occorso un anno di lavoro. Per quel che riguarda la pizzeria, l’abbiamo aperta nel 2001, nel tentativo di…. cambiare qualcosa. Dopo alcuni anni comunque abbiano capito di aver perso l’immagine “rock”, e quindi siamo tornati al bare e ai concerti. La pizza ad ogni modo era apprezzata, e uno dei nostri clienti era anche Mate Parlov. Ma non solo: gli agenti della polizia, il personale del Primo soccorso e altri servizi, considerato che tenevamo aperto sino alle 2 del mattino, quando in città non si trova qualcosa da mangiare”.

Le chiusure… forzate
C’erano anche episodi di chiuse… forzate. “La prima se non erro era tra il ‘99 e il 2001, quando assieme ad altri locali siamo stati costretti a chiudere i battenti per un mese. E ciò per il mancato rispetto dell’orario di lavoro, ossia per il suo prolungamento. Quel giorno avevamo un concerto, e mentre i musicisti stavano portando fuori gli strumenti, 20 minuti dopo la mezzanotte, quando scadeva l’orario, ha fatto irruzione la polizia e l’ispettorato che infine ci hanno sigillato il club. Se non altro abbiamo avuto il tempo di ristrutturare per la prima volta l’ambiente. D’altra parte la pandemia da Covid-19 per il sottoscritto è stata ‘una catastrofe’, e per poco ho evitato il fallimento, a partire dai mutui che dovevo estinguere, e tra l’altro sono stato costretto a lasciare i dipendenti a casa. Per di più è andato in fumo ‘il progetto nel progetto’, come lo chiamo, ossia il concerto del ‘Rock Caffè Orchestra’ che doveva tenersi nell’ambito del ‘Rock’n’Grill’ all’idroscalo. Nell’organizzazione sono state ingaggiate ben 15 persone, ciascuna con il suo ruolo, in quanto l’idea era quella di raccogliere e far suonare assieme una decina di brani dall’orchestra composta da 50 batteristi, e altrettanti bassisti, chitarristi e cantanti. Il bello è che eravamo intenzionati a tenere il concerto in occasione del 5 maggio, Giornata della Città di Pola, e in seguito a tutti i preparativi abbiamo ricevuto lo stop tre settimane prima dell’evento”.

La tradizione continua
A distanza di tre decenni, qual’è la differenza tra il ‘Rock Caffè’ dei tempi passati e quello di oggi? “Per il sottoscritto è da sempre stato un soggiorno, tanto che il primo caffè mattutino lo prendo nel mio club. Dove sono sempre presente, e allo stesso tempo lavoro continuamente, visto che ho sempre nuovi impegni. Paradossalmente, quando ami il proprio lavoro sembra che non lavori mai, però non è così. Questo club ‘scorre nelle mie vene’, è un luogo dove ho acquisito numerosissime conoscenze e amicizie, divertito in compagnia, e dove non mi è mai stato noioso. Le generazioni ovviamente sono cambiate, visto che il club tra l’altro viene frequentato dai figli dei miei primi ospiti. I quali vedendomi in città si… informano su di loro, il che mi fa un enorme piacere. Ora al ‘Rock Caffè’ ‘regnano’ le generazioni più giovani, e ciò mi gratifica in quanto significa che in un modo o nell’altro questa tradizione continua.” La festa ufficiale per il compleanno/anniversario si farà? “Certamente, il 20 dicembre prossimo, che calza a pennello in quanto cade nel fine settimana e ci darà la possibilità di offrire due grandi concerti di fila. Al momento però non posso dire di più né su chi si esibirà e nemmeno sulla località in cui si svolgeranno questi appuntamenti”, ha concluso Mirko Mocko.

Gli ospiti intervenuti all’apertura dell’esposizione.
Foto: FREDY POROPAT

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