Le cartoline, una visione nostalgica della città di Fiume

Al Palazzo dello Zucchero di Fiume è allestita la mostra «Vedute fiumane» che racconta la città dalla fine del XIX secolo agli anni Sessanta del XX secolo

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Le cartoline, una visione nostalgica della città di Fiume
Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

S’intitola “Vedute fiumane” la mostra allestita al Palazzo dello Zucchero, nell’ambito della quale è esposta una selezione di cartoline tratte dalla Collezione di cartoline del Museo civico di Fiume. I piccoli rettangoli di cartoncino, per tanto tempo uno dei principali mezzi di comunicazione con parenti e amici quando ci si trovava lontano da casa, recano immagini di diversi rioni, vie e piazze di Fiume e Sušak, con messaggi scritti a mano e riflettono un mondo ormai lontano. Offrono una visione anche un po’ nostalgica di una Fiume che non c’è più. Raccontano un mondo fatto di eleganti signore con cappelli, vestiti sontuosi e parasoli e signori con cappello e bastone che passeggiano lungo il Corso, sorseggiano un caffè, un té o qualche altra bevanda al tavolino di uno dei tanti locali in centro città, ma anche donne e uomini dei ceti più bassi al lavoro, oppure durante un meritato riposo, spesso colti dalla macchina fotografica mentre si mettono in posa per essere immortalati dal fotografo. Osservando i panorami di Fiume, invece, è interessante notare il graduale sviluppo della città nel corso dei decenni, la sua affascinante trasformazione. Ciò che cattura l’immaginazione sono anche i messaggi scritti in un’epoca lontana, spesso con una calligrafia ricercata, alcuni anche difficili da decifrare, in italiano, ungherese, tedesco, francese… È divertente pure notare gli errori ortografici in alcuni casi, dove, per fare un esempio, “caro” diventa “carro”.

La prima cartolina postale
Spiega Wikipedia che “la prima cartolina postale del mondo fu la Correspondenz-Karte, emessa dalle poste dell’Impero austro-ungarico il 1.mo ottobre 1869. Fu inventata da Emanuel Herrmann, professore d’economia all’accademia militare teresiana, con l’intento di sostituire, per la breve corrispondenza, le più onerose lettere. Herrmann scrisse un lungo articolo sul Neue Freie Presse intitolandolo ‘Nuovo mezzo di corrispondenza postale’ con il quale attirò l’attenzione del direttore generale delle poste austriache, il barone Od-Maly. Il 25 settembre 1869 Od-Maly ottenne il decreto di emissione delle cartoline postali che apparve nel Bollettino delle leggi dell’Impero, con il quale si fissava la data di emissione nel primo ottobre”.
Le prime cartoline erano un cartoncino color avorio che su un lato, in cui veniva scritto l’indirizzo del destinatario, era impresso il francobollo, mentre l’altro conteneva il messaggio della lunghezza massima di venti parole. All’epoca le cartoline erano pre-affrancate, solo più tardi comparirono le versioni con gli spazi appositi per il francobollo.
La cartolina illustrata venne invece inventata in Francia nel 1870, grazie al libraio Bernardeau de Sillé-le-Guillaume che ebbe per primo l’idea di ornare di disegni le cartoline. Nel 1891, un altro francese, Dominique Piazza, decorò le cartoline con delle fotografie. Spiega ancora Wikipedia che “nel 1872 per la prima volta le cartoline illustrate vennero utilizzate per propagandare le bellezze turistiche di un paese, la Svizzera per la precisione, grazie all’idea del tedesco Franz Borich, che raccolse un enorme successo e una lunga serie di imitatori”.

Una cartolina stampata in tedesco (Karl Schwidernoch, Vienna, 1892).
Foto: HELENA LABUS BAČIĆ

Vedute cittadine e panorami
Le cartoline esposte nel grande salone al secondo piano del Palazzo dello Zucchero fino al prossimo 7 novembre sono suddivise in vedute cittadine e in panorami e raccontano lo sviluppo della città dagli anni Novanta del XIX secolo fino agli anni Sessanta del XX secolo, ossia dal periodo della loro prima comparsa sotto forma di cartoline postali illustrate, alle cartoline usate in tempi recenti.
Sono tratte da una collezione che ne conta 1.789, la maggior parte delle quali è stata ricavata dall’acquisto di materiale museale nel periodo dal 1994 a oggi; una parte minore è stata rilevata dal precedente Museo della rivoluzione popolare (dal quale è in seguito nato il Museo civico) e una parte è frutto di donazioni. Secondo il periodo in cui sono datati, la maggiore parte di questi oggetti appartiene al periodo dal 1896 al 1930, e le più numerose sono le cartoline appartenenti al loro cosiddetto periodo d’oro, che va dal 1897 al 1914. La cartolina più antica della Collezione è del 1892, stampata con la tecnica della litografia, raffigurante il panorama di Fiume. Appartiene alla categoria di cartoline illustrate.

Collezione fondata nel 2014
La Collezione di cartoline è stata fondata nel 2014 ed è stata esposta per la prima volta nel 2018 nell’ambito della mostra “Un saluto da Fiume”, realizzata da Marija Lazanja Dušević, la quale ha raccontato la preziosa raccolta nella monografia “Un saluto da Fiume”. Per quanto riguarda la tecnica di stampa – spiega Lazanja Dušević -, gran parte delle cartoline sono delle calcografie, mentre la maggior parte appartiene alla tecnica della collotipia e una parte minore è stata realizzata con la foto-tecnica.
Nonostante a Fiume esistessero gli atelier di fotografi straordinari che spesso vendevano le fotografie-biglietti da visita e le fotografie stereoscopiche per gli occhiali con i quali si otteneva un’immagine tridimensionale, popolare negli anni Novanta del XIX secolo, e oltre a ciò anche l’attrezzatura fotografica, si sa poco dei fotografi che immortalavano i motivi per le cartoline. È possibile che si trattasse di fotografi viaggiatori che in quel periodo soggiornavano a Fiume, spiega l’autrice.

Il fotografo Francesco Penco
Una particolarità della Collezione, aggiunge, sono le cartoline del 1906 e del 1907 stampate in base agli scatti del fotografo italiano, autore di reportage, Francesco Penco (1871 – 1950). È stato possibile stabilire l’autore di queste fotografie grazie ai negativi su vetro che sono stati conservati e oggi sono custoditi nella collezione privata del collezionista Claudio Erné.
Nel 1906, Penco giunse a Fiume con il compito di fotografare la città, assieme a Sušak, per fornire gli scatti necessari per la stampa di cartoline. Stando alle fonti, sembra che Penco trascorse a Fiume soltanto un giorno, durante il quale avrebbe realizzato tutti i negativi fotografici, di cui una trentina è rimasta conservata fino ad oggi. Questo sembra, però, improbabile, in quanto diversi particolari nelle varie fotografie – tra cui le impalcature intorno alla Torre civica nella primavera del 1906, prima che l’Associazione delle donne fiumane donasse alla città l’aquila bicipite, visibili in alcuni scatti, mentre in altri si vede l’aquila già collocata in cima alla Torre -, dimostrano che egli soggiornò a Fiume in più occasioni, rileva l’autrice. La scultura venne, infatti, scoperta solennemente in occasione della Festa di San Vito il 15 giugno 1906.

L’anno di svolta
Sarà proprio il 1906 l’anno di svolta nella stampa di cartoline, anche per il numero di emigranti che giunsero a Fiume per imbarcarsi sulle navi che li avrebbero portati in una delle destinazioni oltreoceano. Si trattava di un’occasione ideale per stampare cartoline standardizzate per coloro che dopo diversi giorni, anche settimane, trascorsi in viaggio verso il porto di Fiume volevano mettersi in contatto con la famiglia. Fra gli editori che acquistarono i diritti a stampare le fotografie di Penco e a realizzare cartoline furono la Modiano di Trieste, la V. Lenac e la G. Šikić di Sušak. Come spiega l’autrice, le fotografie stampate in base ai suoi negativi su vetro sono di grande qualità in quanto presentano numerosi dettagli quali i volti ben delineati delle persone riprese nelle strade e nelle piazze, i nomi dei negozi, ben leggibili, gli annunci sui muri, ma anche affascinanti dettagli come le foglie sulle chiome degli alberi, i riflessi dell’acqua sulle strade bagnate, nonché riflessi delle imbarcazioni sull’orizzonte del mare.
Stando a Marija Lazanja Dušević, i motivi più frequenti, più interessanti e richiesti furono le vie e le piazze, mentre la maggior parte delle cartoline era in italiano, in quanto venivano stampate a Milano e a Trieste ai tempi dell’Austria-Ungheria o a Fiume sotto l’amministrazione italiana.
Una gran parte delle fotografie in base alle quali venivano stampate le cartoline proviene anche dalla tipografia ungherese “Divald Károly” a Budapest del fotografo ed editore Károly Divald (1830 – 1897) nelle cui cartoline si trovano, oltre ai panorami, anche scene di vita in riva al mare che documentano il contatto con la natura: regate, pescatori, stabilimenti balneari. Károly Divald fotografò per vent’anni i Carpazi e fu interessato in modo particolare alle grotte. Difatti, ritrasse pure le suggestive gallerie della grotta di Postumia
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Le piazze, le vie, il porto…
Nelle cartoline che ritraggono le vedute cittadine si possono ammirare le piazze, le vie, il porto, la Fiumara e altre zone della città riprese dall’alto, adottando la prospettiva a volo d’uccello, oppure foto scattate dalla strada. Immancabili i palazzi importanti, la Torre civica, l’Arco romano, il Teatro, le chiese, i campanili, le scuole, i grattacieli, i progetti edili non realizzati, il Palazzo del governo, le ville, il confine, ma anche eventi di propaganda politica. Vengono ritratti i mezzi di trasporto, i personaggi noti e meno noti, gli stemmi, le fabbriche, il cantiere navale, il cimitero, ecc. Sono molto rare, o del tutto assenti, immagini che ritraggono le persone in abiti popolari, provenienti dal circondario di Fiume.
La vendita delle prime cartoline con fotografia, le cosiddette cartoline postali, iniziò a Fiume verso la fine degli anni Ottanta del XIX secolo, spiega Lazanja Dušević. Lo si evince dagli articoli pubblicati sul giornale “La Bilancia” nei mesi di settembre e ottobre 1889 nei quali i lettori vengono informati sulle novità e sui negozi che vendono cartoline con determinati motivi. Nella maggior parte dei casi, durante il “periodo d’oro” le cartoline venivano stampate in formato bilingue e trilingue e successivamente monolingue. Erano, pertanto, comuni le cartoline stampate in italiano-croato, ungherese-italiano-croato, ungherese-italiano-tedesco, oppure italiano, croato e raramente in francese e inglese, in linea con il carattere multietnico e multiculturale che ha da sempre contraddistinto la città di Fiume.

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