L’arte cinematografica accessibile e inclusiva

L'associazione Filmaktiv ha celebrato quest'anno il ventesimo anniversario della fondazione. Ne abbiamo parlato con Borko Novitović e Valentina Botica

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L’arte cinematografica accessibile e inclusiva
Valentina Botica e Borko Novitović. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

È da vent’anni che l’associazione Filmaktiv si impegna nella promozione e diffusione dell’arte cinematografica a Fiume e nella Regione litoraneo-montana proponendo programmi educativi, proiezioni cinematografiche, producendo film documentari e promuovendo progetti inclusivi destinati alle persone disabili. Lavorando con perseveranza, l’associazione è riuscita a dare vita a una scena cinematografica regionale di tutto rispetto, gettando le basi per un ulteriore sviluppo di questo settore e contribuendo all’arricchimento dell’offerta culturale di Fiume e della Regione con numerosi programmi. Il ventesimo anniversario è stato celebrato con un programma durato due giorni, all’inizio di maggio, e articolatosi tra retrospettive di film prodotti dalla Filmaktiv e una mostra di locandine, anche queste legate alle pellicole prodotte dall’associazione, proiezioni di film realizzati nell’ambito dei vari laboratori educativi, nonché di trailer realizzati per le pubblicazioni letterarie. La festa ha compreso anche la première del film “Srebrne” di Barbara Babačić.

A ripercorrere i due decenni di attività dell’associazione sono stati Borko Novitović e Valentina Botica, i quali, assieme a Marin Lukanović e Ana Jurčić portano avanti la missione della Filmaktiv.
“Il programma celebrativo è stato incentrato sugli ultimi dieci anni della nostra attività, in quanto dieci anni fa avevamo già celebrato il primo decennio dell’associazione – ci hanno spiegato –. La mostra di locandine è stata concepita invece come una retrospettiva e nel suo ambito c’erano anche tre televisori sui quali il pubblico poteva scegliere di visionare anche film più vecchi di dieci anni. I film erano suddivisi in tre categorie: la prima era dedicata ai trailer per libri, realizzati per l’associazione Katapult, la seconda ha compreso i film girati nell’ambito del progetto ‘Otoci’ (Isole), mentre la terza ha presentato i lavori di tutti i laboratori che portiamo avanti, ovvero il video applicato, la nuova scuola del film documentario, e via dicendo”.

Lo sviluppo della cultura audiovisiva
“La piattaforma Filmaktiv venne fondata nel 2001 da Marin Lukanović, che ne è presidente ancora oggi, Morana Ikić Komljenović, oggi rinomata regista, produttrice e distributrice di film, e Goran Butorac, mentre il 1º aprile 2004 venne registrata come associazione. Per molti anni, nella Filmaktiv ha lavorato anche Sanja Kapidžić, la nostra compianta collega scomparsa di recente. Siccome all’epoca a Fiume non esisteva nessuna forma di produzione cinematografica, l’idea principale era quella di creare le condizioni per lo sviluppo di una scena di questo tipo. All’epoca, Marin Lukanović era tornato da Bologna, dove si era diplomato in filmologia, per cui assieme ai suoi colleghi gettò le basi di ciò che è oggi la scena cinematografica di Fiume e della Regione. Il capoluogo quarnerino è diventato un centro regionale e attira negli ultimi anni numerose produzioni cinematografiche straniere e nostrane, soprattutto grazie al contributo della Commissione cinematografica del Quarnero. La nostra associazione non è legata a questo tipo di produzioni, ma credo che abbia contribuito in maniera importante alla promozione e diffusione della cultura audiovisiva a Fiume e in Regione”.

Foto: Helena Labus Bačić

Soddisfatti dei risultati
“Possiamo dire che siamo soddisfatti di quanto realizzato finora, ma guardiamo sempre al futuro, impegnandoci a ideare e offrire sempre più contenuti che siano accessibili ai cittadini. Il problema maggiore sono i finanziamenti, ma riusciamo comunque a resistere e a portare avanti la nostra attività da vent’anni. Un tempo la nostra associazione contava cinque dipendenti, oggi siamo in due, ma presto saremo in tre. Per poter realizzare il nostro programma abbiamo bisogno di persone a libro paga e per poterle pagare è necessario candidarsi ai Fondi europei e ad altri tipi di finanziamenti. Per potersi candidare è a sua volta necessario proporre dei programmi di qualità che comprendano laboratori educativi, la produzione di film e anche l’attività di lobbying.
Negli ultimi otto-nove anni si è sviluppato molto il programma inclusivo ‘Film svima’ (Il film per tutti), guidato dalla collega Maja Ogrizović, nell’ambito del quale le pellicole vengono tradotte nella lingua dei segni, di modo che possano essere viste dalle persone non udenti o ipoudenti. Abbiamo realizzato anche descrizioni audio per le persone non vedenti o ipovedenti. Insomma, cerchiamo di rendere accessibile l’arte cinematografica a tutte le categorie di persone. L’aspetto inclusivo è molto importante nella nostra attività e vorremmo rimarcare che in questo contesto lavoriamo con l’Associazione delle persone non udenti e ipoudenti di Fiume. Nel frattempo, abbiamo ampliato questo programma intitolandolo ‘Film svima svugdje’ (Il film per tutti ovunque). Si tratta di un progetto educativo nell’ambito del quale andiamo nelle scuole e negli asili, mentre durante la pandemia questi laboratori si svolgevano online. Per quanto riguarda l’inclusività, abbiamo realizzato anche il progetto ‘Knjiga svima’ (Un libro per tutti), nel cui ambito abbiamo tradotto tre albi illustrati in formato audio, che sono disponibili anche nella Biblioteca civica. Dall’anno scorso si svolge il programma ‘Kultura svima’ (La cultura per tutti) portato avanti da una Commissione culturale che ha realizzato una campagna inclusiva la quale ha compreso tutti gli enti culturali operanti a Fiume. In quest’ambito è stato valutato in quale misura la sede di ciascun ente sia accessibile alle persone con disabilità e sono stati effettuati degli accorgimenti per adeguarle alle loro necessità. Questo programma prosegue in forma online, dove i cartelloni di enti come l’Art cinema e il Teatro Nazionale Croato ‘Ivan de Zajc’, per fare un esempio, vengono tradotti nella lingua dei segni”.

Facendo un bilancio di questi vent’anni di attività, si può dire che la Filmaktiv abbia raggiunto i suoi obiettivi?
“Crediamo che un obiettivo sia stato raggiunto già all’inizio dell’attività dell’associazione, con i programmi educativi e in genere rendendo accessibile la cultura audiovisiva ai cittadini di tutte le categorie. Successivamente abbiamo sempre cercato di ampliare e arricchire i nostri programmi. Dopo anni in cui abbiamo realizzato tantissimi laboratori, a un certo punto abbiamo capito che era giunto il momento di organizzare un programma educativo di maggiore portata, il che è risultato nel progetto della nuova scuola del film documentario, della durata di sei mesi, guidata da mentori di spicco a livello nazionale, tra cui Maša Drndić, Sara Salamon e Ivan Ramljak. È importante sottolineare che diversi partecipanti a questi laboratori sono diventati dei professionisti in questo campo. Tre film realizzati nell’ambito di questa scuola sono stati premiati al Liburnia Film Festival come migliori film di questi territori, ma anche ad altri festival. Si tratta di un grande risultato, soprattutto perché molti di questi autori prima di prendere parte al programma non avevano avuto molti contatti con l’arte cinematografica, mentre nella scuola hanno scoperto e sviluppato il loro potenziale.
Alcuni dei partecipanti, ossia Bela Bračko Malešević, Toni Jelenić e Lucija Brkić si sono inoltre iscritti al corso di regia all’Accademia di Arti drammatiche di Zagabria e si occupano di film. Lucija ha ottenuto di recente un premio al festival Zagrebdox, che è la più importante rassegna del film documentario in Croazia. Siamo molto orgogliosi di questi risultati e ci impegneremo ancora di più in questo senso, in quanto questa è una dimostrazione che le persone, e soprattutto i giovani, possiedono un grande potenziale e hanno soltanto bisogno di un’opportunità. I programmi che offriamo sono accessibili, offrono molte opportunità e sono una piattaforma per un ulteriore sviluppo del loro talento. L’interesse dei giovani è notevole e per noi è anche un modo di ampliare il nostro pubblico e il gruppo di collaboratori”.
Un aspetto interessante legato ai documentari realizzati dalla Filmaktiv è che spesso trattano temi legati a Fiume. In passato c’era molto meno interesse per questa città per quanto riguarda le produzioni cinematografiche.
“Questo è una caratteristica intrinseca dei documentari, in quanto essi permettono agli autori di scoprire qualcosa di nuovo. Ogni autore dovrebbe partire da sé stesso e dal suo ambiente e successivamente svilupparsi. Inoltre, la città cela sempre molte storie da scoprire. Nel corso degli anni sono stati realizzati diversi documentari ‘fiumani’, tra cui quello legato allo stadio di Cantrida, un altro legato alle proteste studentesche nel 2009 (Plenumovi), ecc. Per quanto riguarda i sempre più numerosi documentari su temi ‘fiumani’, bisogna prendere in considerazione anche il fatto che negli ultimi vent’anni lo sviluppo della tecnologia ha reso molto più accessibile e democratica la produzione di film. In passato, per realizzare un film era necessario disporre di notevoli fondi e organizzazione e non tutti se ne potevano occupare. Oggi, invece, un documentario si può girare anche con uno smartphone.
Un altro aspetto che potrebbe spiegare il maggior numero di documentari girati a Fiume è anche il fatto che quando le persone vedono la loro città sullo schermo sentono un legame particolare. Vedono che l’autore del documentario ha notato una cosa nella loro città e pensano che anche loro potrebbero raccontare ciò che hanno notato. Vedere la propria città sullo schermo è un fatto d’identità e in genere si tratta di una piacevole sensazione”.

Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Quali sono i progetti e i programmi realizzati in due decenni di attività che ritenete particolarmente importanti?
“Ogni progetto ha contribuito a portarci un passo più vicini ai nostri obiettivi, ma vorremmo rilevare il progetto ‘Isole’, che viene portato avanti praticamente dall’inizio dalla fondazione dell’associazione e continua a essere rilevante. L’idea di andare sull’isola fuori stagione, dove non ci sono contenuti, si è rivelata un ottimo modo di promuovere la cultura audiovisiva. Un elemento importante in questo processo è il fatto che l’obiettivo principale dell’associazione Filmaktiv è realizzare film impegnati. Di conseguenza, tutti i nostri progetti sono sempre impegnati e si svolgono allo scopo di parlare di problemi e offrire soluzioni. Questo è anche l’obiettivo del progetto ‘Isole’, nell’ambito del quale viene svolto pure un laboratorio di cittadinanza attiva. I partecipanti sono stimolati a parlare nei loro documentari di problemi che li affliggono o di argomenti attuali nel mondo. Il problema principale di queste comunità è la mancanza di spazi destinati ai giovani, nei quali potrebbero fare qualcosa ed esprimersi in maniera creativa. L’attivismo è un aspetto importante dell’attività della Filmaktiv”.

Parlando di spazi, come vi trovate negli spazi che occupate al primo piano della Filodrammatica?
“Dal 2007, Filmaktiv è membro dell’Unione delle associazioni Molekula e ne è anche co-fondatore assieme all’associazione Drugo more. Inizialmente, Molekula occupava gli spazi nei pressi di Palazzo Modello, dopodiché, nel 2007, si è trasferita nell’ex magazzino Ivex in Delta. Al fine di permettere un ulteriore sviluppo delle associazioni, nel 2014 Molekula si è candidata al concorso cittadino per gli spazi di Marganovo, Palach e Filodrammatica e, dopo aver vinto il concorso, ha traslocato nel palazzo della Filodrammatica, dove ci sono a disposizione anche una galleria e una sala teatrale. Questi spazi non vengono utilizzati soltanto da Molekula e vi vengono organizzati diversi programmi.
Questo palazzo ha bisogno urgente di un’opera di restauro, ma nessuno di noi può farlo da solo in quanto esso è sotto tutela e quindi ogni intervento deve venire effettuato con il beneplacito dei conservatori. Ad ogni modo, non ci lamentiamo perché abbiamo uno spazio in cui lavorare. Purtroppo, recentemente dei malviventi sono entrati nel palazzo e ci hanno rubato il computer per il montaggio e altri pezzi di attrezzatura”.

La collaborazione con l’Art cinema è importante per la vostra attività?
“Parlando del cinema a Fiume non si può non menzionare l’Art cinema e il suo contributo alla cultura audiovisiva. Lì organizziamo il festival STIFF, proiezioni di film e un tempo vi si svolgeva anche la nuova scuola del film documentario. Con l’Art cinema organizzavamo anche il programma del cineparco, che prima si svolgeva nel parcheggio della Beretić dietro al Teatro Fenice, mentre successivamente avevamo organizzato alcune proiezioni nel Campus universitario di Tersatto. Purtroppo, in quello spazio non possiamo più organizzare proiezioni cinematografiche perché è stato vandalizzato e non può più accogliere eventi di questo genere”.
“Vorremmo ricordare che il festival STIFF, che organizziamo assieme al Centro studentesco, ha celebrato l’anno scorso il suo decimo anniversario. Si tratta di una rassegna cinematografica importante in quanto è l’unico festival dedicato al film studentesco e d’esordio. Nell’arco di dieci anni, vi hanno preso parte diversi autori che nel frattempo si sono affermati a livello internazionale. Alcuni hanno partecipato al Festival di Cannes, mentre uno ha pure ottenuto una candidatura all’Oscar l’anno scorso. Lo STIFF propone sempre anche un programma collaterale, ovvero mostre nella galleria SKC in via della Ruota. Attualmente sono aperte le candidature e già ora ci sono pervenuti circa 500 film. Quest’anno, il ruolo di direttrice artistica del Festival è stato assunto da Katarina Kožul, la quale è subentrata a Maša Drndić. Katarina è stata responsabile della galleria SKC durante gli studi all’Accademia di Arti applicate di Fiume.
La nostra associazione, come rilevato più sopra, si occupa anche di produzione di film e uno degli ultimi è il documentario ‘Srebrne’ di Barbara Babačić che ha avuto la sua première nell’ambito delle celebrazioni del ventesimo anniversario dell’associazione. Questo è il secondo film diretto da Barbara e prodotto dalla Filmaktiv. Il primo si occupava del conflitto tra Palestina e Israele, mentre quest’ultimo si occupa della difficile vita delle donne nelle zone minerarie della Bolivia, dove da centinaia di anni viene estratto l’argento. Attualmente stiamo preparando tre documentari: ‘Koga briga’, che parla del periodo di transizione dall’adolescenza all’età adulta (qui un gruppo di persone veniva seguito nel corso di un periodo prolungato), il secondo film è focalizzato sul processo di ammissione all’Accademia di Arti drammatiche di Zagabria, firmato dal noto sceneggiatore e docente alla succitata Accademia Davor Žmegač, mentre il terzo film è diretto da Morana Ikić Komljenović e prodotto da Marin Lukanović e si intitolerà ‘Grad u pokeru rata’. Quest’ultimo documentario racconta come l’Armata Popolare Jugoslava se n’è andata via da Fiume durante la Guerra patriottica.
Va detto che la scena documentaristica indipendente è abbastanza forte in Croazia e sono numerose le associazioni che si occupano della sua promozione e diffusione.
Per quanto riguarda i finanziamenti che otteniamo tramite i vari concorsi ai quali ci candidiamo siamo abbastanza soddisfatti, anche se ultimamente con l’aumento dell’inflazione e dei costi della vita avremmo bisogno di fondi più cospicui. Ad ogni modo, per fare questo lavoro è molto importante l’entusiasmo. Tutte le associazioni lavorano al fine di migliorare lo status del film documentario indipendente e al fine di aumentare i fondi che vengono assegnati per quest’attività. Per questo motivo è indispensabile proporre programmi di qualità”.

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