Contenuta, sobria, emozionante

La squadra di rematori di Umago-Salvore soddisfatta dopo la partecipazione all’edizione 2021 della Regata storica di Venezia

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Contenuta, sobria, emozionante

La tradizionale Regata Storica di Venezia si è svolta quest’anno all’insegna di un’atmosfera più misurata e priva di eccessi, ma è stata comunque una gran festa. L’anno scorso, segnato pesantemente dal Covid, la manifestazione era rimasta chiusa ai non veneziani, cosicché i partecipanti esterni quest’anno sono ritornati con raddoppiato entusiasmo. Come da programma, nel primo pomeriggio la regata ha preso il via iniziando con la sfilata storica. Dietro alla dogaressa, sono apparse, una dopo l’altra, le barche dei figuranti in costume d’epoca e con opulenti addobbi a segnare e simboleggiare le tappe importanti della ricca storia della Serenissima. Subito dopo sono partite ad una ad una le barche delle società remiere e degli ospiti tra cui c’era quella con la squadra di Umago-Salvore. I ragazzi facevano un figurone nella tradizionale maglietta a righe bianche e blu, ma con il focoso tocco di rosso della fusciacca e del fazzoletto che portavano al collo o in testa per proteggersi dal sole. Completata questa parte del programma, sono iniziate le gare di voga vere e proprie nelle varie categorie di imbarcazioni.

Alla tradizionale Regata Storica di Venezia

Rina, la protagonista

Bisogna dire che è stata una manifestazione all’insegna delle donne, non solo per la cospicua presenza di barche con squadre femminili, sia alla sfilata che in gara, ma anche perché è il primo anno in cui i premi per loro sono stati equiparati a quelli degli equipaggi maschili. Ma soprattutto per la presenza della “Rina”, che da sola ha fatto spettacolo. Su una delle barche del corteo storico è stata placidamente installata una rinocerontessa d’oro, copia fedele ma ovviamente più leggera, della scultura che Valeriano Trubbiani aveva ideato per il film di Fellini “E la nave va” e che è uno dei simboli del Fellini Museum di Rimini. Rina ha fatto da protagonista e ha conquistato la totalità del pubblico.

A tavola con i ragazzi

Le misure antiCovid

I nostri occhi erano tutti però per la squadra di rematori umaghesi e salvorini, con cui ci eravamo incontrati anche la sera prima per un brindisi di incoraggiamento (non che ne avessero bisogno). A tavola con i ragazzi, elegantissimi nelle nuove magliette polo blu con le scritte gialle, si capiva subito che si stava con gente di mare: alle battute divertenti e alle storie di mitiche pescate, si intercalavano i ricordi della tragica perdita di un amico pescatore. Ma alla fine è prevalsa l’allegria e la cena è stata smaltita con una bella scarpinata fino a San Marco. Un uccellino ci ha poi raccontato che per alcuni di loro la camminata è proseguita fino alle ore piccole e che non è stata per nulla sobria, né contenuta, ma noi non daremmo mai retta a simili dicerie. Sta di fatto che il giorno dopo l’equipaggio è uscito in ogni caso con molto entusiasmo dall’Arsenale per fermarsi per l’incontro di rito con i fan di casa. Nelle passate edizioni ad attenderli c’era sempre un festante gruppo di parenti e amici con cui si faceva una bicchierata e un sostanzioso “rebechin”. Quest’anno le misure antiCovid hanno decretato che non si poteva né mangiare né bere e il folto gruppo si è drasticamente… sfoltito. Al molo c’era un discreto numero di persone, ma da oltresponda eravamo solo in quattro: la vicesindaco per la minoranza e presidente della CI di Umago, Floriana Bassanese-Radin, la segretaria della Comunità Antonella Degrassi, l’addetto alla comunicazione e alla logistica per la CI di Salvore Daniel Ossich e chi scrive. Allo sparuto numero si è cercato di compensare con una dose extra di incoraggiamenti, cosa che la squadra ha apprezzato e ricambiato con un alzaremi supplementare, solo per noi, quando ha sentito le nostre grida dal piazzale della Chiesa di S.Maria della Salute, mezz’ora più tardi.

F. Bassanese Radin, A. Degrassi, M. Favretto e D. Ossich

Le prime impressioni

Alla fine della remata di tre miglia abbiamo di nuovo raggiunto i ragazzi sulla riva accanto a Palazzo Grassi, dove di solito sostano prima del rientro in Arsenale. Li abbiamo trovati stanchi, ma dall’ampiezza dei loro sorrisi si poteva misurare la soddisfazione che provavano. Abbiamo cercato di cogliere le loro reazioni a caldo e soprattutto di capire se questa Regata si differenziasse da quelle precedenti. Il primo commento ci arriva da Danilo Latin che, dopo aver ribadito quanto la partecipazione all’evento li renda orgogliosi, ha affermato che rispetto alle precedenti edizioni, sia la presenza del pubblico che quella dei partecipanti gli fosse sembrata inferiore. Per il pope Silvan Pelizzon, invece non c’era stato nulla di diverso eccetto che questa volta per il gruppo c’era stato il piacere di una parentesi culturale con la visita al Museo Storico Navale della Marina Militare, visita che ha oltremodo entusiasmato Rino Ossich, il quale ci tiene a sottolineare che “non c’erano abbastanza modelli” per i suoi gusti. Renzo Turcovich ci confida che anche dopo vent’anni, partecipare è “sempre, sempre emozionante”. Impressione caldamente condivisa anche da Alessandro Pelizzon per il quale “dopo cinque anni è sempre come la prima volta”. A chiudere la serie dei commenti è Roberto Sirotić che, pur lamentando l’assenza della piacevole tradizione di condividere il bicchiere di Malvasia e la fetta di prosciutto con gli amici istriani, sente il desiderio di esprimere un “grande grazie ai veneziani che ci invitano”. Un ringraziamento anche all’Unione Italiana e alla Città di Umago il cui contributo ha consentito di condividere quest’esperienza unica.

Con i ragazzi alla fine della remata di tre miglia

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