Cimiteri di Cosala e Tersatto: due luoghi affascinanti per il loro valore culturale

In occasione della Settimana dei Cimiteri storici europei la storica dell’arte Daina Glavočić ha guidato i cittadin in un incredibile viaggio nel tempo

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Cimiteri di Cosala e Tersatto: due luoghi affascinanti per il loro valore culturale

Non esiste Paese d’Europa che non vanti uno o più cimiteri monumentali, ovvero luoghi di sepoltura decorati da sculture, mosaici, cappelle e monumenti vari che hanno un valore artistico e storico. Considerati, dunque, questi parametri a buona ragione già una ventina d’anni fa, Fiume, ovvero i cimiteri di Cosala e Tersatto, sono entrati a far parte dell’Asce (Associazione dei cimiteri significativi in Europa), un’organizzazione no-profit che si occupa della promozione e tutela dei cimiteri monumentali europei. Con l’entrata della Croazia nell’Unione europea, nel 2013, Fiume ha iniziato a celebrare la Settimana dei Cimiteri storici europei con eventi e incontri mirati a valorizzare l’aspetto artistico delle tombe, ma anche a ricordare i grandi personaggi, di cui alcuni ingiustamente dimenticati, che vi sono tumulati. L’appuntamento nei cimiteri fiumani è diventato ormai una tradizione alla quale non si rinuncia e ogni anno le visite si differenziano per le zone e i nomi alla cui scoperta aderiscono gli interessati guidati dalla storica dell’arte Daina Glavočić.

La storica dell’arte Daina Glavočić

Dato che quest’anno l’attenzione di tutta la società è puntata sul settore medico, Glavočić ha deciso di parlare dei grandi medici della storia fiumana. La storica dell’arte si è scusata con il numeroso gruppo di una sessantina di persone, radunatesi nonostante la pioggia, a causa delle possibili sviste nella sua esposizione di dati e informazioni interessanti in quanto la medicina non è il suo settore d’interesse. Nel novero dei medici ha inserito anche i dentisti, ma questa volta ha tralasciato i veterinari, anche se al giorno d’oggi tante persone hanno imparato ad apprezzare anche i servizi di coloro che curano i nostri animali domestici, ha spiegato.

La tomba a forma di “sarcofago” di Vinko Frančišković

La medicina come passione di famiglia

Il cimitero di Cosala ha ospitato il primo appuntamento, al quale hanno partecipato anche numerosi medici tuttora attivi a Fiume. Nella pubblicazione che ha accompagnato la mostra e le lezioni sono state indicate quindici tombe di medici illustri fiumani, ma sono tanti i nomi che non sono stati menzionati, ma che continuano a vivere nel ricordo dei fiumani. Tra tali personaggi ci sono i coniugi Alice e Ipoly Haasz. Ipoly Haasz (1914-1993) è stato un noto neuropsichiatra fiumano, originario della Voivodina, il quale si è dedicato alla cura e alla riabilitazione degli alcolisti. La vita del medico è estremamente interessante, in quanto, prima di finire gli studi di medicina nel 1955, concluse quelli di teologia e prese i voti, per poi rinunciare al sacerdozio e dedicarsi interamente alla psichiatria.

Un’altra famiglia di medici conosciuti a Fiume è quella dei Finderle. La tomba di Viktor Finderle (1902-1964), a pochi passi da quella dei coniugi Haasz, è caratterizzata da un busto ed è inclinata a causa di un cedimento del terreno. Finderle, noto ginecologo ed ostetrico, conseguì la laurea a Padova, per poi tornare a Fiume e lavorare presso il reparto di chirurgia. Partecipò alla Resistenza e in seguito alla Seconda guerra mondiale fu il primo caporeparto di Ginecologia e Ostetricia a Fiume. Fu tra i fondatori della Facoltà di Medicina di Fiume e nel 1951 inventò la ventosa ostetrica, uno strumento utilizzato per assistere la nascita.

La tomba di Viktor Finderle

Tra arte e letteratura

Il tragitto in quello che è stato definito il più bel museo all’aperto di Fiume, è continuato in direzione della tomba dell’accademico Vinko Frančišković (1919-1984), un vero capolavoro. Si tratta di un sepolcro rialzato a forma di sarcofago, che a differenza della maggior parte delle tombe fiumane, possiede un epitaffio in lingua italiana che recita: “Fisso lo sguardo a lontani orizzonti giungesti al porto ove pace e letizia eterna”. Daina Glavočić ha spiegato che i versi in lingua italiana si riferiscono con ogni probabilità al periodo di studio trascorso a Padova e alla nostalgia provata per la sua città natale. Anche la morte, in un certo senso, è un ritorno al porto di pace e letizia eterna dal quale siamo salpati verso quest’avventura della vita. Vinko Frančišković ha partecipato alla lotta partigiana, dopo la quale si è specializzato in chirurgia e urologia a Belgrado. Dal 1961 al 1983 era a capo del reparto di chirurgia dell’ospedale fiumano. Viene ricordato soprattutto per aver fondato il Centro per la dialisi e per aver effettuato il primo trapianto di rene nell’ex Jugoslavia nel 1971. Nel corso della sua carriera trapiantò più di 250 organi, fondando Centri per il trapianto a Zagabria, Sarajevo e Skopje.
Il percorso tra le tombe del cimitero di Cosala è continuato verso quella di Lionello Lenaz (1872-1939), medico e scienziato di fama mondiale. La tomba di Lenaz, ornata da una stele con tutti i nomi della famiglia, fa parte di quei sepolcri che avrebbero urgente bisogno se non di un restauro, almeno di una buona ripulita. Lenaz è stato primario dell’ospedale fiumano e docente all’Università di Padova. Per un periodo è stato direttore del Laboratorio di batteriologia ed è entrato nella storia per le sue ricerche sull’ittero e sulle malattie renali. Tra le sue opere troviamo “Lezioni di ematologia” e “Lezioni di neurologia”. Come tanti medici attivi nella vita politica di oggi, ha spiegato Glavočić, anche i medici fiumani di più di cent’anni fa erano estremamente interessati alla politica e quasi tutti erano molto attivi in partiti autonomisti. Lenaz fu attivo nel Partito autonomista fiumano.

L’obelisco su zampe di leone dei coniugi Matejčić

L’importanza della radiologia

È d’obbligo menzionare pure la tomba del radiologo Marijan Matejčić, il quale non è conosciuto soltanto per il suo lavoro, ma anche per aver sposato la storica Radmila Matejčić ed aver battuto a macchina, con tanta pazienza e impegno, le sue opere scritte a mano. Sulla tomba si trova una piramide tronca a simboleggiare la vita spezzata. A fianco della tomba di Matejčić c’è quella di Peter Salcher (1848-1929), il medico che effettuò la prima lastra a raggi X delle mani della baronessa Josephina Mollinary-Vranyczany. La lastra è stata realizzata a meno di un mese di distanza dalla scoperta di Röntgen.
Salcher insegnò fisica e meccanica alla Regia accademia navale di Fiume ed è conosciuto anche per aver fondato la Società di scienze naturali, operante in seno all’ex Liceo di cui era presidente e per aver istituito una stazione meteorologica.

La tomba di Antonio Felice Giacich

Le «conquiste» dei medici italiani

Una delle tombe che purtroppo per motivi di tempo e percorso non si è potuta visitare, ma che è entrata nel novero di quelle da non perdere è la tomba di Đuro (Giorgio) Catti (1849-1923), il quale studiò a Vienna e fu un noto laringoiatra di fama internazionale. Catti è conosciuto per le sue ricerche nel campo del carcinoma della laringe, infiammazioni acute della gola e tubercolosi della laringe, ma anche e soprattutto per l’impegno profuso nel miglioramento dello standard di salute e igiene in tutto il litorale croato.

Interessante è pure la tomba di Antonio Felice Giacich (1813-1898), nato a Laurana e vissuto a Fiume. Giacich lavorò per un periodo a Trieste come chirurgo, dove si sposò. Si specializzò in ostetricia e oculistica, ma lavorò soprattutto con i marittimi. Scrisse molti libri tra cui il più noto è il manuale “Lezioni mediche per i naviganti” e patentò un metodo innovativo di rianimazione dei naufraghi per mezzo di due palloncini. Contribuì a debellare la sifilide a Škrljevo e il colera. Fu un personaggio di spicco nel movimento autonomista cittadino e lottò per il bilinguismo (italiano e croato) nelle scuole fiumane.
Impossibile nominare i medici fiumani, soprattutto di nazionalità italiana, senza soffermarsi su Antonio Grossich (1840-1926), la cui tomba è stata restaurata dall’Associazione Libero Comune di Fiume in esilio con i fondi dello Stato Italiano nel 2010. Grossich si laureò a Vienna e dopo un breve periodo trascorso a Castua, ritornò a Fiume per lavorare come chirurgo. Fu il primo a utilizzare la tintura di iodio per la disinfezione delle ferite chirurgiche. Condivise la sua scoperta nel “Giornale centrale delle chirurgia” nel 1909 e già l’anno successivo ottenne un’affermazione internazionale. La tintura di iodio venne usata nella guerra in Libia nel 1912 e salvò moltissime vite. Lo stesso anno Grossich venne nominato Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e nel 1919 venne realizzata una marca da bollo con il suo ritratto. Daina Glavočić ha aggiunto anche che Grossich ha intrattenuto una fitta corrispondenza con D’Annunzio e che ha scritto persino alcuni pezzi teatrali, tra cui il dramma in quattro atti “La donna fatale”.
Dopo la tomba di Grossich è stata la volta di quella di Enrico Centis (1868-1926), un ammasso di rocce carsiche unite da cemento e sovrastate dalle insegne con i nomi e una grande croce con un rametto di palma. Centis fu docente di scienze naturali all’ex Liceo e all’età di 50 anni decise di finire gli studi di medicina a Padova. Curò sempre gratuitamente i suoi pazienti e spesso anche sulle ricette per i farmaci annotava se i cittadini erano particolarmente poveri in modo che i farmacisti potessero abbassare i prezzi. Una tomba relativamente semplice, con un monolito di marmo grigio in posizione verticale che porta il nome di Tullio Nonvellier (1903-1992) testimonia la vita del medico specializzato in malattie cutanee e veneree. Come tanti medici fiumani, pure Nonvellier curò numerose malattie a trasmissione sessuale, particolarmente presenti a Fiume a causa del porto.

La tomba dei coniugi Ćuk

Diverse famiglie in un’unica tomba

Impossibile parlare di medici fiumani senza menzionare la famiglia de Emili, che in seguito rimase senza il predicato nobiliare “de”. Hinko Emili (1900-1983) fu un importante epidemiologo e batteriologo, specializzazioni che purtroppo ci sono fin troppo note negli ultimi tempi. Viene ricordato non solo per le cariche che ricoprì in seno al Reparto epidemiologico zagabrese, all’Istituto per la tutela della salute e alla Facoltà di Medicina di Fiume, ma pure per le ricerche e l’impegno profuso nel debellamento della malaria sull’isola di Veglia e sul litorale e di altri morbi intestinali legati all’impurità dell’acqua. Emili si occupò anche di fotografia e nel 1970 ottenne il premio per l’Opera omnia della Città di Fiume. Nella stessa tomba riposa pure il medico Stanislao de Emili (1869-1902), consigliere cittadino e fondatore del Partito autonomista.

L’ultima tappa dell’incredibile viaggio nel tempo di Daina Glavočić a Cosala è stata la tomba monumentale di Iginio Scarpa nella quale è sepolta pure la famiglia Volarić. La tomba è particolarmente importante per i due busti della famiglia Sartorio, ora rimossi per preservarli meglio al Museo civico di Fiume. Il medico Branko Volarić fu un noto criminologo ed esperto di medicina forense, due settori resi noti dalle serie televisive.

La bimba appoggiata alla tomba di Josip e Predrag Ahel

Al cimitero di Tersatto la storia di Sušak

Sulla sponda orientale del fiume Eneo, un tempo era collocata la cittadina di Sušak, oggi parte integrante di Fiume e dunque anche i medici che vi erano nati o vi operavano venivano sepolti nel cimitero più recente di Tersatto. Uno dei nomi più importanti e che purtroppo non è entrato a far parte del libretto della mostra è quello di Silvije Novak (1900-1988), medico ed ematologo fiumano, uno dei fondatori della Facoltà di Medicina, nonché figlio dello scrittore di Segna Vjenceslav Novak. Un’informazione non molto nota è che Zdravko Kučić, medico internista, era suo studente.
Una delle prime fermate del secondo appuntamento con la storica dell’arte Daina Glavočić è stata la tomba modesta dello psichiatra Slobodan Ćuk (1921-1988), capo del reparto di psichiatria del CCO di Fiume e docente alla Facoltà di Medicina. Ćuk fu tra i fondatori del Centro per la salute mentale a Lopača e poi dell’ospedale psichiatrico di Arbe, ma lavorò assiduamente anche per aumentare la consapevolezza riguardo a disturbi come psicosi, neurosi, epilessia, alcolismo e promosse le cure psichiatriche anche in età infantile. Glavočić ha aggiunto che negli ultimi due anni, anche a causa della pandemia, che ha causato un incremento nel numero di persone che manifestano disturbi psichici, ci siamo resi conto dell’importanza di questo ramo della medicina ed è quindi doveroso menzionare i medici che hanno contribuito a consolidarlo.

La tomba dello “Stradivari croato”, Franjo Kresnik

Epidemiologia e letteratura a braccetto

Nei pressi delle tombe dei poeti e letterati ciacavi Ljubo Pavešić Jumbo e Zoran Kompanjet si trova quella di Berislav Borčić (1891-1977), padre dell’omonimo epidemiologo croato. Borčić fu un igienista noto soprattutto per aver fondato l’Istituto Andrija Štampar e per aver preso parte al primo consiglio dell’Organizzazione mondiale per la Sanità. Se Borčić fosse vivo oggi, ha dichiarato scherzosamente Glavočić, lo potremmo vedere alla televisione ogni giorno. Egli fu, infatti, il padre dell’epidemiologia croata e a lui dobbiamo il primo calendario delle vaccinazioni obbligatorie. Lavorò con impegno alla riduzione e all’isolamento dei focolai di contagio di molti morbi non solo tra le persone, ma anche tra gli animali. “Purtroppo tutti i risultati raggiunti non gli valsero a entrare nell’immaginario collettivo. Sic transit gloria mundi”, ha concluso Daina Glavočić.

Poco più avanti c’è la bellissima tomba di Josip (1916-1982) e Predrag (1944-2001) Ahel, rispettivamente pediatra e neurologo, sulla quale si trova la scultura di una bimba con vestiti d’epoca, realizzata dallo scultore fiumano Antonio Marietti. Nei pressi della bambina in lacrime si alza una croce con la base a forma di tronco. A fianco della tomba della famiglia Ahel c’è quella di Franjo Kresnik (1869-1943), conosciuto nella città di Fiume non solo come medico ma anche come abilissimo liutaio ispirato soprattutto ai maestri Amati, Guarneri e Stradivari di Cremona. Glavočić ha spiegato che per quanto la medicina possa essere impegnativa, moltissimi medici hanno avuto e sviluppato interessi al di fuori del settore. Alcuni si sono occupati, come abbiamo già visto, di politica, altri di letteratura o teatro, altri ancora di musica. L’arte rappresenta spesso una valvola di sfogo e un modo di esprimere i sentimenti più reconditi dei quali non si può fare a meno.

La tomba a forma di “compressa” di Zdravko Kučić

Da non dimenticare dentisti e farmacisti

Uno dei personaggi più particolari inseriti nella lista dei medici da ricordare è Niko Gjivović (Givovich)-Johnson, nato a Ragusa e laureato in chirurgia orale negli Stati Uniti. Gjivović-Johnson fu particolarmente importante in quanto trasmise il sapere acquisito prima in Inghilterra e poi oltreoceano nel campo della cura dentale. Non si occupò, però, solo di medicina, ma fu pure un abile ciclista, motociclista, automobilista, modellista navale e modellista di macchine a vapore.

Particolare per il busto che vi è collocato e di cui non si sa l’autore è la tomba del farmacista di origini italiane, ma nato a Segna, Dragutin Accurti (1852-1922). La famiglia Accurti è conosciuta per aver dato molti marinai, politici e commercianti e Dragutin Accurti ha avuto un ruolo importante nella fondazione della Sala di lettura di Sušak, ovvero la “Narodna čitaonica” di Tersatto.

La tomba della famiglia Catti

La simbologia della tomba di Kučić

È impossibile visitare il cimitero di Tersatto e non rimanere affascinati dalla tomba di Zdravko Kučić (1910-1961), una vera opera d’arte del suo tempo. Glavočić ha più volte ripetuto che a Fiume, a differenza ad esempio del cimitero Mirogoj di Zagabria, dove la sede centrale ha realizzato tutti i sepolcri per poi rivenderli, le tombe sono sempre state commissionate ad artisti ed architetti da privati. Per questo motivo ciascuna è originale sia per la forma che per lo stile e nei cimiteri si trovano elementi architettonici di autori più o meno noti, dalle sculture di Marietti ai mosaici di Rendić. La tomba del medico internista Zdravko Kučić ha la forma che potrebbe sembrare quella di una compressa, un’aspirina, dalla quale s’innalza un obelisco con uno squarcio nella parte centrale, che lo divide in due parti lungo tutta la lunghezza. L’elemento verticale rappresenta la virtù e la vita virtuosa del medico. La tomba fu progettata dall’ingegnere e amico del defunto, Igor Emili. Kučić nacque a Buccari, figlio di Juraj Kučić, presidente della Regione e successivamente sindaco di Sušak. Studiò prima a Zagabria e poi a Belgrado per poi arruolarsi nel 1943 e partecipare alla lotta partigiana. Dopo la Seconda guerra mondiale tornò a Fiume dove svolse molte mansioni importanti e fu tra i fondatori più influenti della Facoltà di Medicina.

L’ospedale di Sušak porta il suo nome. Kučić si interessò e si occupò anche di canottaggio.

Tra le tombe alle quali si è soffermata la comitiva ci sono quelle del ginecologo di origini slovene Mladen Premrou, del chirurgo e urologo Janko Komljenović, pioniere della chirurgia endoscopica e medico di fiducia del politico comunista Moša Pijade, dell’epidemiologo Ante Švalba, del gastroenterologo Milan Prica, sulla cui tomba si trova un rilievo di Frane Cota, scultore modernista e secessionista e della famiglia di oculisti Kirinčić.

Il cimitero di Tersatto, dunque, per quanto più recente di quello di Cosala, possiede una ricca collezione di tombe da presentare ai posteri.
In conclusione Daina Glavočić ha salutato tutti gli amici e i curiosi che l’hanno accompagnata nelle sue due passeggiate per i cimiteri cittadini e si è accomiatata da loro dicendo: “Mi rendo conto che solitamente ci rechiamo nei cimiteri quando qualcuno muore e vogliamo partecipare al suo funerale e che la prima associazione che abbiamo è quella al pianto, alla tristezza e al dolore, ma vi invito a visitare i cimiteri anche in altre occasioni e a guardarli con occhi diversi, come a dei luoghi affascinanti da non evitare, ma da ricercare per il loro valore culturale”.

La tomba di Lionello Lenaz e consorte

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