Uccisioni a Castua: al via gli scavi

0
Uccisioni a Castua: al via gli scavi

CASTUA | Recupero dei resti degli italiani, militari e civili, uccisi e sepolti sommariamente a Castua: al via gli scavi. Come emerge dal comunicato del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti del Ministero italiano della Difesa e della Società di Studi Fiumani con sede a Roma, è iniziata giovedì 5 luglio la campagna di ricerca delle salme dei caduti di guerra italiani nel bosco della Loza, località Crekvina. L’iniziativa è stata avviata a seguito di una segnalazione della Federazione delle Associazioni degli Esuli al Tavolo di governo e in base allo studio effettuato da Amleto Ballarini tanti anni fa. L’area dell’ipotizzato accadimento è stata inizialmente circoscritta grazie alla collaborazione del personale del Ministero dei Difensori croati, attraverso testimonianze locali e il prezioso supporto del Consolato Generale d’Italia a Fiume, al fine di restituire alle famiglie i loro cari, assicurandone una degna sepoltura. Un passo concreto è stato fatto nell’ambito degli accordi presi dai governi italiano e croato, anche a Pola nella primavera 2017, quando l’allora ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, incontrò il suo omologo croato Davor Ivo Stier.

Grazie all’aiuto di don Franjo Jurčević e delle testimonianze rese al parroco di Castua dai suoi concittadini, testimoni oculari di quei tragici fatti del 4 maggio 1945, nel 1992 Ballarini – autore insieme con lo storico croato Mihael Sobolevski del volume “Le vittime di nazionalità italiana a Fiume e dintorni (1939-1947)”, pubblicato nel 2002 – è riuscito a individuare il luogo della fossa comune in cui furono gettati i corpi del senatore e già podesta fiumano Riccardo Gigante e dei suoi compagni – tra cui il giornalista Nicola Marzucco, il maresciallo della Guardia di Finanza, Vito Butti e il vicebrigadiere dei carabinieri, Alberto Diana –, uccisi da un reparto di partigiani jugoslavi per decisione dell’OZNA, la polizia politica di Tito.

La cronistoria

Da allora e sono più di vent’anni, la Società di Studi Fiumani è impegnata su questo fronte. La cronistoria ricostruita dal segretario generale della SSF, Marino Micich, parte dal 1996, quando viene stipulato un accordo di ricerca senza precedenti sulle vittime italiane di Fiume e dintorni dal 1939 al 1947 tra Società di Studi Fiumani e l’Istituto Croato per la Storia di Zagabria; progetto di ricerca che l’anno seguente ottiene l’alto patronato del presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro. Nell’ottobre 1997, Ballarini scrive al presidente Scalfaro e al ministro degli Esteri, Lamberto Dini, per sollecitare le autorità italiane a perorare presso il governo croato la riesumazione dei caduti italiani sepolti a Castua, avendo individuato il luogo della sommaria sepoltura, ottenendo prima una risposta positiva dal capo della Farnesina e in seguito anche una manifestazione di interesse da parte del Quirinale, a firma Gaetano Gifuni (segretario generale della Presidenza della Repubblica). In contemporanea, Ballarini – oggi presidente emerito della SSF – si rivolge al presidente croato Franjo e anche quest’ultimo appoggia la ricerca.
Agli inizi del 1998 Ballarini procede verso l’Ufficio di Sanità della Regione Litoraneo-montana, sempre con la richiesta di esumazione e dignitosa sepoltura e successivamente ancora a Scalfaro, nonché all’Ambasciata d’Italia a Zagabria e al Ministero della Difesa italiano – Onorcaduti. In tutti questi anni la SSF ha continuato a portare i risultati della ricerca di Ballarini all’attenzione della FederEsuli e dei vari governi che si sono succeduti. L’ultima messa è stata celebrata a Castua quest’anno il 4 maggio 2018. Il 5 luglio le prime operazioni, proseguite anche nella giornata di ieri.

Ringraziamenti particolari

“La Società di Studi Fiumani presieduta oggi dal prof. Giovanni Stelli – riporta la nota – rivolge un ringraziamento particolare al presidente della FederEsuli, Antonio Ballarin, al gen. Elio Ricciardi per aver perorato in questi ultimi anni la riesumazione dei caduti italiani nella fossa di Castua. Ringraziamenti sono dovuti anche al console generale d’Italia Paolo Palminteri, a Onorcaduti, al parroco croato don Franjo Jurčević, allo storico Mihael Sobolevski, ai dirigenti del Libero Comune di Fiume in esilio (oggi dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo –, ndr), Guido Brazzoduro, Mario Stalzer, Laura Calci, che in tanti anni hanno partecipato alla messe in suffragio come anche ai dirigenti passati e presenti della Comunità degli italiani di Fiume, all’Unione Italiana, all’Edit per la vicinanza e condivisione di tale iniziativa”. Ricordiamo, il tema era stato portato al Tavolo di Coordinamento che nel marzo 2017 si era svolto a Palazzo Chigi alla presenza del sottosegretario Maria Elena Boschi. L’aver preparato il terreno affinché si arrivasse agli scavi di oggi è stato uno dei più importanti risultati conseguiti da Ballarin, che è stato riconfermato al vertice della FederEsuli.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display