Segnale forte oppure… «occultamento del crimine»?

La maggioranza fa quadrato sul rimpasto che dovrebbe segnare una svolta. I Socialdemocratici invece sparano a zero

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Segnale forte oppure… «occultamento del crimine»?

ZAGABRIA | Il rimpasto del governo vuole essere un segnale forte di svolta, con l’obiettivo di intensificare gli sforzi nella realizzazione del programma dell’Esecutivo. Lo ha sottolineato il premier Andrej Plenković, dicendosi convinto che i nuovi ministri otterranno domani la fiducia del Sabor, Com’era nelle previsioni a lasciare l’Esecutivo perché travolti da scandali di vario tipo sono cinque ministri. Ad andarsene è anche il capo della diplomazia Marija Pejčinović Burić, nominata segretario generale del Consiglio d’Europa. Le subentra Gordan Grlić Radman, attuale Ambasciatore croato in Germania. Si tratta di un diplomatico di carriera, di provata esperienza, che ha accolto con soddisfazione la nomina, sottolineando che il compito di un diplomatico è quello di costruire ponti. Gli interessi croati, ha aggiunto, sono compatibili con quelli europei. Durante l’odierna sessione del governo il premier Plenković ha ringraziato i ministri uscenti per il lavoro svolto e si è detto convinto che i nuovi capi dicastero s’impegneranno al massimo per realizzare le necessarie riforme strutturali e rafforzare lo Stato diritto e i valori si cui s’impernia la politica croata. Nelle loro dichiarazioni dopo la seduta i diversi ministri hanno espresso sostegno al rimpasto, rimarcando la volontà di rimboccarsi le maniche nella parte finale della legislatura.
Come noto, le novità nell’Esecutivo sono molte. Innanzitutto Davor Božinović e Zdravko Marić vengono elevati al rango di vicepremier. Entrano nell’Esecutivo, tra gli altri, Ivan Malenica che guiderà il dicastero dell’Amministrazione, Marija Vučković (agricoltura), Mario Banožić (Patrimonio statale), Vesna Bedeković (Famiglia e Demografia), Josip Aladrović (Lavoro e Sistema previdenziale), mentre Marko Pavić passa a dirigere il Ministero preposto ai fondi europei.
Aladrović ha già colto l’occasione per invitare i Sindacati al dialogo sociale: per tutta risposta i sindacalisti hanno richiesto che si vada al referendum sulla riforma previdenziale, condizione essenziale questa per accettare di sedersi al tavolo delle trattative.
Mentre nelle file della maggioranza si è convinti che il rimpasto porterà una ventata di freschezza, il centrosinistra si dice pronto a dare battaglia. L’opposizione è tornata a chiedere a gran voce le elezioni anticipate. Il leader socialdemocratico Davor Bernardić ha definito il rimpasto del governo in tentativo di “occultare il crimine”, aggiungendo che il fatto stesso che siano stati allontanati tutti i ministri di cui l’opposizione chiedeva la testa, dimostra che essi davvero sono in odor di corruzione. Duro anche il Most che ha annunciato pure una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Sanità, Milan Kujundžić, chiedendo che della stessa si discuta nel corso di una sessione straordinaria del Sabor. Il presidente del Parlamento, Gordan Jandroković, però ha affermato che non ci sono gli estremi per convocare una tale seduta.

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