Omaggio ai Carabinieri infoibati

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Omaggio ai Carabinieri infoibati

BASOVIZZA | “Solidarietà, giustizia, senso del dovere. Tutti noi abbiamo bisogno di riconoscerci in questi valori e l’Arma dei Carabinieri è un simbolo dello Stato che li rappresenta, li incarna, li trasmette; soprattutto in quei momenti di incertezza, smarrimento e difficoltà in cui i cittadini trovano negli uomini e donne dell’Arma dei Carabinieri, lo Stato”. Con queste parole il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, è intervenuto ieri al Monumento nazionale della Foiba di Basovizza, alla cerimonia di scoprimento del cippo in memoria di tutti i carabinieri infoibati e uccisi, dal settembre 1943 al febbraio del 1947, nei territori lungo il confine nordorientale italiano. Così nel luogo simbolo della tragedia verificatasi alla fine del secondo conflitto mondiale, il Comune di Trieste ha voluto dedicare un monumento commemorativo ai Carabinieri che, in vari luoghi, subirono l’atroce destino dell’infoibamento. Alla cerimonia, pianificata e realizzata con il Comando Provinciale dei Carabinieri di Trieste, erano presenti autorità politiche, civili, militari e religiose, familiari di quei Carabinieri che persero la vita nelle voragini carsiche, rappresentanti delle Associazioni combattentistiche e d’arma con i propri labari, nonché i gonfaloni del Comune di Trieste e della Regione Friuli Venezia Giulia. Tra le autorità erano presenti pure il prefetto Annapaola Porzio, il governatore dell’FVG Massimiliano Fedriga, il questore Isabella Fusiello, il sindaco Roberto Dipiazza, il vicesindaco Pierpaolo Roberti e gli assessori comunali Giorgio Rossi e Michele Lobianco, nonché il presidente dell’ANVGD e vicepresidente dell’UPT, Renzo Codarin. Sono intervenuti anche il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Giovanni Nistri, il comandante interregionale, generale di corpo d’armata Aldo Visone, il comandante della Legione Carabinieri dell’FVG, generale di brigata Vincenzo Procacci e il comandante provinciale di Trieste colonnello Daniel Melis.

Un luogo sacro

Nel suo intervento il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza ha ricordato quanto fatto nel suo primo mandato per ridare il giusto onore alla Foiba di Basovizza, un “luogo sacro, simbolo dei drammi che hanno interessato il confine orientale durante la Seconda guerra mondiale”. Ancora nel 2010 – ha detto il primo cittadino – “ho portato in questo luogo la lapide in ricordo del sacrificio dei 97 finanzieri uccisi dai partigiani jugoslavi dopo essere stati prelevati dalla caserma di Campo Marzio” e ora “in questo lungo percorso del ricordo, siamo qui per rendere omaggio e scoprire il cippo marmoreo in memoria di tutti i carabinieri infoibati, assassinati in una mattanza che mirava alla distruzione di tutto ciò che era Italia e Italiano”. “Da oggi – ha concluso il sindaco Roberto Dipiazza – questo cippo collocato al Sacrario della Foiba di Basovizza vuole essere il luogo dove ricordare, rendere omaggio e ringraziare tutti questi servitori dello Stato barbaramente uccisi”.

Vicini alla popolazione

Particolarmente sentito e apprezzato l’intervento del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri,generale di corpo d’armata Giovanni Nistri, che ha tra l’altro evidenziato la fedeltà dei “250 e più Carabinieri ricordati da questo monumento, onorati perché hanno prestato fede al loro giuramento, restando sempre vicini alla popolazione”. Il generale Nistri ha ribadito infine l’importanza di “continuare a commemorare i nostri caduti”, per essere essere testimoni credibili del loro esempio, “nel nome dell’Arma e dell’amata Patria”.
Apertasi con l’alzabandiera sulle note della fanfara dei Carabinieri, la cerimonia ha visto anche la deposizione di una corona d’alloro e la benedizione del nuovo cippo da parte del cappellano militare dei Carabinieri don Albino D’Orlando.
Al temine della cerimonia, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di corpo d’armata Giovanni Nistri, ha consegnato al sindaco Roberto Dipiazza una targa, un segno di stima, apprezzamento e gratitudine per quanto fatto, nell’ambito di un proficuo costruttivo rapporto e di una continua collaborazione che dura nel tempo.

L’intervento di Fedriga

Il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, a margine della cerimonia alla Foiba di Basovizza ha espresso gratitudine al Comune di Trieste e all’Arma dei Carabinieri, con il suo comandante generale Nistri, “per aver ridato dignità con questa lapide a quei militari che vennero uccisi e infoibati. Un ricordo che oggi assume ancora più valore in quanto entra a far parte della memoria condivisa e della pacifica convivenza che siamo riusciti a costruire in queste nostre terre”. Come ha sottolineato il governatore, “dopo un lungo periodo d’oblio in cui la memoria di quanto accadde in quegli anni venne colpevolmente rimossa”, quello attuale “è un atto di giustizia che ricorda il sacrificio di tanti militari dell’Arma provenienti da ogni parte d’Italia che pagarono con la propria vita una delle pagine più tragiche della storia del nostro Paese”. “Penso in particolare – ha aggiunto Fedriga – a tutti quei Carabinieri che lasciarono dei figli piccoli ai quali del proprio padre, se non qualche immagine sbiadita dal tempo, non rimase neanche un ricordo né una tomba su cui poter pregare. A questo vuoto si sommò, per un lungo periodo, il colpevole silenzio delle istituzioni, di quello Stato – ha concluso – che quegli stessi uomini in divisa difesero e rappresentarono fino all’ultimo giorno della loro vita”. Da parte sua il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri, ha rimarcato il fatto che “commemorare” significhi “rendere comune una memoria che deve essere condivisa, perché solo attraverso la condivisione si possono superare le diffidenze e gli odi del passato”. Infine, rivolgendo il pensiero ai Carabinieri infoibati, Nistri ha spiegato come il dato caratterizzante di quei martiri fosse l’alto senso del dovere che, nella difficoltà di quel passaggio storico, li indusse a non abbandonare la popolazione, rimanendo al proprio posto consapevoli dei rischi a cui andavano incontro.

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