Marjan Šarec al lavoro per il governo

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Marjan Šarec al lavoro per il governo

LUBIANA I Il quarantenne Marjan Šarec ha ottenuto l’incarico di mandatario per la formazione del governo sloveno. Il Parlamento di Lubiana lo ha eletto con 55 voti a favore, 33 contrari e una scheda nulla. A sostenere la sua candidatura sono stati sei partiti di centrosinistra e sinistra, nonché i deputati delle minoranze nazionali italiana e ungherese, rispettivamente Felice Žiža e Ferenc Horváth. Oltre ai voti del suo LMŠ e dei rappresentanti delle etnie, Šarec ha ottenuto pure l’appoggio dell’SD di Dejan Židan, dell’SMC del premier uscente Miro Cerar, del DESUS di Karl Erjavec (ministro degli Esteri uscente), del SAB di Alenka Bratušek e della Sinistra (Ljevica/L). Quest’ultimo partito, presieduto da Luka Mesec, tuttavia, ha optato per garantire a Šarec il sostegno esterno. In altre parole, la Sinistra non dovrebbe essere rappresentata nel futuro Esecutivo.

I rapporti con la Croazia

Dopo aver prestato giuramento, Šarec ha annunciato che la priorità della sua azione di governo, qualora l’Esecutivo da lui proposto dovesse ottenere la fiducia della Camera di Stato, consisterà nell’elevare la qualità del servizio sanitario. Ha dichiarato di voler migliorare il tenore di vita dei pensionati e combattere il precariato. Tra gli obiettivi che si è posto ha evidenziato anche il tema della sicurezza dello Spazio Schengen, ossia del confine con la Croazia. Šarec ha parlato pure delle relazioni tra Lubiana e Zagabria. Ha rilevato di essere intenzionato a coltivare buoni rapporti con la Croazia, ossia a trovare una soluzione sia per quanto concerne il contenzioso confinario sia le altre questioni aperte.

Dejan Židan al Parlamento

Šarec ha tempo fino al 1º settembre per formare la rosa dei futuri ministri. Il voto di fiducia è atteso verso la metà del mese prossimo. In Parlamento Šarec non potrà contare sull’appoggio dell’SDS di Janez Janša, dell’NSI di Matej Tonin, né dell’SNS di Zmago Jelinčič Plemeniti. Tonin, al quale era stata assegnata provvisoriamente la presidenza della Camera di Stato, dopo l’investitura di Šarec (che non potrà mantenere lo status di deputato), ha subito provveduto a manifestare la sua disponibilità a rinunciare all’incarico. A subentrargli sullo scranno di presidente del Parlamento sarà quasi certamente Dejan Židan. Ad affiancarlo, nel ruolo di vicepresidenti saranno probabilmente Monika Gregorčič (SMC) e Tina Heferle (LMŠ). Quest’ultima, nello sostenere la candidatura di Šarec a mandatario per la formazione dell’Esecutivo ha osservato che in Slovenia è giunto il momento di cedere le redini del Paese a una nuova generazione di politici al fine di favorire l’unità e gli interessi nazionali.

Il malcontento dell’SDS

A sua volta, Danijel Krivec, parlando a nome dell’SDS, ha stigmatizzato il modo nel quale è stato aggirato il parere espresso della maggioranza relativa degli elettori. Alle elezioni del giugno scorso, lo ricordiamo, l’SDS, ottenne la maggioranza relativa dei consensi. “Il livello di legittimità del mandatario è basso”, ha osservato il deputato dell’SDS. Dal canto suo, prima della votazione, Šarec ha dichiarato di essere pronto ad assumere il ruolo al quale si è candidato. “Ho l’audacia e la tenacia necessarie. Non ho paura di sobbarcarmi questa responsabilità. Bisognerà operare su molti fronti. I risultati dipenderanno dal lavoro svolto, non dalla retorica”. Concluse le operazioni di voto Šarec si è recato al Palazzo presidenziale dove il Capo dello Stato Borut Pahor gli ha affidato ufficialmente l’incarico. 

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