Il 3. maj va verso il divorzio dal Gruppo polese Uljanik?

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Il 3. maj va verso il divorzio dal Gruppo polese Uljanik?

ZAGABRIA | Il nuovo piano di ristrutturazione dell’Uljanik sarà inviato a Bruxelles entro l’inizio della settimana prossima. Ad annunciarlo è stato ieri il ministro dell’Economia, Darko Horvat, che si attende di ottenere una risposta nell’arco delle successive due settimane.

Un piano rielaborato

“Dal Gruppo Uljanik ci sono state fornite le risposte a tutte le domande poste dalla Commissione europea. Il piano è stato rielaborato. Mi permetto di dire che abbiamo tra le mani un nuovo programma di ristrutturazione. Un piano che in questo momento contempla il cantiere navale a Pola, ossia l’Uljanik”, ha chiarito Horvat.
“Siamo consapevoli del fatto – ha proseguito – che la ristrutturazione del 3. maj è stata completata il 31 dicembre 2017”.
Horvat non ha puntualizzato se ciò significhi che il 3. maj sarà estrapolato dal Gruppo Uljanik. Una richiesta, quest’ultima, ripetuta a più riprese dai dipendenti e dai sindacalisti del cantiere navale fiumano, nonché dai rappresentanti delle autonomie locali e regionali fiumane e litoraneo-montane. Il ministro si è limitato a osservare che nei giorni scorsi è stato chiarito che la ristrutturazione non deve necessariamente riguardare l’intero gruppo navalmeccanico istro-quarnerino. Anche nel confermare che si sta cercando un partner interessato a investire nei cantieri navali del Gruppo Uljanik, Horvat non ha precisato se il medesimo debba necessariamente essere lo stesso sia per lo Scoglio Olivi di Pola sia per il 3. maj di Fiume. Ha puntualizzato soltanto che il partner d’affari o i partner dovranno essere disposti a investire nel business della cantieristica navale, in modo da garantire che a Fiume e Pola si continui a costruire navi. Ai giornalisti che gli hanno chiesto se la Kermas energija, ovvero Darko Končar, sia destinata a perdere lo status di partner strategico del Gruppo Uljanik, il ministro ha fornito una risposta molto prudente. “In questo momento il partner strategico è quello scelto dalla direzione. Staremo a vedere se sarà d’accordo con le modalità e il concetto di ristrutturazione previste dal nuovo programma di ristrutturazione”, ha dichiarato Horvat.
Il ministro ha affermato di credere che i due cantieri navali abbiano un futuro. “In caso contrario lo Stato non avrebbe concesso le sue garanzie né si sarebbe incluso nella ricerca del partner strategico”, ha fatto presente.
A credere nel futuro dei due cantieri navali sono pure i sindacalisti dei medesimi. Tra questi Samir Hadžić, a capo del Comitato di crisi per la salvaguardia dello Scoglio Olivi. Nel commentare il possibile distacco del 3. maj dall’Uljanik, Hadžić ha affermato che tale ipotesi non è invisa ai cantierini polesi. “A patto, però, che l’operazione non vada a scapito di qualcuno”, ha chiarito il sindacalista.

Esonerare la direzione

Dopo l’incontro avuto ieri con il ministro Horvat, Hadžić è tornato a chiedere l’esonero della direzione dell’Uljanik. Al momento, l’unica modifica in seno agli organi dirigenziali della società navalmeccanica istriana riguarda l’avvicendamento avvenuto il 1.mo ottobre in seno al Consiglio di Vigilanza tra il sindacalista Đino Šverko e Anto Tusun.
Šverko, contestato dai suoi colleghi fiumani per il suo ruolo nella crisi del Gruppo Uljanik, si era dimesso il 19 settembre scorso privando del numero legale il Consiglio di Vigilanza del complesso navalmeccanico polese.
A Pola e Fiume, intanto i dipendenti dello Scoglio Olivi e del 3. maj sono in attesa di percepire lo stipendio. Stando alle informazioni circolate in questi giorni, il Gruppo Uljanik sarebbe riuscito a racimolare l’importo sufficiente a versare i salari, ma non a pagare i contributi allo Stato. A tale proposito il ministro dell’Economia ha fatto presente che i contributi prima o poi devono essere pagati, ossia che lo Stato non può esonerare nessuno da tale obbligo.

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