Horvatinčić. Resta la tesi della sincope

0
Horvatinčić. Resta la tesi della sincope

SEBENICO | Al Tribunale comunale di Sebenico ha preso il via ieri il rinnovato processo nei confronti di Tomislav Horvatinčić. Si tratta del terzo procedimento penale nei confronti del controverso imprenditore zagabrese che nell’agosto del 2011 con il suo motoscafo aveva provocato l’incidente nelle acque di Capocesto (Primošten) nella Dalmazia centrale, in cui avevano perso la vita i coniugi italiani Salpietro. Questa volta a guidare la Corte non c’è più Maja Šupe, che aveva assolto in appello il tycoon, ma il giudice Ivan Jurišić. In apertura di udienza il procuratore di Stato, Irena Senečić, ha ribadito che la linea di difesa di Horvatinčić è inaccettabile. “Non ha seguito l’andamento del traffico marittimo durante la navigazione, ha violato un certo numero di regolamenti marittimi e la tragedia è stata la conseguenza del suo comportamento sfacciato”, ha detto la rappresentante della Procura. L’avvocato del tycoon, Branko Baica, dal canto suo, ha dichiarato che non ci sono prove in merito alla responsabilità di Horvatinčić per l’incidente e che vi sono motivi ben precisi per escludere la sua colpevolezza per quanto avvenuto. L’avvocato ha anche chiesto di escludere dalla documentazione probatoria la bozza dell’incidente tracciata da Horvatinčić poche ore dopo l’impatto perché, a suo avviso, sarebbe stata acquisita in violazione delle disposizioni del Codice di procedura penale.

La difesa inoltre non rinuncia alla tesi della sincope. Lo ha annunciato l’altro avvocato difensore del tycoon, Veljko Miljević, che ha inserito la sincope tra gli elementi portanti della strategia difensiva. I legali insisteranno sui testimoni e in particolare faranno affidamento su esperti e personale medico. Il giudice Jurišić ha annunciato che interrogherà nuovamente Boris Seljanovski, ex investigatore dell’Autorità portuale di Sebenico, fatto questo che l’avvocato Baica ha definito una “decisione saggia”. Saranno chiamati a testimoniare anche Klaus Fuchs, il cittadino tedesco che fu il primo ad arrivare sul luogo dell’incidente, e Anica Đerđa che era a bordo del motoscafo insieme all’imprenditore al momento della collisione.

Non colpevole

“Per l’ennesima volta voglio esprimere le mie condoglianze. Sto cercando di mettermi in contatto direttamente con i figli per alleviare il loro dolore. Non sono colpevole”. Con queste parole l’imprenditore, parlando con i giornalisti dinanzi al Tribunale, ha ribadito il suo rammarico per quanto accaduto.

Aiuto finanziario ai figli

“Ho mandato una e-mail, un SMS, anche tramite What’s App, ho scritto una lettera e spero che accetteranno il mio aiuto. Sui loro conti corrente è arrivato il risarcimento; spero che accettino il mio sostegno. Sono qui anche per aiutarli finanziariamente, pur essendo consapevole che non posso restituire loro il padre e la madre”, ha dichiarato Horvatinčić, sottolineando che gli ultimi otto anni per lui sono stati estremamente difficili.

Messo alla gogna

“I media mi hanno messo alla gogna – ha dichiarato –. Vengono tirati in ballo presunti incidenti di 40 anni fa, vengo deriso sui social media, anche dal punto di vista della salute. I giornalisti che si fanne beffe di me se avessero bisogno di una chemioterapia sarebbero più piccoli dei semi di papavero. Anche questo nuovo processo è il risultato della pressione mediatica. Detto questo perdono tutti per quello che mi hanno fatto e mi stanno facendo”.

Sentenza annullata

Ricordiamo che dopo che il giudice Maja Šupe in appello aveva assolto Horvatinčić nell’ottobre dello scorso anno, la Pubblica accusa aveva presentato ricorso contro tale decisione. La Camera di consiglio del Tribunale Regionale di Zara presieduta dal giudice Hrvoje Visković nel maggio di quest’anno ha annullato la sentenza di assoluzione emessa a Sebenico facendo ripartire l’intero procedimento.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display