Una marea immensa e… senza frontiere

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Una marea immensa e… senza frontiere

Oltre mezzo milione di persone nelle vie e nelle piazze di Zagabria. Per l’esattezza 550mila, stando a cifre informali. Inizialmente si pensava a “sole” 250mila presenze. Poi s’è visto che ad essere gremito all’inverosimile era tutto il centro storico e anche le vie d’accesso. Non per niente l’autobus scoperto con a bordo i calciatori (e il cantante Thompson invitato da Luka Modrić) ha impiegato ore ed ore per raggiungere il centro città, procedendo a passo di lumaca. Tra il pubblico, giunto da ogni dove, c’è stato chi ha pazientato in piazza in attesa dell’arrivo dei propri eroi, anche 16 ore. Poi a tarda sera l’apoteosi, sotto i riflettori. C’è voluta la pioggia per convincere i più ad andarsene dopo che i calciatori hanno lasciato il palco eretto nella centralissima piazza Jelačić.

Una marea immensa, dunque, quella vista a Zagabria per un Paese di quattro milioni di abitanti. Inutile dire che quelle immagini hanno fatto il giro del mondo. Mai prima s’era visto qualcosa del genere in Croazia. Eppure di occasioni per festeggiare ce n’erano state negli ultimi decenni. L’ottimo piazzamento della nazionale croata ai Mondiali in Russia è stato l’occasione per lasciarsi andare a un’ondata di euforia senza precedenti. L’accoglienza tributata ai vicecampioni del mondo è stata a dir poco trionfale. La festa però non si è esaurita lunedì a tarda sera. Tutte le località da cui provengono i calciatori della nazionale hanno organizzato separatamente per gli stessi delle accoglienze da favola. Scene da estasi si sono viste ieri soprattutto a Zara. Moltissimi tra i vicecampioni del mondo hanno radici dalmate, a partire dal miglior giocatore dei Mondiali, Luka Modrić. S’è festeggiato pure oltreconfine, in primo luogo nelle località a maggioranza croata in Bosnia ed Erzegovina, dove l’entusiasmo è stato realmente alle stelle. Per certi versi ha eguagliato quello registrato in Croazia, a riprova di un fortissimo senso di identità nazionale che nessun confine è riuscito ancora a cancellare in quelle regioni. D’altronde parecchi calciatori della nazionale croata sono originari della Bosnia ed Erzegovina, compreso il selezionatore Zlatko Dalić, nativo di Livno. E non per niente le immagini della festa a Livno, con un tripudio di tricolori croati, sono state riprese da tutte le televisioni nazionali. Questo cordone ombelicale calcistico non è da oggi: anche la grande Croazia di vent’anni fa, medaglia di bronzo ai Mondiali, era guidata da un allenatore di radici bosniache, ovvero nativo di Travnik, Miroslav Ćiro Blažević. Una dimostrazione di come sport e politica marcino di pari passo in quelle regioni. Le campane hanno suonato a festa pure nelle chiese cattoliche delle Bocche di Cattaro, in Montenegro, dove la comunità croata ha celebrato in tutta tranquillità i successi della nazionale della sua Nazione Madre. E anche in Serbia, a Subotica, importante città della Vojvodina, in occasione dei successi di Modrić e compagni, i croati del luogo per la prima volta hanno festeggiato sulla pubblica piazza, tra la simpatia della gente, le vittorie della squadra con la scacchiera. Un modo anche questo per farsi conoscere e valere e perché no anche apprezzare come minoranza nazionale da parte del popolo di maggioranza.
Ma a parte l’estasi collettiva, l’exploit ai Mondiali di calcio per la Croazia rappresenta un’opportunità reale di rilancio in tutti i sensi, soprattutto economico. Le vittoriose partite in Russia e la finale stessa, nonostante la sconfitta, sono state una passerella eccezionale per il sistema Paese. Una forma di pubblicità e di marketing straordinaria. E gli effetti si fanno già sentire. Sul piano dell’industria dell’ospitalità in primo luogo, con un aumento netto dell’interesse per la Croazia, per la sua natura e la sua storia e di conseguenza per le sue destinazioni turistiche. Gli addetti ai lavori affermano che persino gli investitori stranieri ora si sentano più a loro agio da queste parti. La cappa di pessimismo che gravava sul Paese, sembra sia sparita come per incanto.
Chissà se reggera. Ovviamente tutti sperano che quella calcistica sia una fiaba a liero fine. Sul piano strettamente calcistico i buoni intenditori sanno che sarà difficile (comunque non impossibile) nell’immediato ripetere gli exploit, perché la nazionale croata non sarà più una sorta di outsider nelle partite anche con le grandi squadre, bensì partirà con i favori del pronostico. Sarà quindi un rivale blasonato da battere. Ed è lì che si vedranno la vera forza e il carattere dei giocatori, anche delle nuove leve che lentamente saranno chiamate a rimpiazzare parte dei vicecampioni del mondo.

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