Marišćina, un progetto fallito e maleodorante

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Marišćina, un progetto fallito e maleodorante

Marišćina chiusa per un giorno: è questo quello che è accaduto sabato a causa di un’azione organizzata dagli abitanti della zona. “Siamo stufi di dovere sopportare. Sono ormai sei anni che siamo in queste condizioni, con il tanfo che invade le nostre case quasi ogni giorno. La situazione è particolarmente insopportabile nei mesi estivi. Oggi siamo qui per dire basta, così non si può continuare”, ha dichiarato Josip Katalinić, presidente dell’Unità di crisi ambientale Marišćina e abitante della zona.

“La nostra richiesta è molto semplice: non vogliamo vivere in un ambiente maleodorante. Non è difficile da realizzare, basta mettere in atto le direttive europee, che prevedono di praticare la raccolta differenziata per quel che riguarda i rifiuti umidi. Il miasma, infatti, non viene generato dalla plastica, dalla gomma o altro, bensì soltanto dall’umido, che in base a tutte le leggi in materia andrebbe riciclato a parte. Qui, però, non si fa così e a farne le spese sono i residenti, ma anche gli altri cittadini, attraverso le tasse”, ha affermato Katalinić, che ha aggiunto ancora “mi sono trasferito qui dieci anni fa perché volevo stare a due passi dalla natura, immerso nel verde e invece vivo nel tanfo”.
A coloro che affermano che i risultati dei monitoraggi non hanno riscontrato odori anomali sopra le norme gli abitanti rispondono: “Gli uffici competenti lavorano dalle 7 alle 16, ma il miasma si sprigiona quasi sempre di sera, perché in quel momento la tramontana inizia a portare l’aria dalla discarica verso il centro abitato. Vorrei che le autorità locali venissero una sera a cena a casa mia. Se dovessero constatare che il tanfo non esiste rinuncerò a questa battaglia. Nel frattempo sto pensando di trasferirmi, ma è estremamente sconveniente, in quanto la casa ha perso la metà del suo valore da quando è apparso evidente a tutti che la discarica avrebbe emanato tanfo ad oltranza. Andate pure a verificare nelle agenzie immobiliari, lo sanno tutti che nessuno vuole più vivere qui”, ha affermato Igor Berg, abitante della zona.
“L’RDF – il carburante derivante dai rifiuti – che viene prodotto qui è un rifiuto anch’esso. All’inizio il Centro per la gestione dei rifiuti di Marišćina poteva disfarsene pagando 30 euro alla tonnellata alle fabbriche di cemento, ma ora neppure loro sono più disposte ad acquistarlo. Se al Centro si facesse la raccolta differenziata, invece, si potrebbero ottenere 400 kune per una tonnellata di carta e 700 per una di plastica. Qui, però, preferiscono mescolare tutti i rifiuti e pagare a caro prezzo lo smaltimento, con tutte le conseguenze che ne derivano per noi abitanti. Potrebbe bastare un piccolo terremoto per avvelenare tutta la Rječina”, ha affermato Vesna Prosen, abitante della zona e socia dell’Unità di crisi.

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