Con la Comunità italiana un percorso di avvicinamento

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Con la Comunità italiana un percorso di avvicinamento

TRIESTE | “Porto Vecchio doveva essere realizzato già negli anni ’90, poi per vicissitudini anche politiche non è stato possibile svilupparlo. Con la Legge sui porti del 1994 si arenò il tutto e fu difficile sviluppare il progetto. Adesso si sta procedendo a gonfie vele. Abbiamo posto le basi per la crescita del Porto Vecchio. Basta pensare alla Centrale idrodinamica, al Magazzino 26, alla zona ludico-sportiva che sarà realizzata nella parte sud, al Centro congressi destinato a ospitare la maggior parte delle attività programmate per il 2020 quando Trieste sarà Capitale europea della Scienza… Resterà anche un pezzo di Porto franco. Lo sviluppo sarà generale, gli impianti sono stati già fatti. Penso che nel giro di 5,6 anni si vedrà qualcosa di veramente importante all’interno di Porto Vecchio”. Le riflessioni sono di Francesco Di Paola Panteca, da pochi giorni presidente del Consiglio comunale di Trieste, che non nasconde il suo entusiasmo per i passi avanti registrati da un progetto che sembra destinato a cambiare e arricchire il capoluogo giuliano. “La città si amplia, guadagna nuovi spazi. Sarà una bellissima città con un bellissimo porto – ci dice –. Fosse per me chiamerei l’area Borgo Porto Vecchio”.

ESOF e CEC 2020

Ma questa crescita non vuole essere autoreferenziale. Si pensa già all’intensificazione di sinergie e legami con altre realtà vicine. Con Fiume ad esempio, città vicina e amica con la quale nel 2020 si prospetta un legame speciale considerato che sarà accomunata a Trieste da un titolo europeo: Capitale della Cultura l’una, Capitale della Scienza l’altra. “Noi ci auguriamo che ci sia uno scambio non solo di notizie e informazioni, ma che ci siano anche scambi culturali, scientifici e che vadano intensificandosi sempre più. Non dobbiamo scordare che i legami vantano una lunga tradizione, come è lunga anche la tradizione dei rispettivi porti”, afferma Panteca. Il contesto europeo può essere un volano, ragionare in termini di UE e avvantaggiati dalle libertà fondamentali dell’Unione facilita i rapporti e le relazioni. In questo senso rimane ancora da superare il confine dell’area Schengen.

Il confine è già caduto

“Per quanto mi riguarda il confine è già caduto. Non so esattamente quando si verificherà l’adesione della Croazia in Schengen, bisogna attendere i tempi tecnici del percorso, ma per quanto riguarda Trieste, la città che rappresento, quel confine già non c’è. Ci rendiamo conto che esiste soltanto quando ci troviamo costretti ad attendere in coda alla frontiera”, dice Panteca, che auspica anche contatti più intensi in prima persona. “Fiume la conosco, ci sono stato alcune volte, anche per una gara di canottaggio. L’ho conosciuta molto meno di quanto avrei voluto, perché in passato essendo io stato militare della Guardia di Finanza non ho viaggiato moltissimo. Mi muovo molto di più ora e sto riscoprendo queste bellissime terre nelle quali mi riconosco”, spiega dicendosi apertissimo anche a incontri istituzionali con i rappresentanti della Città di Fiume.

I contatti con la CNI

“Sarà sicuramente uno dei miei obiettivi. Non ho ancora pianificato qualcosa in questo senso perché essendo stato eletto soltanto da pochi giorni sto organizzando le mie attività con il mio modo di essere, che è molto istituzionale. Sarà mia cura sicuramente, da qui al 2020, prevedere nell’ambito degli scambi istituzionali anche quelli a livello di Consiglio comunale. In un prossimo futuro, magari con il sostegno del Consolato generale croato a Trieste, prenderemo i contatti con il presidente del Consiglio cittadino di Fiume. Lo inviteremo a Trieste per ESOF 2020 e mi farebbe piacere venire a Fiume per l’inaugurazione di Capitale europea della Cultura il 1 febbraio 2020. Potrebbe essere anche un’occasione per incontrare la Comunità italiana con la quale ho avuto contatti alcuni anni fa. Poi, per tutta una serie di impegni di lavoro, non abbiamo percorso la strada di avvicinamento. Comunque è una cosa che ritengo vada fatta. Per iniziare – ci rivela – mi sono iscritto al gruppo Facebook della Comunità italiana di Fiume”.

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