Tutti gli amori sono eterni finché durano

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Tutti gli amori sono eterni finché durano

Matjaž Kek, in cinque anni e mezzo tra Cantrida e Rujevica, ha conquistato quattro trofei. Due Coppe Croazia, una Supercoppa e il diamante della collana di successi (tre Europa League, fase a gironi), il titolo nazionale nel 2017. Stagione della grande accoppiata, campionato e Coppa. Nessuno come Kek, malgrado Josip Skoblar abbia silurato (3-1) il grande Real Madrid sull’erba di Cantrida, mentre Miroslav Ćiro Blažević, quattro anni prima, pareggiò con la Juventus (0-0) nella prima partita dei quarti di finale di Coppa delle Coppe. Era la Juventus di Zoff e Bettega… Allenatore? Giovanni Trapattoni.
Matjaž Kek è il quarantesimo allenatore nella storia del Rijeka dal 1974, quando il club fiumano, battendo il Novi Sad, conquistava l’accesso in Prima Lega. Mai più vi retrocesse. Gojko Zec fu il primo acquisto dell’allora presidente Ljubo Španjol. Un anno dopo ingaggiò quel Dragutin Spasojević che portò, quarant’anni fa, il Rijeka alla conquista della prima Coppa nazionale.
Da Zec a Kek, quaranta allenatori sulla panchina del Rijeka in 43 anni di Prima Lega. Jugoslava e croata. Srećko Juričić, uno di questi e oggi direttore sportivo, conquistò la promozione da giocatore, ancora diciasettenne. Vi giocò nelle squadra di Zec, Spasojević, Blažević, Brnčić, Skoblar…
Tutti gli amori sono eterni finché durano… Sembrava esserlo anche quello tra il Rijeka e Kek. Fino al pareggio con l’Istra 1961 di domenica sera. Il giorno dopo il terremoto. Kek se la prende con tutti, sbattendo la porta e dicendo basta. Per fortuna, dicono a Rujevica, non è la prima volta di un simile comportamento del tecnico sloveno. Ieri era giornata libera per tutti, giocatori e allenatore. Per fare un esame di coscienza, guardarsi allo specchio… Prendersi ognuno le proprie responsabilità.
Per oggi alle 10 è fissato il primo allenamento dopo la debacle, non tanto per il risultato quanto per un gioco inguardabile. A Rujevica assicurano che Kek non ha tirato i remi in barca. Continuerà a pedalare sulla sua bici per raggiungere la Sella del Poklon. A guidare il Rijeka. Il presidente Damir Mišković non ha dubbi. Nessuno ha mai pensato di dargli il benservito e Kek difficilmente, di propria iniziativa, saluterà tutti. In parole povere non si dimetterà. C’è di mezzo un contratto che pesa quasi mezzo milione di euro. Nessuno, ovviamente, lo conferma, ma… Kek, comunque, se lo merita.
Il tecnico sloveno è andato su tutte le furie dopo che la squadra si è fatta infilare ben tre volte dall’Istra 1961, che al cospetto dei fiumani sembrava un mostro. Tre gol ridicoli per una squadra che è alla settima partita ufficiale dopo avere iniziato la preparazione all’inizio di giugno. Una squadra, quella del Rijeka, squagliatasi come un gelato sotto il sole africano.
Kek ha cacciato Punčec, mentre Župarić dovrebbe trasferirsi all’Anderlecht. Non è soddisfatto della campagna acquisti, del mercato che si chiude il 31 agosto. Mišković la pensa diversamente, convinto di avere uomini di valore in tribuna. Come Mamić e Capan, entrambi nazionali Under 21.
Kek, dunque, oggi dovrebbe riprendere a lavorare, preparare la squadra per il derby di domenica con la Dinamo al Maksimir. O forse chiuderà il capitolo Rijeka? La risposta alle 10. Mišković non drammatizza, convinto che nulla è cambiato nei rapporti con l’allenatore.

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