Una rinnovata Sala Ciscutti pronta per le «Nozze istriane»

Annunciata all'INK di Pola la prima dell'opera di Antonio Smareglia realizzata in coproduzione con il TNC «Ivan de Zajc» di Fiume, il cui debutto segnerà la riapertura del Teatro

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Una rinnovata Sala Ciscutti pronta per le «Nozze istriane»
La "Sala Ciscutti". Foto:

Probabilmente non si poteva inaugurare in modo migliore la riapertura ufficiale dell’appena rinnovato Teatro Popolare Istriano di Pola, sul cui enorme palcoscenico della “Sala Ciscutti” sabato sera, 4 maggio, inizio alle ore 19, si terrà nientemeno che l’anteprima dell’opera “Nozze istriane”, dell’illustre compositore polese e istriano Antonio Smareglia. Tra l’altro, questo è l’anno dedicato alle ricorrenze legate al grande musicista, nato a Pola il 5 maggio 1854 (data che combacia con la Giornata della Città di Pola) e quindi si festeggia il 170esimo anniversario della nascita, e morto il 15 aprile 1929, ovvero il 95esimo della sua scomparsa. Le altre coincidenze sono rappresentate dall’apertura in seguito al secondo rinnovo dell’INK nel 1989, ossia 35 anni fa, e la prima rappresentazione a Pola (e solamente a Osijek in Croazia) delle “Nozze istriane” nel 1994, ossia tre decenni fa.

Questo, a dir poco significativo, avvenimento culturale è stato presentato nella nuova smagliante “Sala Ciscutti”, dalla direttrice dell’INK, Gordana Jeromela Kaić, dal direttore del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc” di Fiume e regista dell’opera, Marin Blažević, dal direttore artistico del teatro polese, Matija Ferlin nonché dal dirigente delle “Nozze istriane”, e dirigente dell’Opera del Teatro Nazionale Sloveno di Maribor, Simon Krečić.

Il regista dell’opera, Marin Blažević e una parte del coro durante le prove generali.
Foto: Sasa Miljevic / PIXSELL/PIXSELL

106 artisti in scena
“Grazie alla fantastica e spettacolare coproduzione con l’‘Ivan de Zajc’ – così Jeromela Kaić –, riproponiamo a Pola le ‘Nozze istriane’ a 130 anni dalla nascita e dalla première a Trieste nel 1895, ed eseguite poi nel 1908 nell’allora Politeama Ciscutti, la cui prima pietra è stata posta nel 1897. Sabato, 4 maggio, alle ore 19, si potrà assistere a un grande spettacolo, proposto da 106 artisti, con la musica di Smareglia arricchita dai colori dell’Istria tra intrighi familiari e amorosi in una località pittoresca qual è Dignano”, ha fatto notare la direttrice dell’INK.
“Si tratta di una grande ricorrenza, di un avvenimento molto importante sia per il nostro teatro che per la città di Pola – ha continuato Ferlin –. Spero che pure l’anno prossimo avremo modo di continuare il proficuo dialogo con Fiume, come lo dimostrano gli ultimi anni. Ora con il rinnovato teatro si aprono molte più possibilità, avremo modo di promuovere un grande numero di diversi altri ‘rami artistici’. Sono davvero felice per il fatto che il teatro sarà aperto dall’anteprima dell’opera ‘Nozze istriane’, che è molto difficile e impegnativa da interpretare, il che dimostra che adesso abbiamo la facoltà per ospitare dei grandi eventi teatrali e di vari tipi”, ha detto il direttore artistico.

Un modello a livello nazionale
“Innanzitutto vorrei puntualizzare che la nostra intensa collaborazione con il Teatro Popolare Istriano dura da almeno sei-sette anni – ha sottolineato Blažević – e che in pratica a livello nazionale rappresenta un modello: tanto che in Croazia non ci sono due teatri che cooperano in modo così amichevole. Anche per noi è un piacere e un onore collaborare con l’INK, con il quale abbiamo avuto riuscitissime coproduzioni, tra le quali spicca il balletto musicale ‘Lo schiaccianoci’, proposto nel 2019. In quanto alle ‘Nozze istriane’, è da sottolineare che queste, seppur al tempo molto presentate, al giorno d’oggi sono ignorate, come pure lo stesso compositore Smareglia, le cui composizioni e opere sono state messe in scena all’Opera di Vienna, al Teatro alla Scala di Milano, al Gran Teatro La Fenice a Venezia, al Metropolitan di New York ecc. Ovviamente l’idea di proporre assieme le ‘Nozze istriane’ è giunta da entrambe le parti: sapevo dell’interesse che Jeromela Kaić nutriva per quest’opera, e d’altra parte la casa discografica tedesca CPO ha contattato lo ‘Zajc’ con l’intenzione di registrarla. Infine abbiamo deciso di realizzarla con forze congiunte, per la soddisfazione di entrambe le parti. La nostra compagnia si presenterà ‘al completo’, con la piena capacità artistica, ossia con l’orchestra, il coro, l’ensemble dei solisti, dei quali vorrei citare il basso-baritono Giorgio Surian nonché il baritono Filippo Pollinelli, che hanno già avuto l’occasione di interpretare Smareglia. La nostra intenzione era quella di spostare l’opera verso uno stile metaforico dandole una dimensione locale, in una città vicina qual è Dignano. Questo è un omaggio alla cultura istriana, alle piccole località e appunto a Dignano, sulla quale è stata adattata la scenografia (di Adam Vukelić), tanto che abbiamo raffigurato in miniatura. Non ho intenzione di sbottonarmi in merito ai costumi (di Sandra Dekanić), che saranno una sorpresa. L’opera infine si propone di emettere una forte critica sui ‘valori’ del sistema patriarcale”, ha detto Blažević.

Il coro accompagnato dall’Orchestra dello “Zajc”.
Foto: Sasa Miljevic / PIXSELL/PIXSELL

Fusione di tradizioni diverse
Infine l’intervento di Krečić, tra i dirigenti più quotati in queste aree. “Non sapevo molto di Antonio Smareglia, però conoscendolo maggiormente mi stupisco sempre di più del fatto che i suoi brani vengano proposti così di rado. Era un compositore dall’eccelso talento, che con destrezza ha saputo raccogliere lo spirito del suo tempo, e ciò in ogni senso: politico, nazionale, artistico e musicale. Era ‘un figlio’ di tre tradizioni differenti, il che si osserva molto nella sua musica. In parole povere il wagnerismo tedesco, il verismo italiano nonché il melos e le emozioni slave. Aveva con sé i migliori collaboratori di quel tempo, quali il librettista Luigi Illica, nonché i migliori cantanti e dirigenti, tra cui Arturo Toscanini, Antonio Serafin e via dicendo. Non sappiamo i motivi per i quali la sua musica è finita nel dimenticatoio per un periodo così lungo, probabilmente a causa dei cambiamenti politici che si succedevano. Però adesso possiamo essere felici per il fatto che è giunto il momento nel quale la sua arte ha modo di esprimersi. Sono molto soddisfatto, per tutti noi, di aver avuto la possibilità di impostare, realizzare e proporre le ‘Nozze istriane’ “, ha concluso il Maestro. Va detto che l’opera verrà riproposta sabato 11 maggio allo “Zajc” di Fiume.
Va rilevato infine che il costo degli impegnativi, complicati e minuziosi lavori di ristrutturazione e restauro (tra l’altro sono stati sostituiti tutti gli impianti elettrici e audio, l’illuminazione, le sedie nel parterre il cui numero dai 316 è sceso ai 259 posti per garantire una migliore comodità e sicurezza), iniziati nell’agosto scorso e svoltisi in due fasi, sono venuti a costare circa un milione di euro, di cui il 90 p.c. è stato finanziato dal bilancio cittadino, e il restante dal Ministero della Cultura e dei Media.

Gordana Jeromela Kaić, Marin Blažević, Simon Krečić e Matija Ferlin.
Foto: Fredy Poropat

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