Bišćan dopo Kek, come Ćiro dopo Spasojević quarant’anni or sono

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Bišćan dopo Kek, come Ćiro dopo Spasojević quarant’anni or sono

Un altro anno sta per andarsene. C’è aria di festa, con l’Anno Nuovo che è in arrivo. Stiamo staccando i foglietti dell’ultimo mese e analizzando quanto successo nel mondo del pallone. La fiaba russa ha laureato la Croazia vicecampione del mondo, l’Under 21 si è piazzata agli Europei in Italia e San Marino dopo quindici anni di assenza, mentre la Dinamo, campione croato in carica, ha centrato la primavera in Europa… La compagine zagabrese abbraccia dunque il sogno europeo dopo 49 anni. Il Rijeka lo avrebbe potuto fare lo scorso anno solare, quando gli restò la consolazione di battere il grande Milan a Rujevica!
Matjaž Kek, quattro titoli in cinque anni e mezzo con il Rijeka, disputò tre volte la fase a gironi dell’Europa League. I raggi del sole primaverile scaldarono il Rijeka nel 1980. con Miroslav Ćiro Blažević in panchina. Il 5 marzo, ospite di turno a Cantrida fu la Juventus. Il sorteggio poteva assegnare Barcellona, Valencia, Nantes, Arsenal, Dinamo Mosca e Goteborg, ma il destino nei quarti di finale di Coppa delle Coppe riservò ai fiumani la squadra di Giovanni Trapattoni. Per intenderci, era la Juve di Zoff, Gentile, Cabrini, Tardelli, Scirea, Bettega, Prandelli… Due i gol nel sacco di Mauro Raunich nel ritorno al Comunale. Parlamo del Rijeka di capitan Juričić in coppia con Radin, supportato da Šugar con Machin e Hrstić sulle fasce. A quei tempi Juričić era diventato tuttavia un incontrista, giocando con la testa, d’intelligenza, e lasciando agli altri il compito di difendere con il coltello fra i denti. Ružić era in cabina di regia, Radović e Tomić le punte. Nel turno precedente Desnica aveva messo KO la squadra di Košice (3-0)…
Erano altri tempi. Eliminando due avversarie, Berschoot e Košice, si conquistava la primavera. Era il Rijeka che quattro anni dopo, con Josip Skoblar in panchina, avrebbe giocato un brutto scherzo al Real Madrid (3-1). Con Fegic e Matrljan i… matador. La vittoria contro il Real Madrid è in vetta alle partite che hanno scritto la storia fiumana. Mai più il Rijeka, o una squadra di “seconda categoria continentale”, avrebbe avuto l’occasione di giocare con il Madrid. La truffa al Bernabeu è un’altra storia, altro che VAR!
Blažević arrivò a Cantrida dalla Svizzera dopo Dragutin Spasojević. “Spaske” aveva conquistato la Coppa Jugoslavia nel 1978, mentre la stagione successiva fu defenestrato prima della semifinale. Spasojević, con Ljubo Španjol presidente, era il Kek di quei tempi. Ćiro Blažević aveva contro gran parte della tifoseria (l’Armada ancora non esisteva): dagli spalti lo “invitavano” ad andarsene, a ritornare in Svizzera e allenare gli sciatori…
Niente, comunque, in confronto all’inferno che ha accolto Igor Bišćan. Il tecnico zagabrese ha contro gli ultras fiumani, che sono in sciopero. Insultano e non tifano. Nel braccio di ferro Armada-allenatore, Bišćan ha deciso di conquistarsi la fiducia a suon di vittorie… Due successi in Coppa e raggiunta la semifinale con l’Inter a Zaprešić: spalancata, dunque, la porta della finale di Pola. Sei partite vinte su sette (un pareggio al Poljud), delle quali cinque di fila, in campionato! Bišćan ha cambiato il volto della squadra, scalando la classifica. Prese in mano un Rijeka in crisi, insicuro e quinto in classifica, lontano dalle posizioni che portano in Europa. Ora, dopo la cura Bišćan, il Rijeka è secondo.
Igor Bišćan è il nuovo condottiero di Damir Mišković, raggiante alla festa di fine anno a Rujevica. Una sfida vinta insieme, con il presidente che ha giocato la carta giusta!

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