«Vedo il Rijeka favorito per il titolo. E Igor Bišćan mi assomiglia molto»

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«Vedo il Rijeka favorito per il titolo. E Igor Bišćan mi assomiglia molto»

FIUME | Sarà anche ufficialmente “in pensione”, ma Miroslav Ćiro Blažević riesce ancor sempre a calamitare l’attenzione su di sé ovunque si presenti. Se poi parliamo della “Notte bianca”, ovvero della tradizionale festa di fine anno del Rijeka calcio, allora è anche logico che si senta come a casa. “Ho giocato per il Rijeka, l’ho allenato e mi sono sposato qui. In un certo senso mi sento più fiumano che di Travnik, dove sono nato”, chiarisce subito le cose a, come li definisce lui, quelli “più giovani che non hanno sentito parlare abbastanza di Ćiro, l’allenatore di tutti gli allenatori croati”. Il calcio croato e Miroslav Blažević sono un’anima sola. Chi meglio di lui, a 83 anni suonati e con un passato sulle panchine di Rijeka, Dinamo, Hajduk e della nazionale croata (bronzo ai Mondiali in Francia nel 1998), potrebbe meglio analizzare la situazione attuale quando di parla di campionato nazionale. “Vi dico soltanto che il Rijeka è la squadra del momento in Croazia. Ha inannellato un’impressionante serie di vittorie convincenti. Igor Bišćan si è confermato invece come un allenatore di talento. – dice –. Guardatevi un po’ intorno e noterete quanta gente ci sia oggi qui. Vi chiedete il perché? Ve lo dico io: perché il Rijeka è diventato un grande e importante club. Questa è un’ipoteca da difendere e, considerati gli ultimi risultati, io vedo il Rijeka favorito per il primo posto, a prescindere dal distacco accumulato dalla Dinamo. Ricordatevi bene che cosa vi ho detto stasera! Un vecchio ed esperto allenatore come Ćiro Blažević vi conferma che la Dinamo non è per nulla più forte del Rijeka. Lo vedrete”.
Ćiro ha anche parole di lode per Igor Bišćan. “Lui è venuto al Rijeka con buonissime referenze: la promozione con il Rudeš e il titolo sloveno con l’Olimpija. Si tratta di un allenatore giovane e ambizioso, che ha avuto coraggio nell’accettare questa sfida. Sì, perché lui non ha la cosa più importante nel calcio: il sostegno dei tifosi. Ciò nonostante è riuscito a imporre le proprie idee e ottenere una serie di risultati impressionanti. Vedrete che un giorno allenerà anche la Croazia, io lo considero come il mio erede, quello che mi assomiglia maggiormente”.
Poi un appello: “Supplico i tifosi più radicali di perdonarlo per qualche peccato di gioventù. Il Rijeka ha bisogno di essere unito, questo è un handicap che potrebbe pesare in futuro. Adesso le cose vanno bene, ma se dovesse arrivare la crisi il sostegno dei tifosi sarà fondamentale”.

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