ROBE DE MATTEONI La vita continua…

0
ROBE DE MATTEONI La vita continua…
Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Dopo che è calato il sipario sulla 32ª edizione del campionato croato, possiamo anche concludere la… stagione delle analisi. Come successo in 17 delle ultime 18 annate la squadra campione risponde al nome di Dinamo Zagabria. L’unico club che è riuscito a interrompere la straordinaria striscia dei “modri” è il Rijeka, laureatosi campione nel 2017. La dominazione della Dinamo rientra nella logica delle cose. La società del Maksimir dispone di un budget che si aggira sui 60 milioni di euro. Il secondo club più ricco, l’Hajduk, difficilmente raggiunge i 22 milioni, mentre il Rijeka e l’Osijek sono felici se arrivano ai 12-13 milioni. Tutti gli altri club navigano sotto i 5 milioni. È facile capire come non c’è partita con tali disponibilità finanziarie.
Se analizziamo quanto successo dalla prospettiva del Drosina, allora l’annata è stata storica. Mai una squadra di Pola era arrivata al quinto posto della massima divisione calcistica croata. Mai una squadra aveva conquistato ben 46 punti – su 108 punti a disposizione – in una singola stagione nella quale si disputano 16 partite con le grandi sorelle (Dinamo, Hajduk, Rijeka, Osijek) e altre 20 con avversari che sono al minimo all’altezza dell’Istra 1961.
C’è ovviamente tanto rammarico per la mancata qualificazione in Conference League. Facile capire questo stato d’animo. Se Ampem a Fiume qualche settimana fa non avesse segnato il gol del pareggio al 97’, l’Istra 1961 sarebbe stato praticamente in Europa. Non ci è riuscito, ma ciò non toglie la bontà del campionato appena finito.
I tifosi nel corso di tutta la stagione hanno mantenuto un atteggiamento molto positivo con la squadra, l’allenatore e il club. Un’annata unica in questo senso. Lo si può dedurre anche dal fatto che le presenze al Drosina sono aumentate del 100 per cento rispetto alla stagione passata. Dai 980 spettatori del 2021/22 siamo arrivati alla fine del 2022/23 a un’affluenza media di 1.960. Questo dato dimostra in modo insindacabile il progresso fatto dall’Istra 1961. Tutto bene quindi, ma il mondo del calcio impone immediatamente “l’andare avanti” subito dopo la partita dell’ultimo turno. A proposito, come stanno andando le cose al Drosina?
Partiamo dal fatto che la squadra che ha giocato questo campionato si è sciolta. Una logica del calcio moderno, che vede i club ogni estate in fibrillazione per il mercato. Fra gli ex figurano coloro che erano in prestito, ovvero Marešić, Caseres, Mahmoud, Naveira e Boultam. Nessuno di loro ritornerà perché l’Istra 1961 non ha i mezzi finanziari per riscattarli. I contratti di Galilea, Marin, Kopljar e Knežević sono scaduti. L’Istra 1961 ha offerto un nuovo contratto a Galilea, il capitano dei gialloverdi, che però ha ringraziato tutti ritornando in Spagna. Il basco era stato ingaggiato nel gennaio del 2019 e, dopo i primi due anni pieni di problemi per l’Istra 1961 e per il ragazzo, è diventato un leader della squadra e un beniamino della tifoseria. Galilea con l’allenatore Gonzalo Garcia ha cominciato a giocare da stopper e così ha fatto il salto di qualità. Nel calcio moderno quattro anni e mezzo sono tantissimi per un giocatore nello stesso club. Galilea ha deciso a malincuore che è tempo di cambiare aria per trovare nuove motivazioni. Il club e i tifosi lo hanno ringraziato in varie occasioni e lui, con le lacrime agli occhi, ha salutato tutti dopo la partita con lo Slaven Belupo. Mi è stato detto che Galilea torna a casa. Lui è basco e dopo 7 anni in Croazia e Francia vuole essere vicino ai familiari che vivono a Vitoria-Gasteizs. Anche se si specula che ritornerà al Deportivo Alaves, fonti spagnole mi riferiscono che Galilea ha un offerta di un club vicino alla città in cui è nato, che sarà promosso dalla terza alla seconda divisione spagnola. Per lui un bel ritorno a casa…
E l’Istra 1961? In questo momento la grana più grande è quella dell’allenatore. Gonzalo Garcia, arrivato nel 2021, non è sicuro di rimanere a Pola. Doveva dare una risposta al club il 1.mo giugno, ma lui ha soltanto confermato di non avere ancora deciso. Lo stesso giorno è stata pubblicata una sua intervista sul quotidiano locale nella quale parlava già da ex. Mi sembra che sia molto vicino il giorno dei saluti tra l’Istra 1961 e Garcia. Ho parlato con Saša Bjelanović, direttore sportivo dell’Istra 1961, e poi con Garcia. Al di là delle dichiarazioni di circostanza, ho avuto la conferma che ci avevo visto giusto, ovvero che le loro strade si divideranno. L’unica cosa che davvero non capisco è perché Garcia non lo dice chiaro e tondo, invece di ripetere che deve ancora decidere sul da farsi…
In due anni Garcia ha fatto grandi cose all’Istra 1961. Nella prima stagione polese è finito nono. Dopo l’arrivo di Saša Bjelanović e un altro mercato mirato e di qualità, questa sinergia ha permesso all’Istra 1961 di disputare una stagione storica. Che cosa succederà nel momento in cui sarà ufficiale la separazione? Per prima cosa la vita continua, come sempre. Poi ci può stare che la nuova discontinuità dell’area tecnica diminuisca le chance dell’Istra 1961 di ripetere un campionato come quello appena finito. Dipenderà tutto da chi sarà il nuovo allenatore e ancor più del lavoro di Bjelanović per rinforzare la rosa. Un altro “campionato” per l’Istra 1961 è iniziato e durerà fino al 31 agosto, data che segnerà la conclusione del mercato.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display