ETICA E SOCIETÀ Nessuna tolleranza per chi vuole truffare

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ETICA E SOCIETÀ Nessuna tolleranza per chi vuole truffare

Rientrato fresco da Istanbul. La città è impressionante, ma, come sempre, per me la cosa essenziale è rappresentata dai contatti umani. E qui nomino subito la Marmara University che mi ha ospitato e le gentilissime colleghe e colleghi. M’impegnerò affinché i rapporti tra questa e la nostra Università divengano intensi su tutti i piani possibili. Ma vorrei parlare dei rapporti umani nella quotidianità esterna al mondo accademico.

Visitando uno degli importanti musei, eravamo (mia moglie ed io) in un gruppetto con una coppia pakistana e una coppia del Bahrein. Molto simpatiche entrambe le coppie. Quella pakistana, peraltro, vive da tempo in Scozia e il giovane uomo parla con accento scozzese come James Bond. Il contatto umano è stato breve, ma molto gentile e, direi, arricchito da scambi di battute reciproche. Il pakistano era molto divertito quando lo chiamavo Scottish guy (ragazzo scozzese). Le due persone del Bahrein erano un po’ più timide, ma molto simpatiche.

Abbiamo avuto un breve incontro con una giovane marocchina, quando tentavamo assieme a lei di capire a che cosa è dedicato il monumento che guardavamo nel quartiere Taksim. Le ho chiesto se parla il francese e ha risposto con un accento che mi sembrava perfetto (ma è l’opinione di un dilettante). Lei mi ha chiesto quali lingue parlo io e le ho detto l’italiano. La sua reazione è stata quella di iniziare a cantare Bella Ciao. Peraltro, Bella Ciao sembra essere molto popolare. Nel ristorante dove siamo stati due volte e abbiamo sviluppato rapporti amichevoli con la proprietaria ce l’hanno dedicata, assieme a Felicità. Un altro breve incontro molto simpatico con una ragazza dell’Azerbaigian è avvenuto nella parte hipster di Istanbul, quella che preferisco: Kadikoy.

Molto bello l’episodio con un turco che ci ha aiutati ad imbarcarci sulla nave per attraversare il Bosforo, perché avevamo il biglietto scaduto. Pensavamo che sarebbe durato 24 ore e, invece, la durata era prevista fino alla mezzanotte del giorno d’acquisto. La persona ci ha regalato dei biglietti validi.

Uno dei ricordi più simpatici è legato a un caffè rock di Kadikoy. Abbiamo fatto amicizia con un cameriere e con il DJ che ci ha permesso di compilare la lista delle canzoni da ascoltare assieme a lui. Non avrei mai pensato che un giorno avrei fatto l’aiuto DJ a Istanbul. In un altro pub abbiamo ascoltato un concerto di un trio blues. In generale, la virtù di Kadikoy è che si possono scegliere i locali senza che nessuno vi tiri per la manica tentando, con insistenza, di convincervi ad entrare. Anche quando vi invitano, se non accettate vi lasciano vivere, senza che vi seguano tentando di convincervi per alcuni metri.

Qui arrivo alle note meno simpatiche. A differenza di Kadikoy, dove i locali ed i ristoranti sono frequentati soprattutto da persone di Istanbul (e la gentilezza e la qualità sono superiori, mentre i prezzi sono inferiori), nelle parti più turistiche ho trovato l’atmosfera difficilmente sopportabile. Soprattutto perché si possono fare raramente pochi metri senza farsi fermare da qualcuno che tenta di truffarvi in qualche modo. Purtroppo, l’unico modo per tutelarsi è quello di ignorarli. Altre volte sono troppo insistenti e si è costretti ad allontanarli in modo sgarbato. Gli inganni e le truffe sono numerosi e, se si accetta il dialogo con questi tizi, la finta gentilezza si trasforma in un fare minaccioso quando la truffa si fa difficile. Per uno che dei viaggi ama soprattutto il contatto umano è doloroso dover scegliere la strategia di rifiutare rigorosamente qualsiasi tipo di comunicazione o essere sgarbato. Concludo con alcune riflessioni locali. Nelle ultime estati ho letto di prezzi truffaldini e manipolativi nelle località turistiche della Croazia. Ho letto anche commenti sul web privi di empatia, del tipo “dovevano essere più attenti”. Consigliare la prudenza è sempre saggio. Ma non si può avere alcun senso di tolleranza per chi vuole truffare. Poco importa se è “uno dei nostri” e le vittime sono straniere. Oltre alla disonestà di base, sono individui che danneggiano l’avvicinarsi tra persone di provenienza diversa, che è uno dei beni principali tra le opportunità del mondo contemporaneo. Prendo in prestito e vi regalo questo pensiero che mi è stato espresso da un simpatico giovane a Kadikoy.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

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