L’INTERVENTO La Crimea nella memoria collettiva

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L’INTERVENTO La Crimea nella memoria collettiva

Historia magistra vitae. Ce lo siamo scordati a quanto pare. In questi giorni, guardando le cartine di guerra dell’Ucraina, forse passiamo con lo sguardo sulla Crimea, un’enorme penisola sul Mar Nero che compare colorata di rosso, il colore del sangue.

La Crimea è stata il confine della civiltà occidentale, il punto fino al quale si estendevano le colonie dell’Antica Grecia e pertanto ne troviamo menzione già nei miti greci. Quando la flotta ellenica rimase ferma sulla via di Troia si trovò circondata dal mare e immersa nel silenzio. Il veggente Calcante consigliò di sacrificare Ifigenia, la figlia di Agamennone e Clitennestra e di placare così l’ira di Artemide. Ifigenia accettò di immolarsi, ma Artemide la salvò e la condusse a Tauride – in Crimea – dove divenne sua sacerdotessa.

Questa terra così importante dal punto di vista geostrategico fu conquistata nel 1783 dalla zarina Catarina di Russia. Dopo la guerra russo-turca (1787-1792) Potemkin fece costruire nelle steppe deserte della Russia meridionale che costeggiavano il percorso della zarina dei villaggi fittizi. Fece posizionare delle sagome di finti contadini, finti pastori e finti animali per far vedere a Caterina una Russia ricostruita. Soltanto fittiziamente, però. Fu l’inizio di quello che oggi conosciamo come fake news.

Anche dopo, nel XIX secolo, questa terra affacciata sul Mar Nero, così importante dal punto di vista strategico, fu meta della Russia degli zar che la voleva togliere all’Impero ottomano. Nel 1853 i russi conquistarono i principati di Moldavia e di Valacchia, nonché l’Armenia ottomana. Nel 1854 la Francia e la Gran Bretagna come alleati dell’Impero ottomano dichiararono guerra alla Russia degli zar e sbarcarono in Crimea per organizzare l’assedio di Sebastopoli. Negli scontri persero la vita circa 250.000 persone. Già allora i reporter di guerra raccontavano gli eventi bellici anche con le immagini. Forse è il caso di ricordare che proprio le sofferenze subite dai soldati durante la guerra di Crimea e l’assistenza sanitaria organizzata da Florence Nightingale portarono alla nascita della associazione internazionale della Croce rossa, il cui fondatore, Henry Dunant, scrisse: “Nonostante io sia riconosciuto come fondatore della Croce rossa e promotore della Convenzione di Ginevra tutto l’onore in merito alla Convenzione spetta a una signora inglese. A ispirarmi è stata l’opera svolta da miss Florence Nightingale in Crimea”.

Conclusa la guerra di Crimea, i russi lasciarono sconfitti quella terra. Nel 1856 ci fu il Congresso di Parigi. Furono confermate l’indipendenza dell’Impero ottomano e l’autonomia della Moldavia e della Valacchia sotto la sovranità turca e con la garanzia collettiva delle potenze europee. Furono così, la storia lo confermerà, soltanto provvisoriamente lenite le ambizioni russe verso i caldi mari mediterranei. La Crimea entrò a far parte del Governatorato della Tauride e successivamente, dopo una serie di malintesi ai tempi della guerra civile russa, anche della Repubblica socialista federativa sovietica russa (RSFSR).

Verso la fine della Seconda guerra mondiale, nel 1945, i leader delle potenze che vinsero la guerra s’incontrarono a Jalta, in Crimea. Furono concordati una nuova divisione del mondo e un nuovo ordine mondiale. Jalta ha pertanto un posto importantissimo nella memoria collettiva, rappresenta la grezza realtà politica e non si riduce soltanto alle melodie romantiche del musical Jalta, Jalta… In quella Conferenza furono poste anche le basi dell’inclusione dell’Unione sovietica nella fondazione delle Nazioni Unite, una nuova importante organizzazione globale che in questi giorni dell’anno 2022 rivela in sede di Consiglio di sicurezza tutta la sua impotenza proprio sotto la presidenza della Federazione russa.

Nel 1954, dopo la morte di Stalin – su decisione di Nikita Hruščov –, la Crimea entrò a far parte dell’allora Ucraina sovietica. La Crimea, circondata da tutte le parti dal territorio ucraino, diventa poi parte integrante dell’Ucraina indipendente, ma con lo status di Repubblica autonoma di Crimea. L’invasione russa del 2014, un atto di violazione dell’ordinamento internazionale, non fu sanzionata in modo adeguato, bensì fu giustificata dalla Russia con il cosiddetto referendum sull’annessione alla Nazione “madre” – la Russia, appunto…

Studiando la storia si giunge a una conclusione: “il principio è sempre lo stesso, tutto il resto sono dettagli…”. E quindi: “Slava Ukraini”.

*professore ordinario di Diritto di famiglia alla Facoltà di giurisprudenza – Università di Fiume

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