LA RIFLESSIONE Il nuovo «ritmo» di Fiume

0
LA RIFLESSIONE Il nuovo «ritmo» di Fiume
Il sindaco di Fiume, Marko Filipović. Foto Roni Brmalj

Da esattamente un anno a questa parte, Fiume ha intrapreso un “nuovo ritmo”, quello cioè dettato dal sindaco Marko Filipović, dopo il suo insediamento a Palazzo municipale, il 1º giugno 2021 (le consegne sono avvenute formalmente il 7 del mese). La poltrona – impegnativa e tutt’altro che comoda – sulla quale si è seduto, è la stessa rimasta occupata per 21 anni dal suo predecessore Vojko Obersnel, la cui gestione della città, a dir poco variopinta, è stata spesso oggetto di forti critiche, soprattutto in sede di Consiglio cittadino (memorabili i suoi accesi confronti con l’opposizione sulle varie questioni ricorrenti). Le critiche, in realtà, continuano a esserci – anzi, a volte sembrano essere ancora più incisive –, ma vengono trattate con toni e modi diversi (forse anche per la diversa rosa di consiglieri e per la maggioranza che, al momento del voto, tende spesso a sfasciarsi), non riuscendo di conseguenza ad avere lo stesso impatto, né tantomeno risultato, di prima. Sì, perché tra i due – ex e attuale sindaco –, c’è un’abissale differenza nell’approccio con cui venivano (in passato) e vengono (oggi) affrontate le varie polemiche, ma anche i problemi di… ordinaria amministrazione. Filipović, come ben sappiamo, è stato per otto anni vicesindaco, e di esperienza ne ha certamente parecchia, seppure sia rimasto sempre nell’ombra di un superiore dal carattere (e carisma) innegabili, che non te le mandava a dire nemmeno nei contesti più improbabili. È con questo piglio (e temperamento), infatti, che Obersnel ha guidato nel bene e nel male la città per oltre due decenni, lasciando al suo successore (quello da lui stesso proposto alle amministrative) un’eredità di certo non facile, fatta anche di rapporti incrinati – che, però, si costruiscono in due – con coloro che invece avrebbero potuto e dovuto essere partner strategici nello sviluppo della città. All’ex primo cittadino venivano, infatti, spesso contestate la sua scarsa diplomazia e la sua tendenza a tagliare i ponti con chi non gli andasse più a genio, motivo per cui Fiume, secondo molti, stentava a progredire (anzi, stava praticamente ferma) se paragonata ad altre simili realtà, che avrebbero invece saputo sfruttare il proprio potenziale.
In un contesto simile, poco più di un anno fa, in campagna elettorale, Marko Filipović aveva promesso un ritmo di gestione diverso, anche e soprattutto in ambito collaborativo, assicurandosi così la fiducia degli elettori. Giunti a questo punto, si può dire abbia superato la classica prova del nove? Sì? No? Forse la risposta più verosimile è ni. Certo, un quadro più chiaro della futura dimensione di Fiume lo otterremo più avanti nel tempo – un anno è davvero poco per poter dare una valutazione corretta –, ma dall’attuale sindaco, ora che è lui a… dettare legge, ci saremmo aspettati sin da subito maggiori energia, sicurezza ed effettiva presenza, soprattutto in circostanze in cui sarebbe dovuto esserci e in cui invece non c’è stato, delegando per l’occasione uno dei suoi due vice (senza nulla togliere loro: il compito lo hanno assolto più che bene). La proverbiale eccessiva pacatezza di Filipović (a cui, in realtà, ci aveva già abituati in qualità di vicesindaco) sembra non premiarlo nell’adempimento del suo attuale ruolo e sembra venire spesso interpretata come mancanza di polso. Con un atteggiamento simile, dà dunque spesso l’impressione di essere un’autorità facilmente gestibile e poco spontanea nelle decisioni. Sarà per questo che già dopo qualche mese dall’insediamento, ha dovuto affrontare un susseguirsi di problemi (annunciati e poi ritirati scioperi – alcuni anche andati in porto – e lunghe trattative volte a calmare le acque e a trovare soluzioni win-win) con aziende municipali e pubbliche (vedi VIK, Vigili del fuoco, asili)? All’appello mancano (si fa per dire) l’Autotrolej – che di problemi interni ne ha avuti e ne sta avendo tuttora –, dalla quale non sono giunte per il momento richieste di aumento paga, ma il cui servizio lascia a desiderare nonostante il rincaro del prezzo dei biglietti, e la Čistoća, il cui operato (a nostro avviso), in quanto a nettezza (leggi trascuratezza) urbana, merita un capitolo a parte. Non sono queste le uniche patate bollenti con cui il sindaco ha dovuto confrontarsi nel suo primo anno di mandato.
Di data vecchia-nuova, anche la faccenda Galeb, il cui lungo restauro (e i costi dello stesso saliti alle stelle) continua a essere fonte di malcontento tra i consiglieri cittadini dell’opposizione, e la più recente relativa al TNC “Ivan de Zajc”, o meglio alla contestata (da una parte dell’organico e da alcuni esponenti politici) gestione del sovrintendente Marin Blažević, il quale (a prescindere dalla situazione, che ancora non tende a placarsi) gode dell’appoggio incondizionato del sindaco. E sicuramente non finirà qui… Uno scenario complesso, che di certo non è da ieri e che tantomeno si è creato con l’arrivo di Marko Filipović, ma a cui serviva a quanto pare un nuovo “ritmo” di Fiume per esplodere.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display