ETICA E SOCIETÀ Clima. Seguire fonti attendibili

0
ETICA E SOCIETÀ Clima. Seguire fonti attendibili
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin

Nei giorni scorsi abbiamo assistito a uno scambio di battute tra il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach e la ministra del turismo italiana Daniela Santanchè con tema il cambiamento climatico. Karl Lauterbach si trovava in vacanza in Italia dove ha subito, come molte altre persone, il caldo elevatissimo. Si è espresso parlando del futuro a lungo termine del turismo in Italia minacciato dal cambiamento climatico. Daniela Santanchè ha replicato con toni nell’insieme indiretti e, direi, garbati esprimendo la gioia per le vacanze italiane del ministro tedesco ed esprimendo la convinzione che i suoi connazionali continueranno a trascorre l’estate in Italia.
La reazione della ministra che vuole smorzare i toni drammatici riguardanti le temperature estreme nel corso della stagione turistica è comprensibile. Eppure il cambiamento climatico è presente, bisogna parlarne e, soprattutto, bisogna trovare il modo di reagire per quanto possibile. Una reazione responsabile è stata espressa dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Questi ha parlato di tropicalizzazione del clima in Italia sottolineando che il fenomeno sta avendo anche effetti economici nocivi. L’invito è quello di contribuire alla diminuzione delle emissioni di Co2 al fine di contenere il cambiamento climatico.
Il problema è molto complesso. Da un lato ci sono i rischi e anche gli attuali danni e, nei casi peggiori, catastrofi che sono il risultato del cambiamento climatico, i problemi per la salute delle persone, il deterioramento dell’ambiente… Dall’altro lato, ci sono i danni immediati per alcune attività economiche e per le condizioni economiche e sociali delle persone la cui vita è legata a questi rami produttivi, oltre alla necessità di cambiare lo stile di vita. La mitigazione del cambiamento climatico richiede una sospensione di varie attività particolarmente dannose in questo contesto. Ma di che cosa vivrebbero nell’immediato le persone che vi dipendono? Eppure, bisogna prendere in considerazione anche il danno economico della mancata reazione al cambiamento climatico, proprio come evidenziato da Gilberto Pichetto Fratin.
Un problema che trovo particolarmente preoccupante da tempo è la titubanza o, addirittura, l’impegno di molte persone nel negare il ruolo umano nel cambiamento climatico. Con allarmante frequenza, anche in rete, si diffondono opinioni di scienziati che sostengono lo scetticismo.
Una cosa va detta in modo forte e iterato. La tesi del ruolo umano nel cambiamento climatico è sostenuta da una percentuale superiore al 97 p.c. degli scienziati direttamente coinvolti nello studio di questo fenomeno. Non credete, pertanto, alle informazioni su rete che inducono il pensiero che la scienza sia divisa sul tema del cambiamento climatico. Nella parte della comunità scientifica direttamente coinvolta in questo tema il consenso è elevatissimo. Dirò che è difficile immaginare un consenso più elevato a proposito di qualsiasi questione.
Alcuni studi spiegano perché è diffusa la convinzione che la scienza non stia offrendo una risposta univoca. Ci sono media impegnati a divulgare questa convinzione. Inoltre, una delle cause di questa percezione sbagliata dipende dalla strategia di offrire un’uguale opportunità di esprimersi a tutte le voci. Si tratta di una posizione generalmente lodevole, ma assolutamente perniciosa in questo caso specifico. Infatti, offrendo uno spazio equo a voci diverse si diffonde l’errata impressione che ci sia una divisione tra gli esperti. In realtà, questa divisione non c’è.
È generalmente virtuoso anche basare le proprie convinzioni sulla ricerca di prove che le sostengono. Ma in questo caso non è così. Si tratta di temi troppo complessi per poter arrivare a credenze attendibili in virtù di ricerche compiute in prima persona in rete da chi non possiede la dovuta preparazione tecnica. La strada giusta è quella di seguire quanto detto da fonti attendibili. Diffondete soltanto quanto proviene da queste.
Come riconoscere le fonti attendibili? Si deve verificare se si tratta di un’istituzione scientifica prestigiosa, di una rivista affermata (che compie recensioni molto attente degli articoli prima di pubblicarli), di un ricercatore riconosciuto nel campo specifico. Sono queste le linee guida di chi vuole essere informato come deve esserlo un cittadino maturo di una democrazia.

*Professore ordinario di Filosofia Politica

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display