IL PUNTO Tra lingua e peculiarità regionali

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IL PUNTO Tra lingua e peculiarità regionali
La presentazione della Legge sulla lingua croata

Com’era ampiamente prevedibile, il disegno di legge sulla lingua croata, presentato dal governo di Zagabria su iniziativa della Matrix, ha suscitato un grande interesse sui media nazionali. In particolare i riflettori sono stati puntati sul rapporto tra la lingua standard e le tre parlate dialettali, ciacavo, kajkavo e stocavo. Così la stampa regionale rileva che le maggiori novità saranno presenti nel mondo della scuola, dagli asili alle Università, in quanto, come ha sottolineato a chiare lettere il ministro Radovan Fuchs ai ragazzi dovrà essere insegnata la “lingua croata standard”, mentre “a casa potranno continuare a parlare in dialetto”. A tutti i livelli scolastici le lezioni, incluse le altre attività educative, dovranno svolgersi nella lingua croata standard. Stando alle rassicurazioni di Fuchs dovrebbero fare eccezione le scuole delle minoranze nazionali.

In ogni caso delle novità nell’insieme dovrebbero esserci. “La lingua croata diverrà qualcosa come il tedesco ‘hochdeutch’ che si usa in tutte le circostanze ufficiali. In quelle ufficiose sarà possibile anche l’uso pubblico delle parlate dialettali croate, al fine di promuovere e tenere in considerazione le peculiarità regionali”, ha lasciato intendere il ministro della Scienza e dell’Istruzione. A livello mediatico, la nuova Legge, non dovrebbe essere così stringente come a quello scolastico: potranno infatti essere usate anche le parlate dialettali croate, in particolare quando vi sono motivazioni di carattere artistico per farlo.

La Legge che, se approvata dal Sabor, dovrebbe entrare in vigore a fine anno, s’inserirà, dunque, d’autorità nel delicato equilibrio tra l’idioma letterario standard e le parlate regionali, ancora profondamente radicate in diverse zone, dall’Istria, al Quarnero, alla Dalmazia, allo Zagorje. E qui non vanno scordate le polemiche innescate di recente dalla scelta di un linguista del Texas di definire il ciacavo una lingua.

Quali saranno le conseguenze della normativa sulle scritte pubbliche dal sapore dialettale, oppure con richiami ad altre lingue che hanno lasciato un segno storico in questi territori o lo lasciano in genere a livello internazionale, è presto per affermarlo. Sanzioni, è vero, non dovrebbero essercene. Ogni norma, poi, è soggetta a interpretazioni e per essere tale dev’essere realmente applicata sul campo.

Ma la Legge comunque una tendenza molto netta la segna: quella della volontà di rafforzare lo standard letterario. Un “hochdeutch” alla croata, dunque, per richiamarsi a Fuchs. Senza conseguenze per le etnie, a detta sempre del ministro. Il dibattito pubblico andrà avanti fino al 31 agosto: per il momento i linguisti di Zagabria appaiono divisi, c’è chi parla di svolta storica, chi di norme essenzialmente inutili. Chissà chi avrà ragione…

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