Viaggiare a chilometro zero alla scoperta delle tradizioni

«Atto II – Lo scrigno dei racconti meravigliosi», progetto sostenuto della Regione Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura, e dall’Unione Italiana, per avvicinare ancora di più giovani e anziani. Tra le scuole coinvolte pure le elementari Gelsi di Fiume e Bernardo Benussi di Rovigno e l’SMSI di Rovigno

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Viaggiare a chilometro zero alla scoperta delle tradizioni

L’Associazione culturale Opera Viva mette in campo un nuovo progetto artistico dalla forte connotazione sociale e presenta la prima proposta per il 2020, anno connotato da un cambiamento epocale dettato dal Covid-19, sviluppando partecipazione, unione e fruizione con modalità nuove. Il progetto si realizza grazie al sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura, e del partner, l’Unione Italiana.
“Non abbiamo mai smesso di lavorare – sottolinea Lorena Matic, artista e direttore artistico del progetto – nemmeno in questo preciso momento, in cui tutti lontani, ognuno nella propria casa, ci sentiamo più vicini per assurdo, perché uniti da una nuova realtà, ma alcune fasce di età, quelle più deboli rischiavano di essere più sole di prima. Abbiamo continuato a viaggiare, ma questa volta a km zero, con l’intento di rafforzare la crescita relazionale dei rapporti con lo strumento della conoscenza“.
“Atto II – Lo scrigno dei racconti meravigliosi”, questo il titolo del progetto, mette in luce la tradizione orale, quella non scritta, fatta di usi e costumi, racconti, favole, miti e leggende, tramandata da generazione in generazione, quale patrimonio immateriale da conservare e tramandare creando relazione tra diverse generazioni e sottolineando l’importanza del “sapere”. È un’iniziativa che dedica spazio all’introspezione e alla riscoperta dei valori della famiglia, avvicinando ancora di più giovani e anziani, per mettere in luce i saperi di un tempo, rendendo protagonisti i nonni, ambasciatori della cultura delle tradizioni e dei valori che si stanno perdendo, con le loro testimonianze e le nuove generazioni.
Più di 130 storie
“Nell’iniziativa sono stati coinvolti attivamente diversi istituti scolastici – ci fa sapere Lorena Matic –, tra cui la Scuola elementare Gelsi di Fiume, la Scuola elementare Bernardo Benussi di Rovigno e l’SMSI di Rovigno, il Liceo artistico Nordio, il Liceo Socio-economico Umanistico Slomsek e l’Università della Terza Età “Danilo Dobrina” di Trieste, che hanno accolto con grande entusiasmo l’invito, seppur inizialmente qualcuno con titubanza, perché travolto dalle problematiche dettate dalle nuove modalità di insegnamento a distanza. Oltre 130 storie sono arrivate in brevissimo tempo, corredate da immagini che partono dal secolo passato, alcune anche molto curiose, frutto di condivisione in famiglia che non ha tralasciato nessuno”.
​Racconti intorno al focolare
Una conferma della valenza artistica, formativa e sociale di questo progetto è arrivata anche dalla parole dei docenti stessi, che sfruttando l’occasione in questo momento, hanno fatto didattica e unito nei racconti nipoti, genitori, nonni, bisnonni e anche trisnonni, in un momento non facile. Dalle testimonianze si evince la forte emozione delle generazioni che quel tempo l’hanno vissuto in prima persona e la consapevolezza di chi – i giovani – solo immaginando la vita di un tempo, si è reso conto della “preziosità” dei loro nonni.
I racconti e le immagini di ciò che un tempo si raccontava attorno al focolare domestico, luogo che rappresentava “il cuore della casa” del nucleo familiare, andranno a formare un intreccio narrativo per un filmato e una mostra che in una sorta di gemellaggio tra Trieste e Fiume, due città accomunate proprio nel 2020 da un importante riconoscimento (l’una Città Europea della Scienza e l’altra Capitale europea della Cultura), verranno messe in scena per il pubblico.
“ATTO II” guarda avanti, ma non dimentica il passato e il presente, con la presa di coscienza negli adulti di domani. Questo è ciò che ha appassionato e unito tutti i partecipanti rendendo anche meno difficili questi giorni, cullati dall’insegnamento dei ricordi da cui trarre la radice dei valori del futuro, in una prospettiva migliore.

Un lavoro di Dena Rakočević

​Una sorta di gemellaggio tra le città
Lorena Matic, spiega che il tutto è iniziato come una sorta di gemellaggio, partendo da un importante riconoscimento a Trieste e Fiume, due città accomunate anche da somiglianze storico, paesaggistiche e urbanistiche. Il progetto è stato pensato e scritto a fine 2019 in quest’ottica. Poi la partecipazione è stata accolta con piacere anche dalle scuole della CNI di Rovigno.
“A febbraio abbiamo fatto appena in tempo a incontrare alcuni studenti nelle scuole a Trieste prima della loro chiusura – ha continuato – e per tutti gli altri incontri che erano in programma, anche a Fiume, ci siamo interfacciati direttamente via telefono e mail con i vari docenti e presidi delle scuole. Il progetto è stato scritto e pensato a fine dello scorso anno, come dicevo, ed è poi stato selezionato dalla Regione Friuli Venezia Giulia, Assessorato alla Cultura. Pensando a cosa poi sia avvenuto con il Covid-19, sembra un progetto che oggi assolve anche a una funzione sociale, atta a unire ancora di più la famiglia, facendo partecipi generazioni diverse in un momento in cui tutti uniti ma distanti abbiamo vissuto ognuno nella propria casa questa nuova situazione, riscoprendo i veri valori della famiglia, facendo portavoce i giovani delle tradizioni delle generazioni precedenti. La partecipazione è stata notevole, sono arrivati più di 134 racconti di altrettanti studenti e moltissime immagini a corredo dei racconti, da cui trarremo spunto per una mostra, un filmato e uno spettacolo (con le modalità nel rispetto delle regole che verranno messe in campo dagli organi governativi); attingeremo per lo sviluppo degli eventi anche dai file audio che ora ognuno di loro sta registrando. In questo grande progetto sono stati coinvolti nel coordinamento dei ragazzi anche una decina di insegnanti”.
Matic ha illustrato anche i motivi della scelta del titolo molto “teatrale” per certi versi, “Atto II”. Si tratta, infatti di un progetto che intende mettere in prima persona l’esperienza personale dei partecipanti e fa seguito al progetto “Questa volta metti in scena… la meraviglia di Alice”, concluso a febbraio, in cui il tema della “meraviglia” dal punto di vista artistico e scientifico con personalità di livello internazionale, ha messo in relazione la fiaba “Alice nel Paese delle Meraviglia” (meraviglia che il personaggio subisce) con la meraviglia generata da Leonardo Da Vinci (nel 500.esimo anniversario dalla sua morte), che si è sviluppato in Regione e in Slovenia con le Comunità di Capodistria e Pirano.

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