Un trionfo il concerto di Capodanno nello «Zajc»

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Un trionfo il concerto di Capodanno nello «Zajc»

FIUME | È stato un trionfo il concerto di Capodanno tenutosi nel Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”, sotto la direzione del formidabile Mº Yordan Kamdzhalov. Certo che, considerato il talento fuori dal comune del giovane direttore d’orchestra bulgaro, ci aspettavamo una serata di particolare pregio, ma anche questa volta il Mº Kamdzhalov e la magnifica Orchestra dell’Opera sono riusciti a sorprenderci con la raffinata scelta del programma e l’alto livello di interpretazione.

Tradizionalmente, in questo lieto periodo dell’anno in cui è quasi d’obbligo essere allegri, i concerti di Capodanno basano il loro programma su brani noti a un vasto pubblico e di più facile fruizione, tra cui quelli di padre e figlio Strauss sono assolutamente imprescindibili. Tuttavia, può accadere che vi vengano incluse composizioni che possono sembrare ormai scontate, compromettendo la freschezza dell’ispirazione degli esecutori, ma anche quella del pubblico. Questo non è stato il caso con il concerto dell’altra sera, nel quale l’Orchestra dell’Opera e il Mº Kamdzhalov hanno creato un delicato equilibrio tra brani popolarissimi e quelli leggermente meno famosi, ma talmente accattivanti da conquistare immediatamente la parte del pubblico che forse li ha sentiti per la prima volta.

Viaggio musicale in Europa

Questo viaggio musicale in Europa (il concerto, infatti, s’intitolava “Viaggiamo in Europa”) è iniziato nel cuore del Vecchio continente con il poema sinfonico “La Moldava” (Vltava), tratto dal ciclo “Má vlast” (La mia patria), di Bedřich Smetana. Chi non conosce la dolce melodia che evoca il corso della Moldava attraverso la campagna ceca e la città di Praga per immettersi infine nell’Elba… Ha fatto seguito la brillante e celebre “Carmen suite n.1”, di Georges Bizet, resa con verve e slancio dall’Orchestra, al che è stata la volta dello struggente “Intermezzo” tratto dall’opera “Cavalleria rusticana”, di Pietro Mascagni. La prima parte della serata si è conclusa con le splendide “Danze polovesiane”, tratte dall’opera “Il principe Igor”, di Alexander Borodin, che vantano, a nostro avviso, una delle più belle melodie mai composte nella musica colta. Il tema principale delle “Danze” è stato reso dall’Orchestra in tutta la sua ampiezza e dolcezza.

Versatilità dell’Orchestra

L’atmosfera si è fatta più vivace nella seconda parte del concerto con la “Rapsodia rumena n.1”, di George Enescu, un’opera energica e ricca d’inventiva, ispirata al folklore della Romania, sorprendente nella sua struttura frammentata e interpretata con disinvoltura dall’Orchestra dell’Opera. Ha fatto seguito la “Danza rituale del fuoco”, tratta dall’opera “El amor brujo”, di Manuel de Falla, nella quale è stato mantenuto il medesimo spirito esuberante, al che l’Orchestra si è cimentata nella maestosa “Marcia n.1”, tratta dal ciclo “Pomp and Circumstance”, di Edward Elgar, un brano trascinante e vigoroso nel quale sono venute ancora una volta alla luce la versatilità dell’Orchestra dell’Opera e la chiarezza della visione del Mº Kamdzhalov. Il segmento finale del concerto è stato riservato, naturalmente, per due brani di Johann Strauss figlio: la polka veloce “Éljen a Magyar!” (Viva gli ungheresi!) e il celebre valzer op.354 “Sangue viennese”.

Gesto tranquillo e descrittivo

Precisa, dinamica ed energica l’esecuzione di tutti i brani in programma, scandita dal gesto tranquillo, ma descrittivo del Mº Kamdzhalov, che anche questa volta ha diretto tutti i brani senza lo spartito, il che gli ha permesso di comunicare con lo sguardo e l’espressione tutte le idee musicali all’Orchestra, sempre attenta e sensibile. Molto bravi tutti i solisti nei loro interventi.
Entusiasta il pubblico che dopo il primo bis, l’intramontabile valzer “Sul bel Danubio blu”, ne ha richiesti ancora tre con una standing ovation: la “Marcia Radetzky,” un breve segmento della “Carmen suite” e uno della “Marcia n.1”, di Elgar. Quale esperienza migliore per concludere questo 2018 ed entrare ricaricati dall’energia della buona musica nell’Anno nuovo. Auguri!

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