Musica e bravura, il giovane talento di Elia Saraconi

A colloquio con il dodicenne cornista italiano vincitore della 62ª edizione del Concorso nazionale degli alunni e studenti di musica e danza tenutosi di recente a Jastrebarsko

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Musica e bravura, il giovane talento di Elia Saraconi
Il giovane cornista Elia Saraconi. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Estro, preparazione, tecnica, inconsapevole e naturale presenza scenica, umiltà ma soprattutto tanta simpatia, senso dell’umorismo, sensibilità e il gene della musica nel sangue. Questo è Elia Saraconi, il dodicenne talentuoso cornista italiano, figlio d’arte, che dal 2020 vive con i genitori a Fiume, frequenta la sesta classe della SEI “Belvedere”, la Scuola di musica “Ivan Matetić Ronjgov” e alla fine di aprile si è classificato al primo posto della 62esima edizione del Concorso nazionale degli alunni e studenti di musica e danza tenutosi a Jastrebarsko. Una vittoria prestigiosa e meritatissima, ma insperata e inizialmente quasi non voluta in quanto comportante quell’impegno in più che alla fine ha fatto la differenza. Come la fa il suo ascoltare, guardare, toccare, vivere e respirare la musica fin dalla tenera età, circondato dagli spartiti, dalle note, dagli strumenti e dalla passione per la stessa di mamma Giuditta, raffinato secondo violino di fila e babbo Alessandro, abilissimo primo corno dell’orchestra sinfonica del TNC “Ivan de Zajc”. Nel corso della nostra chiacchierata ci ha raccontato del suo amore per la musica, delle emozioni inerenti al concorso, dei suoi desideri, del futuro, delle varie altre passioni.

“La musica mi attrae sin da quando ero piccolissimo”, ha esordito, specificando che “i miei primi ricordi a riguardo risalgono all’età di tre anni. Ricordo che papà si chiudeva in camera mia e incominciava a studiare perché aveva da fare delle audizioni importanti. Una volta mi fece provare a suonare il suo corno, che era molto grande, ma non riuscii a farlo”.

Anche tua mamma è musicista e suona il violino, quindi sei a stretto contatto pure con questo bellissimo strumento. Come mai hai scelto il corno?
“Mi piaceva di più e soprattutto perché in quel periodo mamma si prendeva cura di me e si esercitava quando ero all’asilo, mentre il babbo lo potevo sentire. Desideravo essere bravo come lui e da lì cominciai a studiarci insieme. Ricordo che inizialmente potevo suonare solo con un corno semplice in Fa. Ora, dato che nel frattempo sono cresciuto, posso suonare un corno doppio che è di dimensioni più grandi, in Fa e Si bemolle”.

Visti i risultati mi sa che sei sulla strada giusta. Ricordi la prima lezione?
“La ricordo bene. Era il 2020, avevo otto anni, vivevamo ancora in Italia ed era il periodo della pandemia da Covid. In seguito ci trasferimmo in Croazia e per un periodo smisi, ma l’anno scorso mi iscrissi alla Scuola di musica “Ivan Matetić Ronjgov” di Fiume, dove tutt’oggi studio con mio padre. In effetti, prima del mio arrivo presso la stessa non c’era la classe di corno. Per quanto riguarda il solfeggio, faccio lezione con la maestra Doris Kovačić. Ci incontriamo due volte alla settimana per 45 minuti”.

Nel corso di quest’anno ti sei esibito in svariati concerti e recentemente hai partecipato, vincendo nella categoria del corno, alla 62esima edizione del Concorso nazionale degli alunni e studenti di musica e danza tenutasi presso la scuola di musica «Ferdo Livadić» di Jastrebarsko, organizzato dall’Associazione nazionale dei pedagogisti musicali e di ballo e supportato dall’Agenzia per l’educazione e la formazione della Repubblica di Croazia (AZOO) e dal Ministero della Scienza e dell’Istruzione. Allo stesso è preceduto quello regionale, dove hai ottenuto il primo posto. Come mai hai deciso di aderirvi?
“Abbiamo pensato di farlo su suggerimento del collega di mio babbo, il prof. di violoncello Mauro Sestan, il quale gli ha spiegato tutto il meccanismo relativo al concorso regionale, che quest’anno si è tenuto a marzo a Imotski, in seguito al quale, in caso di vittoria, si passa al livello nazionale. Per quell’occasione abbiamo preparato un Allegretto di Tobias Haslinger, ‘Dostojanstven’ di Emil Cossetto e ‘A Cowboy’s life’ di Bertrand Moren”.

Un programma variegato e impegnativo. Chi l’ha scelto?
“Il primo era obbligatorio, quale secondo brano se ne doveva proporre uno di qualche compositore croato e il terzo era a scelta. Complessivamente il tutto doveva durare un massimo di 12 minuti”.

Poi sono arrivate la vittoria e la competizione nazionale…
“Per la stessa, tenutasi il 25 aprile, accompagnato al pianoforte dalla maestra Borjana Pantelić-Skladany ho riproposto, come da regolamento, gli ultimi due pezzi e ‘En Traversant Nanchong’ di André Telman, che era obbligatorio. Il concorso era diviso in categorie e quest’ultimo era uguale per tutti i concorrenti. Data la mia età ho gareggiato nella seconda con altri quattro candidati che suonano il corno da quattro o cinque anni e non erano alla loro prima gara, per cui la sorpresa e la soddisfazione sono state doppie”.

Elia dinanzi al pianoforte in bella compagnia.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Con quali aspettative ci sei andato e quali emozioni hai provato?
“Mi bastava partecipare. A dire il vero, dato che era già stato difficile e impegnativo studiare tre brani, alla gara regionale non volevo arrivare primo per non doverne imparare un altro. Perciò, nel momento in cui mi comunicarono di aver vinto rimasi perplesso e anche un pochino triste. Poi però mi resi conto di avercela fatta, che dubitavo sarebbe potuto accadere, e fui contento. In effetti in entrambe le occasioni ero molto emozionato, solo che la seconda volta ero più consapevole e sicuro. Non conoscevo il livello di bravura e preparazione degli altri concorrenti, per cui mi sono concentrato su di me e ho cercato di dare il mio massimo. Sapevo solo che avrei gareggiato con due ragazze alle quali avrei dovuto fare attenzione perché le ragazze sono ‘tremende’, non sbagliano mai niente! Come suggeritomi da babbo, entrando in sala mi proposi solo di guardare un punto fisso per focalizzarmi meglio. Così fu e, a detta di mia mamma, che era presente con gli altri genitori, gli insegnanti e la commissione, durante la prova della gara nazionale ero concentrato, rilassato, ho suonato molto bene e sono riuscito a dare il massimo delle mie possibilità”.

Come hanno reagito i tuoi genitori alla notizia del bellissimo risultato?
“È stato il babbo a venirla a sapere per primo consultando, dopo circa un’oretta di attesa, la bacheca degli avvisi. Inizialmente, nel leggere il mio nome accanto al numero uno, fece difficoltà a crederci perché, siccome volevo stargli vicino fino all’ultimo secondo prima di suonare, non era entrato in sala e non aveva ascoltato gli altri concorrenti. Mi ha confessato di avermi ascoltato da dietro la porta e quando lo vidi così tanto emozionato mi sono sorpreso molto. La mamma, invece, si commuove sempre”.

Quale brano hai preferito tra quelli presentati e, in generale, c’è un compositore che ti piacerebbe suonare?
“Alla competizione regionale mi è piaciuto quello di Moren, mentre alla nazionale il brano di Telman per il suo carattere cinese. Amo Mozart, per cui in futuro mi piacerebbe suonare tutti quattro i concerti che ha composto per il corno, il K. 412 in re maggiore, il K. 417, il K. 447 e il K. 495. Inoltre, vorrei eseguire tutto quello che ho sentito suonare al babbo”.

Elia Saraconi con babbo Alessandro.
Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Ora che ci hai fatto il callo, hai intenzione di affrontare qualche altro concorso?
“Il prossimo anno vorrei partecipare alla competizione internazionale ‘Daleki akordi’ che dal 1996 ha luogo a Spalato. Dato che il libretto con le indicazioni relative ai brani da preparare uscirà alla fine del 2024 non so ancora cosa dovrò suonare. Successivamente, tra due anni mi ripresenterò al sunnominato concorso, stavolta nella terza categoria, dove si richiederà l’esecuzione di un programma più l”.

Da quando sei nato senti, vivi e respiri la musica. Ora che hai assaporato in prima persona le fatiche e le bellezze di questo mondo ti immagini nello stesso?
“Sì, mi piacerebbe lavorare nell’orchestra di Fiume, nel Teatro che sento un po’ casa mia, insieme a babbo e mamma, ma mi piacerebbe anche suonare nelle orchestre di Firenze, Roma o Venezia”.

Ti piace anche cantare e recitare, giusto?
“Sì, molto, mi sono esibito in svariate occasioni, la prima volta nel 2022, quando sono stato invitato dal M° Valentin Egel a cantare nel ruolo di Gherardino nell’opera ‘Gianni Schicchi’ di G. Puccini nella stagione d’opera del TNC ‘Ivan de Zajc’ e con questa ho effettuato la mia prima tournée in Finlandia presso il Savonlinna Opera Festival. Per ciò che riguarda il teatro, studio recitazione presso lo studio fiumano d’arte drammatica ‘Pontes’, dove mi diverto tantissimo e finora abbiamo fatto svariati spettacoli, nei quali ho anche cantato”.

Quindi, sei molto versatile. Se dovessi stilare una classifica?
“Suonare, recitare, cantare”.

Hai altre passioni?
“Mi piace molto la storia dei greci, dei romani e tutto ciò che riguarda l’epoca precristiana e gli inizi di quella cristiana. Poi amo anche quella medievale e le vicende inerenti alla rivoluzione francese e alle guerre mondiali. Inoltre, faccio collezione di LEGO e gioco all’xBox. Pratico anche la pesca, ma non prendo mai niente”.

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