L’arte serena del Perugino (foto)

In occasione del 500º anniversario della morte del grande pittore rinascimentale, all’IIC di Lubiana è allestita una mostra educativa

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L’arte serena del Perugino (foto)
Nei pannelli sono raccontate le varie tappe della vita e dell’arte del Perugino

In occasione del 500º anniversario della morte di Pietro Vannucci detto il Perugino (1445/52 – 1523), nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana è allestita la mostra “Il Perugino. Il meglio artista d’Italia”. L’esposizione, di carattere educativo e divulgativo, si compone di una serie di pannelli che raccontano in maniera sommaria le tappe salienti della vita dell’artista rinascimentale, che fu noto anche come “il divin pittore”, e dell’evoluzione della sua arte. Il percorso espositivo, ideato e realizzato dall’ambasciatore Stefano Baldi, è stato promosso dall’Ambasciata d’Italia e dall’IIC di Lubiana. Alla cerimonia d’inaugurazione dell’allestimento ha partecipato l’ambasciatore d’Italia a Lubiana, Carlo Campanile, il quale ha salutato i presenti e ha voluto ringraziare l’Istituto Italiano di Cultura per l’ottimo lavoro svolto in breve tempo per quanto riguarda l’organizzazione della mostra.

Far conoscere l’artista all’estero
“Il curatore di questa mostra – che è stata presentata anche in altri Paesi e città quali Vienna, Lussemburgo, Dublino, Atene, ma anche a Giacarta in Indonesia, Pretoria nel Sudafrica e a Istanbul in Turchia –, Stefano Baldi, è mio collega ambasciatore a Vienna, ma anche appassionato studioso del Perugino, in quanto condivide con il grande artista rinascimentale il medesimo luogo natio, Città del Pieve in Umbria – ha dichiarato Campanile –. Questa è un’esposizione educativa, non indirizzata agli esperti di storia dell’arte e il suo scopo è quello di far conoscere all’estero un artista ben noto e popolare in Italia. Fuori dal Belpaese, infatti, sono molto più conosciuti i suoi contemporanei quali Michelangelo, Raffaello e Botticelli. Il Perugino fu il maestro principale di Raffaello, per cui il titolo di questa mostra è appunto ‘Il meglio pittore italiano’, come venne definito da Alessandro Chigi. Il Perugino fu un’eccellenza dell’arte rinascimentale, mentre la sua opera è caratteristica per lo spirito innovativo, la purezza della forma, l’uso raffinato del chiaroscuro, della prospettiva e della luce. Per questo motivo fu riconosciuto dai suoi contemporanei come uno dei più importanti fautori del rinnovamento dell’arte italiana”, ha sottolineato Campanile, il quale ha rilevato che l’allestimento non comprende opere originali, le quali si possono ammirare in Italia in quanto i maggiori capolavori del Perugino sono alcuni degli affreschi che decorano la Cappella Sistina e opere custodite nella Galleria degli Uffizi di Firenze. La maggior parte delle sue opere, però, si trova a Città del Pieve. “Questa è per noi un’opportunità di invitarvi a trascorrere un po’ di tempo in Italia e, oltre a visitare Firenze e Roma, di fare tappa anche in luoghi meno conosciuti, quali le città umbre di Perugia e Città del Pieve, al fine di ammirare le opere originali del Perugino”, ha puntualizzato l’ambasciatore.

Un rinnovamento dell’arte
I contemporanei di Pietro Vannucci lo considerarono come il più grande tra i protagonisti del rinnovamento dell’arte italiana che si verificò al culmine del Rinascimento, tra gli ultimi decenni del XV e i primi del XVI secolo. Grazie alla portata delle sue innovazioni e allo straordinario livello qualitativo della sua arte, alla fine del Quattrocento il Perugino veniva considerato all’unanimità il più grande pittore d’Italia. Ricordiamo, infatti, che Agostino Chigi, in una lettera destinata al padre Mariano datata 7 novembre 1500, descrisse il Perugino come “il meglio maestro d’Italia”, mentre Vasari, nelle sue “Vite” del 1568 scrisse come la sua pittura “tanto piacque al suo tempo, che vennero molti di Francia, di Spagna, d’Alemania e d’altre province per impararla”. Dopo un periodo d’oro, la sua arte subì una crisi e la sua fortuna artistica conobbe un progressivo declino. La sua arte subì diverse critiche e venne accusata di formalismo e ripetitività in seguito agli insuccessi di opere “Amore e Castità” per la marchesa di Mantova o la Pala della Santissima Annunziata per Firenze. L’inizio del Cinquecento, infatti, fu un periodo di fervente attività e di novità portate nell’arte da geni come Leonardo da Vinci, Michelangelo e Raffaello (già discepolo del Perugino), mentre il Perugino e altri pittori di spicco alla fine del Quattrocento, tra cui anche Luca Signorelli o Sandro Botticelli, ebbero difficoltà ad adattarsi alle nuove esigenze.

La rivalutazione della sua arte
Appena nell’Ottocento e Novecento, la sua figura venne rivalutata e riebbe il posto che le spetta nell’arte italiana, in quanto venne compresa la sua portata innovativa. La sua fortuna critica continuò, però, a oscillare in quanto con il diffondersi delle avanguardie storiche e con le rivoluzioni dell’arte contemporanea il Perugino, in quanto esponente del gusto “classico”, venne spesso sottovalutato essendo lontano dai canoni del gusto contemporaneo.
Con il rifiorire degli studi sul giovane Raffaello si è rinnovato recentemente l’interesse nei confronti del Perugino, anche se con apporti specifici e settoriali che non hanno dato un quadro completo dell’importanza storico-artistica del grande pittore rinascimentale.

L’ambasciatore Carlo Campanile durante il discorso d’apertura

Il pubblico presente all’apertura

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