Mediterraneo, un mare che unisce

A colloquio con Nina Nemec, che si occupa dell’allestimento della mostra nella torre Sud-Est del Palazzo di Diocleziano

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Mediterraneo, un mare che unisce

Il progetto Mare Magnum Nostrum dell’artista Gea Casolaro, a cura di Leonardo Regano, promosso dalla Direzione regionale Musei dell’Emilia-Romagna in collaborazione con l’Associazione croata di artisti di Spalato e realizzato grazie al sostegno dell’Italian council, programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo, è stato inaugurato nella Torre sud-est del Palazzo di Diocleziano a Spalato. L’opera, partecipativa e in progress, si svilupperà in un arco temporale di circa un anno costruendosi a tappe. La prima, che si svolgerà fino al 26 novembre, si propone di realizzare una grande opera a partecipazione collettiva sul tema del Mediterraneo, mare che rappresenta il cuore della nostra civiltà e oggi sempre più paradigma di concetti “chiave” del nostro presente. Dell’installazione ambientale che riproduce il Mediterraneo, disegnato e “reinterpretato” dalle fotografie di persone che hanno scelto di aderire al progetto, abbiamo parlato con la sua coordinatrice Nina Nemec.

Nina al lavoro

Com’è nata l’idea della mostra?
“All’inizio del 2020 ci ha contattati l’artista italiana Gea Casolaro e ci ha presentato il suo progetto legato al Mar Mediterraneo”.

Qual è l’obiettivo della mostra?
“Lo scopo è collegare e coinvolgere i Paesi che s’affacciano sul bacino del Mediterraneo e di unirli in un unico corpus culturale. Il progetto si svolgerà in diverse località anche nel 2021. La prima mostra di Mare Magnum Nostrum parte dalla città di Spalato, da una delle torri del Palazzo di Diocleziano”.

Quali materiali avete usato per allestirla?
“La mostra è stata allestita in una sala grande, al centro è stata costruita un’area rettangolare, delle piastre in cartongesso e delle tavole di legno compresso. All’interno di essa è stato dipinto il Mediterraneo e gli Stati che lo compongono. In questo spazio geografico saranno messe delle fotografie che corrispondono alle città o alle località d’appartenenza. Abbiamo raccolto molte foto dagli archivi privati grazie all’aiuto degli studenti dell’Accademia di Arte applicata di Spalato. Altre foto ci sono state date in prestito dal locale Foto club”.

La coordinatrice della mostra, Nina Nemec

Come avviene l’interazione tra la mostra e il visitatore?
“Le persone sono invitate a portare delle foto e possono inserirle fisicamente sul luogo della mappa del Mediterraneo. La foto può esser di qualsiasi tipo, moderna o antica con temi diversi, l’importante è che ci sia sempre il tema del mare. Colui che visita la mostra e porta una foto che corrisponde alla stessa località illustrata in una foto già collocata da qualcun altro può sostituirla con la propria e portarsi con sé quella già esposta. In questo modo avviene l’interazione tra la mostra e i visitatori. La mostra può esser visitata anche sul web”.

Che messaggio vuole lanciare l’artista?
“Secondo l’artista Gea Casolaro, il Mar Mediterraneo è un elemento di unità fra i popoli e non di divisione. In queste foto si noteranno diverse culture dei popoli che abitano lungo il bacino del Mediterraneo, ma allo stesso momento notiamo, grazie alle foto, elementi culturali e sociali molto affini e ricchi di similitudini”.

Qual è la prossima tappa della mostra itinerante?
“Ancora non è stato deciso a causa delle chiusure dovute al Covid-19. Si prevede che il futuro Paese ospitante sarà la Grecia”.

Il palazzo di Diocleziano

Che cosa vi aspettate dalla mostra?
“Ci aspettiamo di avere per il prossimo anno in esposizione una grande quantità di foto da tutte le parti del Mediterraneo. In questo momento mancano le foto del Nord Africa, mentre abbondano quelle delle coste di Italia, Croazia e Grecia. Siccome la mostra verrà allestita in futuro anche in altre località sono sicura che raccoglieremo una grande quantità di foto”.

Per concludere, cosa ne pensa dell’evento?
“Spero che la collaborazione con Gea Casolaro continui anche in futuro, magari con altri progetti. Sono felice che le istituzioni spalatine come il Museo della Città, il Foto club di Spalato e l’Accademia di Arti applicate, abbiano aderito subito con entusiasmo. È bello vedere le istituzioni collaborare nel campo della cultura. Ringrazio l’artista Gea Casolaro che ci ha dato la possibilità di attuare il progetto qui a Spalato, le istituzioni culturali e del Governo italiano che lo hanno finanziato”.

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