Luigi Dal Cin: la bellezza magica delle parole

Il protagonista di «Monte librić», autore di oltre cento libri di narrativa per ragazzi, ha incontrato alla CI di Pola gli alunni delle SEI di Pola, Fiume, Parenzo, Rovigno e Valle

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Luigi Dal Cin: la bellezza magica delle parole
Il protagonista di “Monte librić”, Luigi Dal Cin con una piccola spettatrice. Foto: ARLETTA FONIO GRUBISA

Grande e potente, ingombrante e prorompente, al punto da mettere in crisi e a rischio di frana i requisiti del fiabesco allestimento montato sopra il palcoscenico della Comunità degli Italiani di Pola, lo scrittore Luigi Dal Cin si è reso ieri protagonista di una delle migliori performance mai proposte nell’ambito dell’evento fieristico, che celebra il libro per l’infanzia. Le sue due repliche dell’incontro-spettacolo sono state seguite da quella che potremmo ben chiamare una giovane Comunità Nazionale Italiana dell’istro-quarnerino nel suo piccolo.

Allievi delle scuole elementari italiane venuti da Pola, Fiume, Parenzo, Rovigno e Valle si sono lasciati impigliare dalle maglie di una rete birbona, dalla pedagogia severa, altrettanto quanto bonaria, spassosa, comica e commovente in simultanea per oltre un’ora di intrattenimento trascorsa a mozzafiato. Al bando il classico scrittore ben composto che parla di sé e della propria conquista del mondo dell’editoria, qui si è aperta generosamente la porta a dei protagonisti non previsti dalla locandina: scolari, insegnanti e altri astanti “vittime” del godibilissimo marchingegno didattico-teatrale architettato da Luigi Dal Cin.

Un’invidiabile biografia
La levatura del personaggio non è tale perché c’è chi la nota. Basta spulciare un “pezzo” di una lunga biografia per capirlo. Nato a Ferrara, ha pubblicato oltre cento libri di narrativa per ragazzi tradotti in 14 lingue. Ha ricevuto il Premio Andersen 2013 per il miglior libro 6/9 anni, il Premio Gigante delle Langhe 2023 per il miglior romanzo 11/14 anni e vedi un po’… il Premio Troisi alla carriera per i suoi incontri-spettacolo. È docente di tecniche di scrittura alla Scuola Holden di Torino, all’Accademia di Belle Arti di Macerata, all’Università di Ferrara, al Master Ars in Fabula, alla scuola internazionale della Fondazione Zavrel. Instancabili e appassionati la sua attività di spettacoli, gli incontri con l’autore e i laboratori di scrittura che lo portano a incrociare ogni anno decine di migliaia di alunni nei teatri, nelle scuole e nelle biblioteche di tutta Italia.

Il potere dell’interpretazione
Nel caso nostro, però, l’onore al merito va a Liana Diković, curatrice – assieme a Tamara Brussich – del programma italiano “Più che una storia” finanziato dall’Unione Italiana, che ha sudato le proverbiali camicie per catturare Luigi Dal Cin e portarcelo a Pola. Come ha fatto a convincerlo? Semplicemente, dicendo con orgoglio che le nostre scolaresche se lo meritano. L’arguzia ad inizio spettacolo è sbucata per gioco sciorinando parole con intelligenza per lasciar scoprire l’intelligenza delle parole, l’apparente banalità degli scioglilingua da presa in giro, la smorfia e lo sberleffo onomatopeico più irriverente propinato ad un pubblico che si è sbellicato dalle risa pregustando la libertà di applaudire la finta maleducazione, lo schiaffo al perbenismo e alle cose che fanno inorridire, fino la lode all’ignoranza di cui non ci si deve vergognare, ma da cui ognuno si può salvare scoprendo la bellezza magica delle parole, del libro e della produzione letteraria avvicinabile da lettori e da scrittori.

Letteratura e divertimento
Ci si è dilettati con un po’ di tutto l’altra mattina, a suon di falsi immaginari (scrittori “veri” con calamaio, chiusi nella polvere di uno studio in cima ad una torre); burle dedicate ai ragazzini tutti rap dal camminare di gorilla con l’artrite; bestie-peluche spudoratamente lanciate sopra ai ragazzini; sguardi d’intesa rivolti alle maestre. Di tutto di più. Il bello della condivisione è culminato lasciando posto sul palcoscenico alle giovani vittime pescate dalla gradinata, invitate a mettersi alla prova, ad affiancare l’interprete/scrittore, a dare un saggio di danza tipicamente istriana (ed ecco le mosse da epidemia ispirate a Baby Lasagna) ecc. E dopo delle divertentissime considerazioni caricaturali sciorinate a spese degli editori, personaggi spesso inquietanti per qualsivoglia scrittore, l’incontro è culminato con una “drammatica” confessione. Purtroppo, Luigi Dal Cin da giovanissimo scolaro era “somaro in lingua italiana”. Senza offesa, l’ha detto lui. Non fosse stato per una storia di pirati che l’ha condotto al polo opposto, fino ad un successone letterario come pochi se lo possono sognare. La pozione magica per tutto questo è una sola e si chiama “libro”, quell’oggetto stupendo che (a differenza di TV, tablet, PC, cellulare), libera la fantasia, crea scioltezza di pensiero, cittadini consapevoli, uomini che vincono le guerre con le parole, perché le sanno usare…

«Due storie di cuore puro», una melodia di sentimenti
Dov’è il confine tra la letteratura e la musica, oppure quando la letteratura si fa musica e viceversa? A scoprire l’arcano ci ha pensato Doris Cerin Otočan, polese, da anni impegnata nella pedagogia e didattica della musica rivolta alle giovani generazioni, nel campo del management culturale e della direzione d’orchestra, ma anche quale imprenditrice e consulente nel settore dei progetti culturali, del turismo e della gastronomia. Ebbene, stavolta ha voluto scavalcare il confine tra una competenza o, meglio un’arte e l’altra cercando di regalare ai ragazzi una melodia di sentimenti ed emozioni attraverso “Due storie di cuore puro”, contenute in due libri uguali dal differente idioma: croato e anche italiano – su traduzione di Vanesa Begić e Gianna Fioranti, illustrato dal disegnatore polese Vibor Juhas e cofinanziato da UI-UPT. “I sette castelli” e “L’albero di Natale” sono le due storielle ospitate nell’ambito del “Monte librić”, che parlano e celebrano la forza della leggenda e della ricerca dell’amore puro. È nell’amore puro, infatti che crede fermamente la principessa Luna del Regno Amato, situato nella “Terra Lontana, al di là dei sette mari, dei sette regni e dei sette castelli, mentre nel racconto natalizio si intrecciano realtà, sogno e magia, perché come rivelato dall’autrice, che da sempre aveva coltivato la scrittura quale sogno del cassetto, anche gli alberi di Natale, sono in realtà principesse incantate che hanno voce. L’inno al coraggio, alla dolcezza dell’amore e tante coccole sono state trasmesse da Doris Cerin Otočan con l’aiuto di Gordana Trajković facendo accomodare i bimbi nel… Regno felice di “Più che una storia”, celebrando l’amorevolezza della parole, di più lingue, senza dimenticare quella materna, nel caso nostro l’istroveneto.

Anche una scuola di Cento al «Monte librić»
La grandezza di uno scrittore è visibile anche all’occhio del profano e la situazione che fa meglio aguzzare la vista è quella che lascia intravedere la maestria del saper cogliere il pregio dell’attimo e di riuscire a rapportarsi con il pubblico regalando al medesimo una preziosa occasione formativa. È capitato ieri mattina, in cima al “Monte librić”, all’Estivo della Comunità degli Italiani di Pola, che per una fortuita circostanza è stato invaso dagli allievi dell’Istituto comprensivo “Il Guercino” di Cento, in provincia di Ferrara, in villeggiatura per l’Istria. Hanno fatto irruzione per caso, da ospiti non annunciati, per scoprire e visitare un piccolo mondo di libri e incrociare niente meno che Luigi Dal Cin, ferrarese pure lui, il quale ha sentito il bisogno di rivelare ai suoi giovani concittadini la presenza della Comunità Nazionale Italiana in Istria. A proposito di identità e senso di appartenenza linguistico-culturale, pure una domanda oltremodo significativa: “Sapete che la mia patria è la lingua italiana?”

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