Il volere e potere di osare e di andare oltre

Francesco Brizio, in arte Brazzo, è un rapper sordo di origini pugliesi trapiantato a Milano, che nel 2020 con la sua partecipazione al programma «Italia's got talent» ha colpito pubblico e giuria con la sua bravura

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Il volere e potere di osare e di andare oltre
Foto: ALBUM PRIVATO FRANCESCO BRIZIO

Francesco Brizio, in arte Brazzo, è un rapper sordo di origini pugliesi, ma trapiantato a Milano, che nel 2020, con la sua partecipazione al programma “Italia’s got talent” ha colpito pubblico e giuria per il suo inedito “Volere è potere”, per la bravura, l’enorme forza di volontà, il desiderio di “spaccare”, l’amore per la musica e per la vita, il serio e sentito impegno sociale, per le sue piccole e grandi battaglie personali e pubbliche, per i limiti superati e le sfide accettate e affrontate, per la sua semplicità, il suo sorriso, i suoi cappricciosi ricci e per la magia del suo essere. Lo ammettiamo, ce ne siamo innamorati anche noi e abbiamo abbracciato e seguito la sua arte, scoprendo un mondo che ci emoziona e ci insegna che, se si vuole, si può volare sempre, anche senza ali.

Ci racconta quando e come è nata la sua passione per il canto e per la musica e in quale momento ha deciso di condividerla con il pubblico?
“Già da bambino desideravo cantare, solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo lo potesse fare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, anche se all’inizio non lo facevo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi, a 29 anni, ho deciso di lanciarmi e di cercare di realizzare questo desiderio lasciato nel cassetto”.

Come sente/impara il ritmo delle canzoni?
“Per seguirlo c’è una persona che mi dà il via e che mi fa da ritmo con il movimento delle spalle. Di solito sul palco ho due casse audio laterali e una o due centrali, in modo che riesca a percepire le vibrazioni. Ovviamente il tutto richiede tanto allenamento e memoria di ogni singolo brano”.

Nel 2017 è uscito il suo primo video musicale in cui denuncia i disagi vissuti dalle persone sordomute, oraliste e sorde impiantate nella quotidianità. In tale contesto, appena nel 2021 la LIS e la lingua italiana è stata riconosciuta dalla legge. Com’è la situazione odierna?
“Non tutti lo sanno che è stata riconosciuta, anche se siamo stati uno degli ultimi Paesi europei a farlo. Restiamo, però, indietro: tocca sempre a noi chiedere e precisare che abbiamo diritto di fruire di qualunque servizio. Ci si deve ancora abituare e penso che serviranno ancora anni per arrivare alla pari con le altre nazioni. L’accessibilità non è presente in molte reti televisive, nei luoghi pubblici e in quelli privati, a scuola”.

Lei rappa anche “segnando”, il che nel 2020, quando ha partecipato a “Italia’s got talent”, ha stupito ed entusiasmato pubblico e giuria. Quale esperienza è stata?
“Inizialmente non volevo neanche partecipare. La televisione era troppo per me. Per fortuna i miei amici sono riusciti a convincermi. È stata una bellissima esperienza. Poco prima di salire sul palco dicevano che era una prova, in realtà non lo era. È andata bene e ho preso quattro sì. Non contava passare in finale, a me interessava far conoscere la realtà della Lingua dei Segni”.

Ci è riuscito eccellentemente. A quali artisti si ispira?
“Ai rapper sordi stranieri Signmark e Sean Forbes. In Italia seguo Fabri Fibra, mi sono appassionato ai suoi testi”.

Come si sente quando sale sul palco e in che modo si svolgono le sue esibizioni?
“Con tutte le fatiche dietro, le difficoltà vissute da quando ero bambino a oggi, quando salgo sul palco mi sento un gigante e al sicuro. Durante le mie esibizioni sono accompagnato da una collaboratrice che mi fa da metronomo, ci sono due casse audio laterali per far ascoltare al pubblico la mia voce mentre canto e una/due casse audio centrali in modo che io riesca a percepire le vibrazioni. Le mie canzoni sono tutte rappate e contemporaneamente segnate in Lingua dei Segni Italiana”.

In quale modo si dovrebbe rispondere alle diverse esigenze relative all’ascolto della musica dal vivo per ciò che concerne i non udenti e i portatori di altri tipi di disabilità?
“Serve un progetto pensato e progettato per tutti. Dovrebbero essere presenti performer in Lingua dei Segni Italiana, con sottotitoli, giubbini vibranti o pedane sensoriali, nonché casse con un volume adatto ai sordi, rampe e altri servizi”.

Come mai ha scelto Brazzo quale nome artistico?
“È il soprannome di un sordo dato da sordi, non ha un vero significato, deriva da un’assonanza in parte col mio nome e cognome”.

Nel suo brano più noto – “Sono sordo mica scemo” – parla nuovamente di accettazione, di integrazione… A suo vedere, in che modo vengono percepite le persone sorde nella società?
“Ho dato una grossa scossa con il mio brano ‘Sono sordo mica scemo’, con cui ho voluto provocare, rivelare i nostri disagi sociali, chiedere più integrazione perché siamo emarginati dalla vita sociale. Ora ci sentiamo, in confronto a prima, più rispettati e quando chiediamo accessibilità lo fanno perché è nostro diritto usufruirne. Però ci sono altre parti che, in mancanza di informazioni, ancora non conoscono le nostre priorità e le nostre esigenze”.

Il rapper in concerto.
Foto: ALBUM PRIVATO FRANCESCO BRIZIO

E nel mondo della musica? Ho letto che, nonostante i suoi tentativi di contatto, il feedback è stato deludente. È così?
“Verissimo, se parliamo di artisti italiani di una certa notorietà non ho avuto nessun riscontro positivo. Forse ognuno guarda solo al suo “particulare”. Mi auguro però che le cose cambino”.

Nella canzone autobiografica “A noi va bene così” si mette completamente a nudo, ci mette la faccia e descrive in che modo ha affrontato la sua disabilità da bambino. È stato molto coraggioso e la ammiro profondamente, anche perché ritengo sia un esempio importantissimo per tanti. Che ne pensa?
“Il brano racconta come ho affrontato, fin da bambino, il problema della sordità e di come sono riuscito a superarlo. Io e l’intera comunità sorda, nonostante tutto, abbiamo accettato e superato varie condizioni e abbiamo imparato a conviverci serenamente. Per questo l’ho intitolata ‘A noi va bene così'”.

Oggi come convive con la sordità?
“Sono nato in una famiglia di sordi, a casa comunico con la mia lingua madre, la Lingua dei Segni Italiana. Fuori riesco a leggere il labiale e se non capisco, mi fermo e chiedo di ripetere. Sono abituato ad andare incontro a persone che mi capitano, ho tanta volontà e pazienza. Il problema principale sono le barriere comunicative nei servizi pubblici, che sono importanti per la vita quotidiana e ci sono delle volte che ci troviamo in difficoltà anche nei casi di emergenza”.

Si sente in qualche modo destinato a una missione e uno che supera i limiti?
“Sono cresciuto con la famiglia e con la Comunità sorda di 60mila persone con una cultura, con una storia e una lingua propria. Abbiamo l’orgoglio sordo che combattiamo giorno per giorno in tutti i campi. Tutti noi abbiamo un talento e l’intelligenza e nessuno va fermato solo perché abbiamo un handicap o anche per paura o vergogna”.

Come dice il titolo della sua canzone, volere è potere?
“Si, esatto!”

Nella sua discografia c’è tantissimo impegno sociale, nell’ambito del quale sostiene anche la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ma anche molta intimità. Giusto?
“Oltre l’impegno sociale come attivista sordo, sono anche un educatore sordo della Fondazione ‘Casa delle Luci’. Ai ragazzi con disabilità comunicative insegno l’autonomia e a comunicare tra di noi e tra di loro. Anche loro hanno bisogno di comunicazione e non vanno lasciati soli”.

Quali sono i suoi valori e le sue certezze?
“Riconosco i miei valori, sono una persona che ama confrontarsi e aiutare chi è in difficoltà. Quelle passate durante la mia infanzia mi hanno reso forte e so di essere in grado di farlo”.

Che cosa la commuove, la rende felice e che cosa invece la fa arrabbiare o la rattrista?
“Mi commuove se chi ha avuto difficoltà, si sente limitato o crede di non farcela riesce a centrare l’obiettivo. È bello vedere quando qualcuno riesce a oltrepassare il limite. Ciò che invece mi fa arrabbiare è la mancanza di un progetto pensato a noi disabili. Siamo nel 2024, la tecnologia è avanti anni luce e siamo ancora un po’ indietro”.

In “No war” afferma che nel dialogo troviamo l’unica speranza. Lo pensa davvero?
“Il dialogo è fondamentale, favorisce l’interazione tra le persone. La sua mancanza porta disastri e divisioni. Stessa cosa per noi sordi con gli udenti se non c’è un punto di incontro. A prescindere dal fatto che conoscano o meno la Lingua dei Segni si può sempre trovare una soluzione per comprenderci, il che ci farà sentire meno frustati”.

Ha scritto anche “Real E Non Solo”, inno per la squadra sorda di calcio a 5. È tifoso?
“In realtà seguo poco il calcio. Come altri rapper che hanno collaborato alla realizzazione di inni calcistici per squadre del Campionato di Calcio di Serie A – B e C, ho voluto dare il mio contributo musicale. Ogni competizione sportiva non deve mai fare riferimento alla sordità, proprio per sottolineare che, sul campo, possono competere alla pari con i normodotati”.

Lo scorso dicembre al Monk di Roma ha avuto luogo una bellissima iniziativa, ossia un concerto eseguito interamente in IS + sottotitoli, con l’accompagnamento di interpreti LIS. Oltre a Lei vi ha partecipato anche Argentina Cirillo. Ci racconta le sue emozioni/sensazioni/riflessioni a riguardo?
“La serata ha avuto luogo con performer in LIS, sottotitoli, giubbini vibranti, casse con un volume adatto ai sordi, rampe e altri servizi. Questa organizzazione va pensata spesso e progettata per tutti. Mi piacerebbe che gli eventi fossero così ovunque vada. Ero contento e mi sentivo come tutti gli altri”.

Il nuovo brano rap s’intitola “Un grido nel silenzio”, realizzato con i ragazzi del Sant’Ambrogio di Milano e del Nelson Mandela di Mogliano Veneto, un progetto teso a promuovere l’inclusione e sensibilizzare alla diversità e alla disabilità sensoriale. Come sono nati la collaborazione e il pezzo in quanto a tematiche, stile…?
“Qualche anno fa cercavo una collaborazione per un mio album. In tale contesto devo dire grazie al Coro Anton di Treviso, un gruppo di persone accomunate dalla volontà di accogliere e comprendere le sfide delle persone con disabilità, i quali mi hanno fortemente voluto per realizzare un loro progetto. Inoltre, ringrazio il Pio Istituto Sordi di Milano, la partecipazione del mio produttore musicale Lorenzo Catinella e i ragazzi di Milano e Mogliano con i rispettivi prof di musica, Valentina e Ilario. Siamo riusciti a centrare l’obiettivo. ‘Un grido nel silenzio’ sarà parte del prossimo mio album”.

Ha qualche sogno/progetto nel cassetto?
“Finire l’album e lanciarmi in una tournée lungo tutta la penisola, per diffondere sempre di più la Lingua dei Segni”.

E qualche hobby?
“Faccio vari sport, guardo le serie TV su Netflix e amo viaggiare con lo zaino sulle spalle”.

È mai stato in Croazia? Conosce Fiume?
“Alcune parti della Croazia, sì. A Fiume non ci sono mai stato. Ne terrò conto e un giorno passerò a visitarla”.

Volere è potere
Basta aspettare è l’ora di spaccare
ti pare che io sto qua a rappare
tu prova a immaginare
qual è il mio potenziale
non è paranormale
che un sordo può cantare?
questa è la mia passione
il rap, la mia ragione
la canto con onore
dimentico ogni errore
e non ti scoraggiare
prova a migliorare
sai dove può arrivare?
Inizia ad ascoltare!
Volere è potere
volare senza pare
in alto puoi andare
la voce può sfondare
con le mani non fai salti mortali
insegui i segnali
e vola senza ali
Volere è potere
volare senza apre
in alto puoi andare
la voce può sfondare
con le mani non fai salti mortali
insegui i segnali
e vola senza ali
Pensi forse che con la lingua inciampo?
Ma lo sai che con me non avrai scampo!
Non sento neanche da un orecchio
ma i tuoi occhi mi fanno da specchio
o mi accetti o non mi accetti
non si parla di difetti
chi mi critica forse rosica
ed è questa la mia carica
tirar fuor ciò che sono sai mi aiuta
ora la mia voce non è più così muta
Non impedirmi di sognare
non smetterò di cantare
ho diritto al mio spazio
finché non sarò sazio
sto crescendo con la musica
che tanto mi ha insegnato
la strada mi ha indicato
e adesso son rinato
per te non ho possibilità
perché vedi in me la diversità
ma quello che ho di certo lo sfrutto
a costo di restare distrutto
Volere è potere
volare senza pare
in alto puoi andare
la voce può sfondare
con le mani non fai salti mortali
insegui i segnali
e vola senza ali
Volere è potere
volare senza pare
in alto puoi andare
la voce può sfondare
con le mani non fai salti mortali
insegui i segnali
e vola senza ali
A volte ti sembra di non spiccare?
Non mollare!
Arriverà il momento
in cui dovrai pretendere
arriverà il momento
in cui dovrai stendere
i sogni appesi ad un filo di un red carpet
mentre domani dal basso
ti baceranno le scarpe
per seguire i sogni, sai
li ho tradotti in segni
li ho tradotti in segni
li ho tradotti in segni
Volere è potere
volare senza pare
in alto puoi andare
la voce può sfondare
con le mani non fai salti mortali
insegui i segnali
e vola senza ali
Volere è potere
volare senza pare
in alto puoi andare
la voce può sfondare
con le mani non fai salti mortali
insegui i segnali
e vola senza ali

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