L’EDIT offre uno sbocco professionale per gli studenti

Christiana Babić, direttrice della nostra casa editrice, è stata la relatrice della conferenza tenutasi al Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume

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L’EDIT offre uno sbocco professionale per gli studenti
Christiana Babić durante la lezione. Foto: GORAN ŽIKOVIĆ

Ha avuto luogo ieri pomeriggio alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume la lezione della direttrice dell’EDIT, Christiana Babić, per le studentesse del corso di tirocinio tenuto dal prof. Ivan Jeličić, che però era assente per malattia. A fare gli onori di casa è stata la capodipartimento di Italianistica, Corinna Gerbaz Giuliano, la quale ha spiegato come sono state poste le fondamenta di questa collaborazione tra l’Ateneo fiumano e la nostra casa editrice.

L’università si apre al mondo del lavoro
Il tutto è iniziato con il progetto europeo “PerPeTuUm aGile” dei Dipartimenti di Storia, Storia dell’arte, Italianistica e Germanistica, il quale per tre anni ha mirato a sviluppare e implementare la pratica professionale in seno alle università per gli studenti dei Dipartimenti coinvolti e a collegare i datori di lavoro con gli studenti in modo da dare la possibilità ai ragazzi di svolgere la pratica direttamente sul mercato e dare loro tutti i prerequisiti necessari per trovare lavoro una volta ultimati gli studi. Tra gli otto partner coinvolti nel progetto c’erano la Comunità degli Italiani di Fiume e la Scuola media superiore italiana di Fiume, ma l’EDIT è sicuramente il partner che offre maggiori possibilità di sviluppo e impiego.
“Questo progetto è stato importante perché abbiamo apportato innovazioni nei programmi di studio – ha spiegato Gerbaz Giuliano – e abbiamo inserito il tirocinio già a partire dal primo anno accademico. Ciò vuol dire che i nostri studenti possono entrare nel mondo del lavoro subito dopo l’iscrizione all’università. Tanti studenti non sceglieranno di insegnare, altri sceglieranno il modulo formativo alla laurea magistrale. Noi abbiamo pensato agli studenti che vorrebbero fare qualcos’altro e nel progetto ‘PerPeTuUm aGile’ abbiamo inserito tanti partner locali all’interno del programma. L’EDIT per il Dipartimento di Italianistica è il primo grande partner tangibile con il quale desideriamo collaborare e credo che questo desiderio sia reciproco. Un domani qualcuno degli studenti vorrà fare il giornalista e con questo tirocinio avrà un’idea chiara di cosa sia il giornalismo e come venga fatto”.

Una professione ben definita
La capodipartimento ha spiegato anche che il giornalista è una figura professionale non solo da film, ma con un ruolo sociale ben definito. La creazione di un articolo è un grande lavoro, una catena di lavoro volta a portare il prodotto finito sul giornale. È importante capire anche cos’è il mondo dell’editoria, che rappresenta un settore importante dell’EDIT.
Tre anni fa, in piena pandemia, per la precisione il 9 marzo 2020, il Dipartimento aveva firmato l’accordo per avviare il “PerPeTuUm aGile”. Anche se non è stato facile, il progetto ha sicuramente rivoluzionato il modo in cui vengono redatti i piani di studio e ha dato la possibilità agli studenti di essere i protagonisti di questo processo innovativo e di allargare le loro conoscenze, riflettere e soprattutto creare un bagaglio di esperienze per tutta la vita.
“Il giornalismo è un’esperienza che nessuno mai vi potrà togliere – ha aggiunto Gerbaz Giuliano –. Ringrazio Christiana Babić per aver creduto in questo progetto e reputo che non ci sia struttura migliore dell’EDIT per svolgere il tirocinio”.

Il potere della parola scritta
Christiana Babić ha iniziato la sua lezione spiegando che l’insegnamento è un campo nel quale ha fatto le sue esperienze, ma che non corrisponde alle sue affinità.
“Il mio strumento è la parola scritta – ha esordito –. Non vi obererò con informazioni tecniche, numero di dipendenti, testate e altro; salterò la parte teorica perché non so quanto possa essere interessante e sono informazioni che si possono trovare sul sito ufficiale.
Penso sia importante dire che l’università è importante al giorno d’oggi, ma la teoria da sola non basta. Quando svolgerete il lavoro che desiderate fare serviranno anche competenze pratiche. Non do per scontato che alcuni studenti hanno già in mente di fare i giornalisti, però sicuramente tutti avranno a che fare con le parole, indipendentemente dal percorso che sceglieranno. Avere già in epoca universitaria un’opportunità di sperimentare con la parola è un’esperienza preziosa. Parlando usiamo un tipo di linguaggio, su carta applichiamo le regole del testo letterario, che solitamente si apprendono a scuola. La parola usata nel giornalismo ha un’altra caduta, un’altra valenza. Non deve suscitare un’emozione come un racconto o un libro e lasciare qualcosa di non detto da attingere dalla fantasia. Nel giornalismo la parola deve informare, deve raccontare un fatto. La capacità di raccontare è la distinzione tra il buono e il cattivo giornalismo. Avere questa capacità apre la possibilità di fare un percorso giornalistico, ma anche un percorso nelle nuove professioni che si appoggiano sul giornalismo, come ad esempio i social media, la comunicazione digitale, l’event management, la promozione, la vendita, il marketing e altro. Si va a colpire le emozioni, ma con un messaggio credibile, giornalistico”.
Per fare un esempio sul corretto uso della parola, Babić ha menzionato Oscar Wilde, definendolo il primo “influencer” della storia. Il corretto uso della parola serve ad allenare il pensiero e a renderci indipendenti affinché qualcuno sfruttando la nostra scarsa capacità di uso della parola non sovverta il nostro pensiero.

Attenzione alle «esche» online
Riferendosi alla capacità di usare la parola per manipolare il lettore, Babić ha parlato del fenomeno del “clickbait” (o acchiappaclic in italiano), un termine che indica un contenuto web la cui principale funzione è di attirare il maggior numero possibile di fruitori, per generare rendite pubblicitarie online.
“Quello che leggete sui social e sui blog è lo spot preso dal giornale e messo nel titolo – ha illustrato –. Prendiamo ad esempio il titolo ‘Da oggi Fiume è bloccata’ e compariamolo al titolo ‘Da oggi chiusa al traffico via Adamich’, che fanno riferimento allo stesso articolo e ci renderemo conto quanto possa essere fuorviante un titolo. Sui social ci sono i commenti dei lettori che producono dei profitti a chi gestisce la pagina o la rete e alla fine non si è sicuri sulla veridicità della notizia. Se, invece, si va sulla pagina del giornale si ottengono informazioni lunghe ed esaustive e si ha la sicurezza della fonte. È utile ed economico avere la possibilità di essere informati”.

Un lavoro che si adatta alle affinità personali
“Con il progetto ‘PerPeTuUm aGile’ avete la possibilità di toccare l’informazione da dentro. Se vorrete farne una professione o realizzare una capacità di leggere le cose e non dipendere dal pensiero altrui, sarà comunque una vostra ricchezza. Da noi le porte sono sempre aperte. Il vantaggio del tirocinio all’EDIT è che il lavoro del giornalista è tra i più belli del mondo. Consente di conoscere una schiera di realtà, di persone, di luoghi che altrimenti non vi appartengono. Vi consente di dedicarvi alle cose che vi piacciono. Si deve raccontare la società nella quale si vive ed è parimenti importante la partita di calcio, la prima del film o la chiusura di una strada. Se uno è più portato a raccontare una di queste cose, nessun superiore lo ostacolerà nella distribuzione dei compiti. Si bada anche agli interessi dei giornalisti”.
In chiusura della lezione le studentesse si sono informate sul lato pratico del tirocinio per essere sicure che gli impegni all’EDIT non ostacolino gli impegni universitari. La capodipartimento ha sottolineato il fatto che per i ragazzi che non vengono da Fiume o dall’Istria, come ad esempio una studentessa di Karlovac, questa è un’ottima occasione per conoscere da vicino la realtà della CNI.

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