«La pandemia ha accentuato l’importanza della cultura in tutte le sue forme»

Chiacchierata con il pianista e compositore Filip Fak, nuovo direttore dell'Opera del Teatro Nazionale Croato «Ivan de Zajc»

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«La pandemia ha accentuato l’importanza della cultura in tutte le sue forme»

Il pianista e compositore fiumano Filip Fak, nuovo direttore dell’Opera del Teatro Nazionale Croato “Ivan de Zajc”, è entrato in carica in un momento molto complesso e delicato per il funzionamento dell’ente teatrale, sul quale da più di un anno influisce la pandemia da coronavirus. Classe 1983, ha frequentato la scuola elementare e media superiore a Fiume, mentre nel 2005 si è diplomato in pianoforte all’Accademia di Musica di Zagabria nella classe del professor Đorđe Stanetti. Si è perfezionato alla Schola Cantorum a Parigi nella classe di Eugen Indjic, dove ha conseguito la Diplome de Concert con il massimo dei voti. Si è presentato come solista e in complessi da camera in tutta la Croazia e in una decina di Paesi europei, negli Stati Uniti, in Messico e in Cina. In veste di solista si è esibito con le più prestigiose orchestre e formazioni croate dirette da rinomati direttori d’orchestra come Klaus Arp, Pavle Dešpalj, Alun Francis, Aleksandar Marković, Adriano Martinolli, Luca Pfaff, Aleksandar Kalajdžić e altri. Nel corso della sua carriera si è esibito in una serie di concerti solistici e come membro di complessi da camera a manifestazioni come la Biennale di musica di Zagabria, i Giochi estivi di Dubrovnik, le Serate musicali di Ossero, le Serate musicali di San Donato a Zara, le Giornate di Zajc e via dicendo. Negli ultimi anni si è dedicato in particolar modo alla musica da camera collaborando con numerosi cantanti croati. È uno dei fondatori del Trio pianistico fiumano con il quale l’anno scorso si è esibito con successo in una tournèe in Cina. In veste di collaboratore ha partecipato a diverse produzioni teatrali e ai master di rinomati artisti come Dunja Vejzović e Valter Dešpalj, come pianista ufficiale a concorsi internazionali, nonché a progetti concertistici. Nel 2017 è diventato il primo pianista in pianta stabile dell’Orchestra filarmonica di Zagabria. Nel corso della sua carriera è stato insignito di numerosi premi ed è stato borsista di diverse fondazioni internazionali e della Città di Fiume. Filip Fak si occupa anche di composizione. Finora ha scritto soprattutto pezzi per pianoforte eseguiti in più occasioni in Croazia e all’estero, di cui alcuni sono stati premiati. Attualmente è docente di pianoforte all’Accademia di Musica di Zagabria.

Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

La voglia di mettersi in gioco
La ricca e variegata biografia di Filip Fak è una testimonianza dell’ampiezza dei suoi interessi e della sua attitudine all’esplorazione di diversi settori nel campo della musica, come pure della sua voglia di mettersi in gioco. Nel medesimo spirito si è approcciato alla funzione di direttore dell’Opera fiumana, una carica impegnativa che negli ultimi anni è stata ricoperta da più professionisti per brevi periodi di tempo.
Iniziamo con una domanda d’obbligo, legata al programma che intende realizzare durante il suo mandato. “Direi che il mio programma si può osservare da diversi aspetti – rileva Fak -. Per quanto riguarda il repertorio, non mancheranno le opere canoniche che i fiumani hanno avuto modo di vedere sul palcoscenico fiumano già in passato, ma intendo portare in scena anche opere più innovative, quelle che non sono mai state allestite a Fiume. Una di queste sarà l’opera ‘Anna Bolena’ di Donizetti, mai finora allestita in Croazia anche se si tratta di un melodramma composto quasi 200 anni fa, piuttosto noto, ma raramente eseguito anche in altri Paesi. Intendo realizzare questo progetto nella stagione 2022/2023, anche perché l’opera belcantistica della prima metà del XIX secolo viene raramente proposta nei nostri Teatri. Spero, pertanto, che lo spettacolo diventerà un’attrazione sia per il pubblico fiumano che per quello di un territorio più ampio.”

L’Opera, un ensemble di alta qualità
“Il secondo aspetto del mio programma riguarda dei miglioramenti nella produzione degli spettacoli laddove ciò sarà necessario. Il nostro Teatro dispone, infatti, di un ensemble di alta qualità, a partire dai solisti, dal Coro e dall’Orchestra. Lo conferma anche la trasferta della nostra ‘Traviata’ al Teatro Popolare Istriano di Pola la settimana scorsa, dove lo spettacolo è stato allestito con molto successo. Al fine di favorire un’ulteriore crescita dell’ensemble dell’Opera si procederà anche con eventuali assunzioni di nuovi solisti o membri del Coro e dell’Orchestra. In questo contesto si tratta pure di uno scambio generazionale, che è naturale in ogni collettivo. D’altro canto, l’emergenza sanitaria ha contribuito a un’ulteriore apertura ai musicisti provenienti da tutto il mondo, per cui mi auguro che avremo la possibilità di portare nel nostro Teatro un numero ancora più elevato di nomi di rilievo internazionale.”

Più spazio agli strumentisti e coristi
“Desidero, inoltre, dare più spazio ai membri dell’Orchestra e del Coro dando loro l’opportunità di esibirsi da solisti. Un primo assaggio di quest’idea è stato l’ultimo concerto sinfonico, che ha visto l’oboista Antonio Haller in veste di solista. Credo che sia importante dare a queste persone, anche attraverso esibizioni in complessi da camera, la possibilità di mettere in mostra il loro talento. Vorrei anche portare al Teatro solisti e complessi internazionali di richiamo. Uno dei primi sarà il cantante lirico Tomislav Mužek, solista dell’Opera zagabrese, che, stranamente, non si è mai finora esibito a Fiume.
Detto questo, vorrei precisare che la candidatura non è stata una mia idea, ma mi è stata proposta dal sovrintendente Marin Blažević. Non ho mai prima pensato di addossarmi questa responsabilità. Lo scorso gennaio, mentre collaboravo con l’Orchestra alla Prima sinfonia di Šostakovič, il sovrintendente mi aveva proposto di candidarmi. Dopo averci pensato per un certo periodo, ho deciso di accettare la proposta perché ho capito che si tratta di una grande opportunità per me nel senso che a capo dell’Opera avrei avuto la possibilità di influire sull’immagine culturale della città e di un territorio più ampio. Ho deciso di accettare la sfida. Oggi sono convinto di aver preso una buona decisione e che, nonostante tutte le difficoltà, sarà possibile contribuire a un’ulteriore crescita dell’ensemble dell’Opera, che già oggi è caratterizzato da un alto livello di qualità, entusiasmo ed energia sia nei confronti di progetti innovativi sia verso la collaborazione con altre case operistiche. Non so se ci sia in Croazia un altro ensemble che vanti un’atmosfera così costruttiva.”

Ci sarà spazio anche per i musical nei prossimi quattro anni, in quanto si tratta di un genere molto amato dai fiumani?
“I musical si faranno senz’altro, anche se progetti di questo tipo non rientrano nelle competenze dell’Opera, bensì del Dramma Croato. Vi partecipano, però, tutti gli ensemble del Teatro. Per la prossima stagione abbiamo pianificato l’allestimento di un musical, ma per ora non posso rivelare di quale si tratta. In questo momento si sta lavorando all’allestimento del musical ‘Kiss me, Kate’ (uno spettacolo ben noto ai fiumani, in quanto era stato messo in scena negli anni Novanta dello scorso secolo, nda). La première è prevista per giugno e spero che tra due mesi la situazione epidemiologica sarà molto più tranquilla e ci permetterà di presentare lo spettacolo al pubblico. Devo dire, però, che è abbastanza complesso lavorare in queste condizioni perché l’eventuale contagio di una persona coinvolta nello spettacolo influisce anche su coloro che erano in contatto con essa. È difficile organizzare il tutto, ma al contempo non vogliamo mollare e faremo tutto il possibile per continuare con la nostra attività.
Mantenere la continuità nel lavoro non vuol dire soltanto occuparsi della propria professione: è importante anche per la salute mentale. Sappiamo tutti che l’essere umano non è capace di vivere isolato e basare la propria esistenza soltanto sull’aspetto materiale. La pandemia ha confermato, anzi accentuato, l’importanza della cultura in tutte le sue sfaccettature. Inoltre, ha messo in risalto anche l’importanza del contatto umano in questo settore. Certo che la possibilità di offrire contenuti culturali online è un’ottima cosa, ma un concerto ascoltato da casa non può mai sostituire la sensazione che si prova ad ascoltarlo dal vivo. È così anche per i musicisti. Essi hanno bisogno di un feedback del pubblico durante l’esibizione.”

La chiusura di teatri, musei e gallerie ha inflitto un altro duro colpo all’attività culturale nella nostra Regione…
“Anche se ritengo che la decisione dell’Unità nazionale di protezione civile sia giustificata, non sono tanto convinto del modo in cui le misure antipandemiche vengono applicate. Esse non sono eque e credo che in certi casi non siano nemmeno ragionevoli. Infatti, il Teatro è chiuso mentre al contempo i centri commerciali, i bar e i ristoranti, nei quali c’è sicuramente una circolazione più intensa di persone, erano aperti fino a qualche giorno fa. Va detto che all’interno del Teatro vengono osservate rigorosamente tutte le misure antiepidemiche e sono sicuro che i nostri spettacoli e concerti non sono stati focolai del virus.”

Torniamo al programma. Considerato il grande successo dell’opera barocca “Giulio Cesare in Egitto”, che quest’anno è stata riproposta in una versione adeguata alla situazione epidemiologica, ci sarà spazio per qualche nuovo melodramma barocco sul palcoscenico dello “Zajc” nei prossimi anni?
“Ci sarà sicuramente, anche se in questo momento non abbiamo ancora deciso quale. Come sappiamo, ‘Giulio Cesare in Egitto’ è stata accolta molto calorosamente dal pubblico fiumano, soprattutto se si considera il fatto che questa è stata la prima opera barocca in assoluto ad essere stata allestita nel nostro Teatro. Pianifichiamo pure l’allestimento di un’opera di Mozart che non è stata messa in scena a Fiume da 75 anni, ma in questo momento non posso rivelare di che opera si tratti. Ad ogni modo, contiamo di realizzare due allestimenti, uno per gli adulti e l’altro, educativo, per i bambini.
Il problema principale legato all’emergenza sanitaria sono le difficoltà che si riscontrano nell’organizzazione del lavoro. In questo momento, ad esempio, non sappiamo in che modo e se si svolgeranno gli spettacoli durante l’estate. Infatti, qualche mese fa eravamo convinti che la pandemia sarebbe rientrata entro la bella stagione, ma ora vediamo che non sarà così e che diversi progetti dovranno essere ripensati e adeguati alle circostanze, oppure cancellati del tutto. In questo momento, ad esempio, non siamo sicuri se sarà possibile partecipare al Savonlinna Opera Festival in Finlandia. Nella pianificazione della nostra attività siamo costretti a preparare anche varianti alternative del programma.”

La responsabilità di direttore dell’Opera, accanto all’insegnamento, influisce sulla sua attività di compositore e pianista?
“Certamente. Ho dovuto mettere un po’ da parte la composizione perché si tratta di un’attività che richiede molto tempo libero in cui mi posso lasciar andare all’ispirazione. Essa, infatti, non si può forzare, deve giungere spontaneamente. Per quanto riguarda i concerti, sicuramente non avrò la possibilità di esibirmi in concerti come prima, quando in un anno ne tenevo una sessantina. Ora dovrò limitarmi a cose che ritengo più importanti e di maggior rilievo. Ad ogni modo, ho già stilato un programma personale per costringermi a non smettere ad esercitarmi e a continuare ad esibirmi in concerto, soprattutto in complessi da camera, che sono la forma che preferisco nel fare musica. Nella vita privata sono fortunato perché ho l’appoggio della mia famiglia e dei miei amici.”

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