La natura che parla ai bambini sulle note di Antonio Vivaldi

Il progetto «Le quattro stagioni», per la regia di Daniela Gattorno, presentato con successo al pubblico dello «Zajc» di Fiume. La pièce ha offerto agli spettatori una componente educativa

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La natura che parla ai bambini sulle note di Antonio Vivaldi
La pièce si ispira alla natura. Foto: RONI BRMALJ

Il teatro contemporaneo per ragazzi deve fare i conti non solo con un allontanamento dei giovani dalle scene, ma anche con un drastico calo dell’attenzione dovuto all’utilizzo di telefonini e computer. Spesso gli spettacoli, per fare fronte a questo problema, puntano sull’utilizzo di effetti speciali, colori, luci, musica e altri elementi che possano mantenere viva l’attenzione nel pubblico dei più giovani. Il progetto “Le quattro stagioni” di Livia Amabilino, con la regia di Daniela Gattorno, proposto al TNC “Ivan de Zajc” di Fiume, è riuscito non solo nell’intento di coinvolgere i ragazzi, ma anche di offrire una componente educativa e di rilevanza sociale.

Un ritorno al mondo agricolo
Lo spettacolo “Le quattro stagioni”, ispirato ai primi quattro concerti solistici per violino dell’opera “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione” di Antonio Vivaldi, unisce in un prodotto unico la musica classica e un sapere della natura che ai giorni nostri è andato perduto. Si tratta di uno scorcio nella realtà rurale di una fattoria e a farla da protagonista non è l’uomo, bensì uno spaventapasseri, che apre e chiude lo spettacolo.
La scenografia e i costumi (di Andrea Stanisci) nella loro semplicità portano lo spettatore in uno scenario da fiaba. Innanzitutto la scena è “incorniciata” quasi a voler portare nel teatro un teatro dei burattini. In secondo luogo i costumi, nella loro essenzialità e vivacità di colori, rendono bene l’idea di ciascuna stagione.

Estate
La pièce si apre con la torrida estate e lo spaventapasseri (Enza De Rose) che non ce la fa più a stare al sole in giacca. Già in apertura compare un elemento che si ripete nello spettacolo ed è quello dei cambiamenti climatici, ovvero dell’estate che ultimamente è diventata “troppo calda”. Il monologo dello spaventapasseri, che avviene senza sottofondo musicale, viene intramezzato dalle musiche di Vivaldi e dalla danza di Irene Ferrara, vestita in modo orientaleggiante, con un bellissimo velo dorato.

Autunno
Dopo il caldo insopportabile che secca i campi di grano, arriva il sollievo della pioggia, portata a teatro grazie a un sistema d’irrigazione che simula le precipitazioni. I colori delle foglie cambiano, i campi si ricoprono di brina e ai bambini vengono raccontati i cambiamenti portati dall’autunno, ma anche in questo caso si sottolinea il fatto che le piogge una volta non erano torrenziali come ora. La topina di campagna che racconta l’autunno teme per il fatto che la sua tana potrebbe venire allagata e per il fatto che il raccolto è andato a male e il fattore ha solo due sacchi di grano, invece dei soliti quattro.

Inverno
Molto suggestiva la danza che introduce l’inverno e che inizia con l’entrata in scena di un cervo, al quale si affianca, successivamente, la volpe che parla di questa stagione. A differenza dello spaventapasseri e del topo, la volpe vive nel bosco, ma non per questo non sente sulla sua pelle la durezza della stagione più fredda e buia. Cerca di sopravvivere rubando le galline al fattore, spiegando contemporaneamente ai bambini come si accorciano le giornate. Molto bella la danza con la luna, che fa parte di questo passaggio.

Primavera
Dopo un duro inverno, caratterizzato dal colore bianco, torna la primavera vestita di verde e adornata di fiori, ma torna anche lo spaventapasseri, che per sei mesi ha viaggiato per l’Italia. L’attrice Enza De Rose ha sicuramente voluto avvicinarsi ai ragazzi spiegando che tra le tante città italiane visitate, è stata anche a “Rijeka”, ma per gli appartenenti della CNI, il fatto che il nome di Fiume sia stato pronunciato in croato, ha creato una brutta stonatura in uno spettacolo che in realtà è molto bello. Un’altra critica, ma questa volta rivolta alle scuole, è che i ragazzi nel pubblico erano decisamente troppo grandi per questo progetto pensato per i bambini dai 3 ai 10 anni e non per ragazzi adolescenti. Forse questo è stato il motivo della scarsa concentrazione tra alcuni degli spettatori. Da lodare il fatto che lo spettacolo ha raccontato una natura che sicuramente risente dell’influenza umana, sia per i già menzionati cambiamenti climatici, che per gli interventi agricoli, ma che parla ai bambini nei momenti quando l’uomo è assente e dalle loro tane escono gli animali. In chiusura, al momento del raccolto, lo spaventapasseri lancia un messaggio molto importante: “Il mondo è bello, siamo noi a essere ciechi” che dovrebbe rimanere impresso nelle menti di bambini e adulti.

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