Il Teatro Kamishibai per imparare l’italiano

A Palazzo Modello di Fiume è stato presentato uno «spettacolo teatrale di carta» realizzato nell’ambito del progetto «C’era una volta» dell’HUPTI

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Il Teatro Kamishibai per imparare l’italiano
Tutti i partecipanti al progetto. Foto: IVOR HRELJANOVIĆ

Il progetto intitolato “C’era una volta”, organizzato dall’Associazione croata dei professori di italiano (HUPTI) in collaborazione con le Comunità degli Italiani di Zagabria, Zara, Fiume e Spalato, dopo due tappe a Zagabria e Spalato, è approdata ieri alla Comunità degli Italiani di Fiume.
Una forma di narrazione
L’incontro, dedicato al Teatro Kamishibai, uno “spettacolo teatrale di carta” di antica tradizione giapponese che, tramite i disegni, permette di raccontare favole e storie, ha coinvolto due classi di altrettante scuole fiumane. Il Kamishibai è una forma di narrazione che ha avuto origine nei templi buddisti nel Giappone del XII secolo, dove i monaci utilizzavano gli emakimono per narrare a un pubblico principalmente analfabeta delle storie dotate di insegnamenti morali. La tecnica del Kamishibai è rimasta nelle tradizioni del Giappone per secoli. Il narratore si spostava da un villaggio all’altro in bicicletta e usava battere due pezzi di legno collegati da un cavo per annunciare il proprio arrivo nei villaggi. I bambini che avevano comprato caramelle dal narratore si potevano assicurare i migliori posti di fronte al palco. Una volta che si era formato un pubblico, il narratore iniziava a raccontare le proprie storie servendosi di un set di tavolette di legno sulle quali erano disegnati i vari passaggi della storia che avrebbe raccontato. Le storie erano spesso seriali, e nuovi episodi venivano raccontati ad ogni visita al villaggio.
Tradizione giapponese e italiana
L’Associazione croata dei professori di italiano ha unito la tradizione giapponese a quella italiana per raccontare, usando le tavolette di carta del Kamishibai, favole e fiabe della tradizione italiana, ma anche mondiale. All’incontro fiumano hanno preso parte la vicepresidente dell’HUPTI, Roberta Bonassin, e la rappresentante regionale per le Regioni litoraneo-montana, istriana e della Lika e di Segna, Ivana Balen Grudenić. All’incontro avrebbe dovuto partecipare pure una classe di Buccari, ma a causa della distanza e delle difficoltà organizzative, a Palazzo modello si sono incontrati soltanto gli alunni della settima classe della scuola elementare “Centar” e quelli della quarta classe della scuola elementare “Podmurvice”.
Le professoresse che hanno organizzato l’incontro e che hanno raggruppato i ragazzi non si sono limitate a parlare con loro dei racconti preparati in forma teatrale, ma hanno mostrato loro tutti i vani di Palazzo Modello, compresa la biblioteca, spiegando che si tratta non solo di un edificio che ospita la Comunità degli Italiani di Fiume e parte della Biblioteca civica, ma anche di un palazzo di grande importanza storica, eretto nel 1882 per ospitare un casinò e il teatro cittadino.
Due racconti popolari
I ragazzi hanno visitato tutto il terzo piano e la professoressa Roberta Bonassin ha detto loro, che a parte i contenuti legati alla minoranza, il Salone delle Feste di Palazzo Modello è ben conosciuto da generazioni di cittadini che vi hanno celebrato la maturità, come pure nel suo caso. Una volta presa confidenza con le sale interne, gli alunni hanno allestito un teatrino per raccontare, usando ovviamente la lingua italiana, ma anche dei disegni realizzati da loro stessi, due racconti popolari ai loro compagni. I ragazzi della scuola “Podmurvice”, che frequentano la quarta classe e hanno una conoscenza della lingua italiana inferiore rispetto ai compagni, hanno raccontato la storia “L’avventura di Alessia”, di un gruppo di giocattoli che cercano la loro amica. Il racconto è ispirato all’albo illustrato “Dieci paperelle in alto mare” di Eric Carle.
Gli alunni della settima classe della scuola “Centar” hanno esposto, invece, un racconto che ricorda molto i miti della creazione. Si tratta di “Il sole, la luna e Chicchirichì”, nel quale a causa di un litigio con la luna il gallo decide di svegliarci col sorgere del sole e andare a dormire di notte, per evitare la sorella detestata.
Ciascun alunno ha in seguito ottenuto un diploma di partecipazione assegnato dall’HUPTI in collaborazione con la CI di Fiume.
Un’associazione giovane
Data la limitata conoscenza dell’italiano, alla fine della breve messinscena i ragazzi hanno parlato dei racconti e si sono soffermati a commentarli. In conclusione dell’incontro tutti gli alunni sono tornati a scuola per riprendere le lezioni. In media in ogni città al progetto aderiscono tre o quattro scuole con 25 o più alunni. Secondo stime approssimative più di cento ragazzi verranno coinvolti.
Roberta Bonassin ha concluso spiegando che l’HUPTI è stata fondata nel 2021 e ha iniziato a operare nel 2022, dunque si tratta di un’associazione molto giovane che ha tanta strada da fare. L’idea di lanciare un progetto legato al teatro giapponese è scaturita dalla consulente superiore per la minoranza nazionale dell’Agenzia per l’educazione e la formazione, Patrizia Pitacco, che ha ideato un laboratorio di Kamishibai, realizzato a Pola, in occasione di un corso di perfezionamento per insegnanti, da Manuela Emer Hrvatin e Iva Nemec.

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