«Il fiume è nero» ovvero il magico realismo del Po

Inaugurata nella Galleria Principij, nel nucleo storico di Fiume, la mostra personale del fotografo italiano Pietro Millenotti, vincitore del Grand Prix ai Photodays di Rovigno nel 2022

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«Il fiume è nero» ovvero il magico realismo del Po
La consegna dei premi è riuscita soltanto al terzo tentativo. Foto: ŽELJKO JERNEIĆ

Ci sono cose che non riescono al primo tentativo, altre nemmeno al secondo. Magari al terzo tentativo ci si riesce, senza l’ansia, però, di chi deve digitare correttamente il PIN dopo due tentativi falliti. È il caso del fotografo Pietro Millenotti, vincitore del Grand Prix dei Rovinj Photadays 2022, al quale soltanto sabato, poco dopo mezzogiorno, sono stati consegnati premi che si era aggiudicato due anni prima. Come ricordato da Denis Redić, direttore e ideatore del festival rovignese della fotografia, il giorno della premiazione era rimasto nella sua stanza d’albergo perché positivo al Covid. L’anno successivo, invece, non ha potuto presenziare all’inaugurazione della sua mostra a Rovigno in quanto bloccato a casa dalla malattia. Al terzo tentativo, però, ci è riuscito e prima dell’inaugurazione della mostra “Il fiume è nero” – è la serie di fotografie con la quale si è aggiudicato il prestigioso premio – nella Galleria “Principij”, ha ricevuto dalle mani di Denis Redić i diplomi (vincitore nella categoria Paesaggi e Grand Prix) e la scultura destinata al vincitore assoluto del festival.

All’apertura della mostra erano presenti, oltre al fotografo emiliano Pietro Millenotti, Borislav Božić, presidente del Circolo fotografico “Rijeka”, Sabina Salomon, curatrice presso il Museo di Arte moderna e contemporanea di Fiume e membro della giuria nel 2022, nonché l’organizzatore dell’evento Rovinj Photodays, Denis Redić.

Trasfigurazione di un luogo noto
“Il fiume è nero”, progetto fotografico che si ispira, come sottolineato dallo stesso Millenotti, al film “La morte corre sul fiume” (1955), un inquietante noir di Charles Laughton, è la trasfigurazione di un luogo noto, il fiume Po, attraverso la notte e la trepidazione. Elementi affascinanti sono in grado di cambiarne la percezione spostandolo in una dimensione di magico realismo, mentre il silenzio, l’isolamento e l’oscurità diventano strumenti di scrittura del paesaggio e del proprio inconscio. L’autore delle fotografie – tutte le foto fanno parte di una serie più ampia e sono state digitalizzate da pellicola di medio formato – ha voluto esprimere anche a Fiume il suo legame particolare con il fiume Po, affermando di aver lavorato per più di due anni a questo progetto.
“La fotografia paesaggistica è stata creata con l’obiettivo di catturare la bellezza della natura e creare scene che possano trasmettere sentimenti di felicità, rilassamento ed entusiasmo – aveva scritto due anni fa Dejan Sluga, presidente della giuria di Rovinj Photodays 2022, nel motivare la decisione di assegnare a Millenotti il Grand Prix –. Quando parliamo di fotografia paesaggistica nel contesto della fotografia contemporanea, abbiamo davanti a noi una vasta gamma di approcci e motivazioni diverse. La bellezza del paesaggio è stata sostituita da immagini problematiche dell’era postindustriale, mentre le scene esotiche hanno assunto il significato di progetti socialmente ed ecologicamente impegnati. La giuria di questa categoria ha deciso di assegnare il primo premio all’eccezionale progetto ‘Il fiume è nero’. In questa serie di scene notturne, l’autore è riuscito a realizzare una trasfigurazione metaforica del fiume Po, spostando il paesaggio lungo il fiume in un mondo decisamente surreale”.

La complicità della notte
“Anche il mio primo progetto fotografico è stato proprio sul fiume Po – ha aggiunto Millenotti –. In quella circostanza, però, si era trattato di un progetto diurno. Dopo diversi anni ho sentito il bisogno di tornare al fiume e raccontare di nuovo il fiume Po, ma in maniera diversa. Dopo aver visto il film, sono giunto alla conclusione che la notte sarebbe stata l’ideale per raccontare questo paesaggio in questo modo”. È stata la notte, quindi, la grande complice di Millenotti nella realizzazione di questo, ma anche di altri suoi progetti fotografici. La mostra rimarrà in visione fino al 28 marzo e può essere visitata nei giorni feriali dalle 10 alle 13, nonché dalle 17 alle 20, mentre il sabato sarà aperta dalle 10 alle 13. I visitatori sono invitati in un luogo dove la realtà può aprirsi all’immaginazione e alla suggestione, dove gli sfondi visivi e la sensibilità diventano guide per nuove storie personali. Come sottolineato da Sabina Salomon durante la cerimonia d’inaugurazione, la fotografia paesaggistica di Millenotti dà al visitatore l’opportunità di guardare queste immagini e di rifletterci sopra, permeato dal pensiero che ogni buona fotografia, proprio perché è buona, offre, appunto, l’opportunità di riflettere su ciò che l’autore ha notato attraverso l’inquadratura e su ciò che ha poi voluto trasmettere.
Pietro Millenotti, 51 anni, vive e lavora a Reggio Emilia. Si è laureato in International Business Marketing presso l’Università del Galles. Nel 2000 ha frequentato il biennio di regia cinematografica presso l’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna. Dal 2007 si occupa principalmente del rapporto tra uomo e territorio, coinvolgendo la fotografia. Le opere di Millenotti sono state esposte in mostre sia collettive che personali. È membro fondatore del Diecixdieci Photography Festival.

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