ISOLA | Un viaggio musicale nelle tradizioni della grande canzone italiana, con un marchio che è una garanzia: Conte. La Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola, grazie al consueto impegno dalla coordinatrice culturale, Agnese Babič, ha ospitato a Palazzo Manzioli, nell’ambito del ciclo di concerti “Ethnoinsula”, il noto cantautore Giorgio Conte. Autore di brani famosissimi, condivide con il fratello Paolo, nome altrettanto conosciuto del circuito musicale tricolore, le prime esperienze musicali. Suonano dapprima nello stesso gruppo, con Giorgio alla batteria e Paolo al vibrafono, ma poco dopo le loro strade si separano e Giorgio inizia a comporre le musiche per numerosi, celebri cantanti, partendo da Rosanna Fratello e Gipo Farassino. Successivamente lavorerà anche per Ornella Vanoni, il Clan Celentano, Loretta Goggi, Rossana Casale e Francesco Baccini, avviando nel 1982 la carriera di cantautore con “Zona Cesarini”, a cui segue nel 1987, “L’erba di San Pietro”.
A Isola ha riportato il clima delle sue migliori creazioni, racchiuse nella sua ultima fatica discografica, l’album “Sconfinando”.
Uscita nell’ottobre scorso, la collezione ripropone alcuni brani del suo repertorio storico, rivisitati in chiave sinfonica, registrati con l’orchestra “Duchessa di Parma”, diretta dal Maestro Alessandro Nidi, che ha curato gli arrangiamenti e che per l’occasione ha accompagnato il bravissimo Giorgio Conte al pianoforte. Tra una canzone e l’altra, i due protagonisti hanno saputo creare un’atmosfera distesa e divertente, raccontando aneddoti, spiegando da dove avevano tratto l’ispirazione per i vari brani. Conte ha ricreato l’atmosfera della sua città natale, Asti, degli anni giovanili, del viaggio musicale che lo ha portato a resistere a ogni moda e che lo ha laureato artista di fama internazionale su palcoscenici italiani, svizzeri, francesi, austriaci, tedeschi, olandesi, spagnoli e canadesi, con 13 album all’attivo.
Il pubblico di Isola ha premiato i musicisti con calorosissimi applauti dimostrando così di apprezzare questo tipo di musica e soprattutto il modo informale, quasi famigliare, con cui gli eccellenti artisti si sono presentati.
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