Cocktail. L’estro italiano s’impone nel mondo

A colloquio con il barman Michele Piagno, che il 5 giugno sarà ad Abbazia per dare una dimostrazione della sua creatività

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Cocktail. L’estro italiano s’impone nel mondo
Il barman ed esperto di mixologia Michele Piagno. Foto Via Michele Piagno

Non è un mistero che gli italiani hanno l’ospitalità nel sangue. Un orgoglio per il Belpaese, che anche in questo campo, ossia la ristorazione e più in generale il turismo vanta un bagaglio di competenze straordinario e molto ampio. Un patrimonio che l’Italia è pronta a condividere al fine di far apprezzare ancora di più nel mondo lo stile di vita tricolore. Quando si parla di ospitalità uno dei primi abbinamenti che salta alla mente è quello del barman. Un mestiere che richiede studio, esperienza sul campo e talento, ma che spesso è sottovalutato. Uno dei più stimati professionisti in questo settore in Italia, celebre anche a livello internazionale, tanto d’aver collaborato con star della gastronomia del calibro dello chef stellato Norbert Niederkofler, è Michele Piagno, che il 5 giugno sarà ad Abbazia per dare una dimostrazione del suo estro creativo. Lo farà durante il tradizionale ricevimento organizzato dal Consolato Generale d’Italia a Fiume per celebrare la Festa della Repubblica Italiana (2 giugno). La “Festa degli Italiani” come amava definirla il defunto Presidente Carlo Azeglio Ciampi, che nel corso del suo settennato al Colle diede un contributo fondamentale alla “riscoperta” di questa data unificante e sigillo di una Nazione.

Foto Via Michele Piagno

Mixologia e logica
Originario di San Vito al Tagliamento, Michele Piagno – nel 2021, in collaborazione con la Liquoreria Friulana di Spilimbergo, ha realizzato il Barancli Gin, un prodotto 100 p.c. friulano con cui esaltare le proprie origini – è esperto in mixologia molecolare ed è famoso per aver inventato nel 2011 un liofilizzato a base di limone, zucchero, acqua e un ingrediente segreto naturale al cento per cento, utilizzato per rendere fluorescenti i cocktail a contatto con i raggi ultravioletti, divenuto brevetto mondiale. “La mixologia è la logica che sta dietro all’arte della mescolazione. Nel senso di saper abbinare i vari prodotti per andare a creare un drink equilibrato e magari con dei profumi e sapori inusuali”, ha puntualizzato il nostro interlocutore, che ha iniziato la sua formazione da barista alla fine degli anni ‘90, trasferendosi a Milano all’età di 17 anni per seguire i corsi di American Bartending, una tecnica acrobatica di mescolazione dei cocktail.

Foto Via Michele Piagno

Marmellata d’asparagi
E a questo punto la domanda sorge spontanea. Cosa s’intende per drink inusuale? “Avendo alle spalle tutto un percorso di cucina e pasticceria – ancora Piagno, cresciuto in una famiglia di ristoratori, tra pentole, farina e liquori – mi diletto, ad esempio, a trasformare gli asparagi in una marmellata che poi impiego nella creazione dei miei drink. Un’altra creazione inusuale può essere il cocktail a base di salsa barbecue o una bibita gassata rivisitata in modo da poterla servirla come se si trattasse di crema pasticciera”. “Può esserlo anche un Mojito reinventato, magari mettendo al posto della menta il basilico, usando il limone invece del lime, sostituendo l’acqua con il Prosecco e perché no, aggiungendo qualche pomodorino. Il risultato è un Mojito all’italiana o mediterraneo”, ha osservato Piagno, che di Mojito se ne intende. Sull’argomento ha anche scritto un libro pubblicato per i tipi della Corsiero Editore. Il personaggio principale del volume, intitolato “El Señor Mojito” (distribuzione ufficiale Mondadori) è un bicchiere che oltre a narrare la storia del Mojito lo reinventa in 50 varianti. Entro la fine dell’anno dovrebbe vedere la luce anche il suo secondo libro: questa volta però si tratterà di un volume più tecnico, con tante nuove ricette.

Foto Via Michele Piagno

Tratti distintivi
Piagno è stato coinvolto nel programma del ricevimento dallo staff del Console generale d’Italia a Fiume, Davide Bradanini, su suggerimento della Federazione baristi italiani, un ente fondato nel 2015 col marchio “Qualità Italiana” e registrato-depositato nel 2016 presso il Ministero italiano dello Sviluppo economico. “A suo tempo sono stato premiato dalla Federazione con due attestati di riconoscimento per il progetto di Qualità italiana e Made in Italy che ho portato e sto portando nel mondo”, ha detto Piagno, che non ha ancora deciso quali saranno i drink che preparerà nella Perla del Quarnero il 5 giugno. “Ad Abbazia – ha annunciato – improvviserò con gli ingredienti che mi saranno messi a disposizione. Faccio sempre così. Non creo mai una scaletta. Così faccio divertire il cliente e mi diverto pure io”. “Porterò certamente – ha proseguito – il Made in Italy e tutta la mia professionalità. Ovviamente non può mai mancare la cordialità. È questo che contraddistingue i barman italiani nel mondo. Il barman italiano è quello che gesticola, sorride e parla molto”.

Foto Via Michele Piagno

La pista di Grobnico
In Croazia Michele Piagno in passato c’è già stato, ma non da barman o per affari. “Sono contento di venire perché nella vita non si deve mai smettere d’imparare e di conoscere nuove persone”, ha detto Piagno, curioso di scoprire quale sorpresa gli riserverà la sorte in quest’occasione. “In Croazia in realtà ci sono venuto in un’occasione, per correre in sella alla mia moto sulla pista di Grobnico”, ha notato Piagno, sottolineando di pilotare una Ducati, che però tira fuori dal garage soltanto durante la bella stagione. Ha ammesso anche di non essere troppo ferrato sulle vicende della Comunità italiana in Croazia. “Da quando sono stato invitato a partecipare a quest’evento mi sono incuriosito. Mi sono informato e ho scoperto o per meglio dire ho riscoperto delle cose alle quali a scuola, non essendo appassionato di storia, non ho prestato troppa attenzione o che forse non mi sono state spiegate”, ha notato il nostro interlocutore.

Foto Via Michele Piagno

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